RDS Academy, a tu per tu con Giuseppe Cruciani

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Giuseppe Cruciani
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In attesa del prossimo appuntamento con RDS Academy, ogni giovedì alle 23 su Sky Uno, leggi l'intervista a Giuseppe Cruciani, uno dei coach del programma, insieme ad Anna Pettinelli e Matteo Maffucci.

di Barbara Ferrara

 

E’ uno dei giornalisti più politicamente scorretti della radiofonia italiana, ama le provocazioni e non si può certo dire di lui che non sia un conduttore sopra le righe. A RDS Academy, nella sua veste di coach, si diverte insieme ai compagni di viaggio Anna Pettinelli e Matteo Maffucci, anche se non mancano i battibecchi, soprattutto con Anna “la maestrina” – come la definisce Giuseppe.

 

Alla domanda cos’è per te la radio, risponde secco senza aggiungere mezza parola: “la mia vita”, punto. E a confermare il suo amore viscerale per il mezzo radiofonico è il collega Maffucci: ”Non ho mai conosciuto nessuno che ami la radio più di lui”. Leggi l’intervista e scopri cosa ci ha raccontato di questa sua seconda volta nel ruolo di giudice.

 

Cosa cambia quest’anno a RDS Academy?
La squadra è la stessa ma cambia perché gli interpreti, gli attori del programma sono diversi e devo dire che sono migliorati, mi sembra che la selezione iniziale abbia dato ottimi risultati, dal punto di vista sia della qualità radiofonica delle persone sia dal punto di vista della capacità di intrattenimento.

 

Cos’è per lei la radio?
La mia vita.

 

Il primo ricordo legato alla radio?
Le radiocronache delle partite di calcio.

 

Le caratteristiche che non possono mancare a uno speaker?
Dipende dai programmi che vuoi fare, dalla persona che sei, questo è il dato fondamentale: c’è modo e modo di fare lo speaker, quello che non può mancare è una certa velocità nel porsi, curiosità e personalità.

Speaker si nasce o si diventa?
Si diventa.


Dritte fondamentali da dare agli aspiranti speaker?

Siate voi stessi, non imitate nessuno, non abbiate paura di esporvi.

 

Cosa cerca a RDS Academy?
Cerco talenti, cerco di capire se in giro c’è materiale umano.

 

Come si accorga di chi ha stoffa?
Certamente non dal modo in cui annuncia un disco, ma dalla personalità. Ci sono piccole cose, da come reagisce alle difficoltà, a cosa è in grado di ribaltare un copione. Non la perfezione dell’eloquio, né la tecnica.


Un aggettivo che descriva i tuoi compagni di viaggio Anna Pettinelli e Matteo Maffucci?
Anna: una maestrina, è una grande professionista ma è una maestrina della pulizia radiofonica. Per lei è assurdo non conoscere un disco, per me è assolutamente normale. Matteo è una persona molto curiosa e molto aperta, secondo me ha anche delle potenzialità da conduttore ancora non ancora espresse.

 

Una qualità che loro hanno e lei no.
C’è sempre da imparare da tutti, io non invidio nessuno ma da Matteo prenderei la cultura musicale e da Anna il rigore.

 

Cosa pensa della citazione di Bob Dylan: “Ho sempre trovato qualcosa alla radio. Proprio come i treni e le campane, era parte della colonna sonora della mia vita?”
Per me la radio è la cosa più straordinaria che c’è e molte persone

 

Come vede il futuro della radio?
Molti hanno suonato le campane a morte per la radio, ma si sbagliano. Il futuro è roseo e pieno di soddisfazioni. La radio si rinnova sempre, sa trovare nuovi interpreti, nuove soluzioni, nuovi sbocchi.

 

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