L'artista milanese esce col nuovo disco e dà un sterzata netta al suo percorso: si intitola "Television vol. 3", è colmo di sorprese. Oltre a far musica fa tatuaggi nel suo centro. Di tattoo si parla pure in Best Ink, ogni mercoledì alle 21.10 su Sky Uno
di Fabrizio Basso
La musica è strana. Ti impegni per mesi, anni a inquadrare un artista e quando credi di avercela fatta lui ti frega con una sterzata che neanche in Formula 1. Per fortuna la parabolica che ha fatto Entics è di quelle che ti immettono su un rettilineo nuovo, bello da vedere e da correre. Che manco hai fatto cento metri che già pensi alla curva successiva. E magari in questo tragitto ti fermi al suo centro di tatuaggi, in centro a Milano. Perché oltre ad avere un corpo che è una graphic novel, Entics i tatuaggi li fa nel suo centro "The Backyard Electric Tattooing". Lui magari solo agli amici, ma i suoi collaboratori a chiunque voglia entrare in questo universo che è ben raccontato anche da Best Ink in onda ogni mercoledì alle ore 21.10 su Sky Uno.
Entics quando ha iniziato a scriversi sul corpo?
Se oggi sono affezionato ai tatuaggi lo devo a Vacca.
Che linea segue?
Direi il traditional. Quelli maori o giapponesi non mi rappresentano. Nel traditional qualunque elemento può diventare un tatuaggio. Artisticamente amo definirmi un collezionista, quando so che in zona, di passaggio, c'è un tatuatore famoso lo cerco.
Obiettivo?
Il masterpiece sarà quando avrò collezionato tutti quelli che mi piacciono.
Difficile cominciare?
Non è un orecchino, puoi toglierlo. Diventa parte del tuo corpo. I miei genitori si tatuano, vengono in via Mora a Milano al mio Backyard Electric Tattooing e si fanno i tattoo.
Quando ha cominciato?
Ho ponderato la scelta, non mi porto dietro le stupidate degli anni '90. Il primo intorno ai vent’anni. Una peonia sul petto. Già fatto in prospettiva perché può crescere, dal petto si sviluppa. Se pensi che sarà l’unico scegli una zona più simmetrica, il braccio, la gamba.
Quando il prossimo?
A settembre. Col caldo meglio evitare, se si può.
Esiste una filosofia del tatuaggio?
Eccome, la amo, cerco di scavarne la cultura. Non per tutti è la stessa cosa, ma c'è.
Ci presenta Television vol. 3?
La svolta nasce dal fatto che avevo perso genuinità negli album precedenti e volevo ritrovarla. Non arrivo dal mondo dell'hip hop ma sono stato accolto bene, ho fatto tanti featuring. Mi chiamavano per fare ritornelli cantati e non note rappate. Ora vado verso una strda più tortuosa, lo so, ma è quello che voglio.
Come nasce una sua canzone?
Alla vecchia maniera, con la chitarra, poi la porti in studio e ci lavori. Mi concentro sulle melodie, cerco di capire dove arrivo con la voce.
Perché prende le distanze dal rap?
Mi sta un po’ stretto anche se è una cultura che amo. La loro comunicazione è più legata alle parole, io voglio trasmettere sensazioni e lo faccio con le melodie.
Che si aspetta da "Television vol. 3"?
Spero piaccia e faccia ballare le persone.
Il rap è in declino?
Non credo, ci sono altre strade da battere. Oltreoceano già c’è la musica che faccio io, non ho inventato niente. Pare che oggi i ragazzi ascoltino solo rap. Io mi ispiro di più ai giamaicani che si spostano a Miami e si contaminano. Penso a Sean Paul e Damien Marley. Il reggae è tante cose. La mia musica oggi è giamaicana e caraibica ma con l'inserimento di suoni elettronici.
Come si definirebbe?
Reggae 2.0.
Come nasce una sua canzone?
I miei brani nascono spesso alla vecchia maniera, con la chitarra, poi la porti in studio e ci lavori. Io do importanza alle melodie, cerco di capire dove arrivo con la voce.
Legalizziamola susciterà polemiche.
Qualche anno fa c'era più paura a parlarne, oggi è cambiata la denominazione: prima era droga, ora è erba medica. Ne fornisco una visione simpatica con rime filastroccate. Il proibizionismo forte c’è stato negli anni passati.
Invece Muoviti?
Mi piace che questo ballo, il Twerk, sia arrivato in Italia soprattutto con un telefono senza fili. Nel tempo sono cambiati i sex symbol: prima andava la magra ora la conformata. A me piacciono un po’ pacchiotte.
Vado è un tirare le somme...
A un cento punto si fa un bilancio e io mi avvicino a trent'anni. E' l'ultimo brano e lascia in sospeso quello che può essere un progetto futuro. Mi sta stretto essere rapper ma continuerò a frequentare l’ambiente. Spero che chi ascolta questo disco possa essere incuriosito da ciò che farò dopo.
Collabora con Vacca.
Siamo amici da anni, ho iniziato con lui nel 2003. Avevo voglia di fare una cosa con lui, è nata Patti chiari. E poi ho il featuring di Jake La Furia con Nella pelle. Ma soprattutto ho al mio fianco DJ Nais.
Chi è Entics
Vorrei essere classificato come musicista.
Il suo genere?
E' un reggae/jamaica/caraibico svecchiato.
La musica è strana. Ti impegni per mesi, anni a inquadrare un artista e quando credi di avercela fatta lui ti frega con una sterzata che neanche in Formula 1. Per fortuna la parabolica che ha fatto Entics è di quelle che ti immettono su un rettilineo nuovo, bello da vedere e da correre. Che manco hai fatto cento metri che già pensi alla curva successiva. E magari in questo tragitto ti fermi al suo centro di tatuaggi, in centro a Milano. Perché oltre ad avere un corpo che è una graphic novel, Entics i tatuaggi li fa nel suo centro "The Backyard Electric Tattooing". Lui magari solo agli amici, ma i suoi collaboratori a chiunque voglia entrare in questo universo che è ben raccontato anche da Best Ink in onda ogni mercoledì alle ore 21.10 su Sky Uno.
Entics quando ha iniziato a scriversi sul corpo?
Se oggi sono affezionato ai tatuaggi lo devo a Vacca.
Che linea segue?
Direi il traditional. Quelli maori o giapponesi non mi rappresentano. Nel traditional qualunque elemento può diventare un tatuaggio. Artisticamente amo definirmi un collezionista, quando so che in zona, di passaggio, c'è un tatuatore famoso lo cerco.
Obiettivo?
Il masterpiece sarà quando avrò collezionato tutti quelli che mi piacciono.
Difficile cominciare?
Non è un orecchino, puoi toglierlo. Diventa parte del tuo corpo. I miei genitori si tatuano, vengono in via Mora a Milano al mio Backyard Electric Tattooing e si fanno i tattoo.
Quando ha cominciato?
Ho ponderato la scelta, non mi porto dietro le stupidate degli anni '90. Il primo intorno ai vent’anni. Una peonia sul petto. Già fatto in prospettiva perché può crescere, dal petto si sviluppa. Se pensi che sarà l’unico scegli una zona più simmetrica, il braccio, la gamba.
Quando il prossimo?
A settembre. Col caldo meglio evitare, se si può.
Esiste una filosofia del tatuaggio?
Eccome, la amo, cerco di scavarne la cultura. Non per tutti è la stessa cosa, ma c'è.
Ci presenta Television vol. 3?
La svolta nasce dal fatto che avevo perso genuinità negli album precedenti e volevo ritrovarla. Non arrivo dal mondo dell'hip hop ma sono stato accolto bene, ho fatto tanti featuring. Mi chiamavano per fare ritornelli cantati e non note rappate. Ora vado verso una strda più tortuosa, lo so, ma è quello che voglio.
Come nasce una sua canzone?
Alla vecchia maniera, con la chitarra, poi la porti in studio e ci lavori. Mi concentro sulle melodie, cerco di capire dove arrivo con la voce.
Perché prende le distanze dal rap?
Mi sta un po’ stretto anche se è una cultura che amo. La loro comunicazione è più legata alle parole, io voglio trasmettere sensazioni e lo faccio con le melodie.
Che si aspetta da "Television vol. 3"?
Spero piaccia e faccia ballare le persone.
Il rap è in declino?
Non credo, ci sono altre strade da battere. Oltreoceano già c’è la musica che faccio io, non ho inventato niente. Pare che oggi i ragazzi ascoltino solo rap. Io mi ispiro di più ai giamaicani che si spostano a Miami e si contaminano. Penso a Sean Paul e Damien Marley. Il reggae è tante cose. La mia musica oggi è giamaicana e caraibica ma con l'inserimento di suoni elettronici.
Come si definirebbe?
Reggae 2.0.
Come nasce una sua canzone?
I miei brani nascono spesso alla vecchia maniera, con la chitarra, poi la porti in studio e ci lavori. Io do importanza alle melodie, cerco di capire dove arrivo con la voce.
Legalizziamola susciterà polemiche.
Qualche anno fa c'era più paura a parlarne, oggi è cambiata la denominazione: prima era droga, ora è erba medica. Ne fornisco una visione simpatica con rime filastroccate. Il proibizionismo forte c’è stato negli anni passati.
Invece Muoviti?
Mi piace che questo ballo, il Twerk, sia arrivato in Italia soprattutto con un telefono senza fili. Nel tempo sono cambiati i sex symbol: prima andava la magra ora la conformata. A me piacciono un po’ pacchiotte.
Vado è un tirare le somme...
A un cento punto si fa un bilancio e io mi avvicino a trent'anni. E' l'ultimo brano e lascia in sospeso quello che può essere un progetto futuro. Mi sta stretto essere rapper ma continuerò a frequentare l’ambiente. Spero che chi ascolta questo disco possa essere incuriosito da ciò che farò dopo.
Collabora con Vacca.
Siamo amici da anni, ho iniziato con lui nel 2003. Avevo voglia di fare una cosa con lui, è nata Patti chiari. E poi ho il featuring di Jake La Furia con Nella pelle. Ma soprattutto ho al mio fianco DJ Nais.
Chi è Entics
Vorrei essere classificato come musicista.
Il suo genere?
E' un reggae/jamaica/caraibico svecchiato.