In attesa della finale di Matrimonio a prima vista - Svezia, in onda martedì 21 luglio alle 21.10 su Sky Uno, abbiamo intervistato la wedding planner Mariella Santoni. Leggi l'intervista e sfoglia la gallery per scoprire cosa ci ha raccontato sul giorno di quel fatidico sì
di Emanuela Vignudelli
Ci hanno sempre abituato a considerare il matrimonio come una giornata che deve essere totalmente perfetta. Nessun errore è ammesso. Ogni cosa deve essere al suo posto e studiata nel dettaglio: non c'è spazio per l'improvvisazione. L'unica incognita è l'emozione che scaturisce nellla camminata verso l'altare, nello scambio delle fedi, nel primo ballo insieme o nel brindisi con parenti e amici.
A seguire tutti questi momenti, dietro le quinte c'è il wedding planner, un mestiere di origine anglossassone che si è imposto anche in Italia. L'organizzatore di matrimoni offre consulenza e aiuto alla coppia di futuri sposi per la gestione della fatidica giornata. Per saperne di più abbiamo intervistato Mariella Santoni, wedding planner e personal shopper di Siena, che organizza matrimoni per coppie italiane e straniere, nella suggestiva cornice toscana.
Che percorso ha fatto per diventare wedding planner?
La mia formazione iniziale è stata una laurea in economia e commercio, che sembra strana, ma è stata utilissima: ogni matrimonio è un business plan. In seguito ho frequentato corsi specifici, di base e poi sulla formazione scenografica. Ho frequentato il Polimoda a Firenze per tre anni, specializzandomi in consulenza di immagini, personal shopper, studio dei tessuti, dress code, aspetti adatti ad ogni tipologia di evento.
Quindi fare la weeding planner significa svolgere tanti lavori in uno?
Sì, e l’importante è fare molti stage formativi su tutto, dal saper gestire una sala, alla supervisione del catering e dei camerieri. In generale tutto quello che ruota attorno al mondo del wedding, quindi anche stage di wine e food, qualsiasi tipologia è sicuramente utile.
Lei cura tutte le fasi del matrimonio? Si affida a un team?
Seguo la coppia dal momento in cui mi commissiona il matrimonio, fino ad arrivare al grande giorno in cui sono l’ultima persona ad andare via. Ho un team di supporto, ma mai e poi mai manderei qualcun altro al mio posto. Io resto la persona di riferimento principale.
Per quale motivo ha deciso di dedicarsi a questo mestiere?
Volevo portare nel mio territorio questo tipo di specializzazione, un servizio rivolto sia alle persone della mia zona sia agli stranieri. E poi il mio lavoro è una grande passione, provo un grande amore per la mia terra e desideravo creare quest’attività qui.
Quali sono le qualità che un wedding planner dovrebbe possedere?
Innanzitutto sapere ascoltare, essere in grado di creare situazioni adatte alla coppia: ognuna è diversa e ha le sue peculiarità. Inoltre deve essere in grado di sviluppare un team, saper comunicare e soprattutto non essere persone individualiste. Sviluppare un bello spirito di squadra è fondamentale.
Pro e contro del mestiere?
Tra i pro, scoprire nuove e suggestive location, veri e propri angoli di paradiso spesso a due passi da casa; e quindi il contatto con la natura e l’arte e soprattutto il fatto di interagire con persone sempre diverse. I contro, forse, il fatto che dall’esterno appaia come un lavoro semplice che va molto di moda, e perciò ci sono molte persone che si approcciano al mondo del wedding in modo improvvisato.
Quale è stata la richiesta più strana che le è mai stata chiesta?
Ricordo un matrimonio di qualche anno fa in cui lo sposo voleva portare la sposa a fare un giro in elicottero. Era una sorta di ulteriore promessa dopo il sì: voleva ridargli il “ti amo” ad alta quota.
Hai mai organizzato matrimoni con temi bizzarri?
Io amo molto la semplicità, l’eleganza e la sobrietà, però è capitato. Una volta ho gestito un matrimonio dove faceva da padrone il colore “black”, per richiamare il tema che era dedicato a Diabolik. Lo sposo era un grande appassionato e voleva riportarlo anche nel giorno delle sue nozze.
Meglio un matrimonio estivo o invernale?
Sono belli entrambi. Un matrimonio in estate è bello perché prevede gli spazi aperti, ma anche il matrimonio in inverno ha il suo fascino e sta prendendo sempre più piede. Il matrimonio estivo è più vissuto come una festa, mentre quello invernale è più riservato.
Che richieste le fanno le coppie straniere?
Sono molto semplici e amano moltissimo la Toscana. Gli italiani spesso prediligono matrimoni in spiaggia e al mare, mentre uno straniero che arriva da noi preferisce la collina, la cornice toscana e quindi il genere “country chic”. Sono anche molto più semplici nel mangiare, essenziali negli allestimenti, danno molto valore alla festa e alla scenografia: per loro è più una fase di ritrovo, di riunione di amicizie da varie parti del mondo.
Di solito, su cosa non badano a spese i futuri sposi?
L’abito, sia per la sposa sia per lo sposo. Sicuramente la scelta del vestito rimane una fase fondamentale per cui non si bada a spese.
E’ vero che sono le donne a dettar legge nell’organizzazione del matrimonio o, nel suo caso, ha avuto a che fare anche con uomini dalle idee molto decise?
Apparentemente sembrerebbe che siano le donne a decidere, ma non è così. Gli uomini ci tengono molto e sono sempre più partecipi ed esigenti. Durante alcune mise en place mi è capitato che arrivasse la sposa con la famiglia che decideva sulla presentazione e poi arrivava lo sposo che faceva rifare tutto da capo! Lo sposo mette la sua parola e anche la sua famiglia è molto presente. Devo dire che gli abbracci più belli e forti li ho ricevuti dai padri dello sposo.
Lei segue le coppie per diversi mesi, dall’inizio dei lavori fino al grande giorno. Con gli sposi creerà anche dei legami affettivi.
Si crea un forte legame, anche se all’inizio non è stato semplice perché rappresentavo una figura nuova ed estranea. I primi tempi dovevo spiegare di cosa mi occupassi, adesso non più: la figura del wedding planner si è imposta negli ultimi anni. Rimango in contatto con le coppie, mi informano delle nascite, spesso vengo invitata ai battesimi. E anche con gli stranieri, che non mancano mai di mandare una lettera di ringraziamento.
Che consigli darebbe a chi volesse intraprendere questo mestiere?
Noi wedding planner abbiamo una responsabilità grandissima e il nostro lavoro non è da prendere sottogamba. Non è come organizzare la festa di compleanno per gli amici, bisogna metterci serietà e impegno. Non pensare che sia solo divertimento, anzi. E poi sicuramente intraprendere una fase di preparazione. Crearsi un proprio studio e non improvvisarsi dall’oggi al domani.