Rezophonic, dalla a me l'acqua

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La band capitanata da Mario Riso presenta il terzo album R3zophonic e prosegue la sua campagna per creare pozzi d'acqua in Africa. Il video in rotazione su Sky Uno e Sky Arte

di Fabrizio Basso

Eccoli i Rezophonic al loro terzo album che si chiama semplicemente R3zophonic. Dal 2006 sono una factory di artisti tutti impegnati a portare l'acqua dove non c'è. Infatti il singolo che lancia il disco si intitola Dalla a me (io non la spreco) ed è già in rotazione su Sky Uno e Sky Arte. Abbiamo intervistato Mario Riso, batterista del gruppo, ma soprattutto anima e motore.

Mario Riso ci introduca a R3ZOPHONIC.
E' complementare ai due precedenti. Il primo, Rezophonic, vedeva come tematica principale l'Africa e la grande problematica dettata dalla scarsità di risorse idriche in alcune zone specifiche. Il secondo prendeva in considerazione il problema dell'acqua in senso globale senza cioé delimitarlo a zone, nazioni o colore della pelle. Questo terzo lavoro si prende sempre cura del progetto idrico di AMREF e Icio Onlus che fa capo a Icio De Romedis, ma con una speciale attenzione rivolta agli sprechi.
Come evitarli?
Se non hai la possibilità di aiutare gli altri donando tempo o soldi, puoi stare attento a non sprecare ciò di cui disponi. Questo è sicuramente un bel modo per restituire una terra migliore a chi verrà.
L'elenco dei suoi colleghi che aderiscono al progetto è sterminato: da Ilaria D'Amico e Pippo Baudo, da Cristina Scabbia a Jake la Furia, da Caparezza a Javier Zanetti per citarne qualcuno.
Sono difficili e varie le dinamiche che li portano ad aderire ma quel che conta è che lo facciano.
Merito suo?
Non mi pongo troppi interrogativi. Raccolgo la mia lealtà e mi sta bene così.
Che numeri porta in dote?
A oggi 158 pozzi, 15 cisterne e tre scuole.
Come vi definite?
Una nazionale del rock pronta a supportare AMREF e Icio Onlus. Ma siamo presenti ovunque ci sia bisogno e ci chiamano. Abbiamo sostenuto l'Emilia stremata dal terremoto, siamo vicini a capitan Zanetti e alla sua Onlus.
Cristina Scabbia dei Lacuna Coil è, con Giuliano Sangiorgi, Caparezza e Ketty Passa, tra i più assidui sostenitori del progetto.
E' una portavoce degna. Ha un carattere che va oltre l'immaginabile e una disponibilità unica: arriva dagli Stati Uniti e poche ore è sul palco con noi, incurante di stanchezza e fusi orari.
Come sono le vostre canzoni?
Sono storie. Spero che piacciano. Stavolta abbiamo alzato un po' le quote di reggae e hip hop.
Scrive per voi Danti dei Two Fingerz.
Credo che con Caparezza sia il poeta del 2014.
Come è la vita del batterista nel terzo millennio?
La tecnica si è evoluta ma le tecnologie frenano un po' la cattiveria.
Chi avrebbe voluto essere?
Nessuno, sto bene come Mario Riso. Ma c'è qualcuno col quale avrei voluto collaborare.
Dica.
John Bonham dei Led Zeppelin, Stewart Copeland dei Police, Neil Peart dei Rush e poi credo che mi sarei divertito con gli Iron Maiden che di batteristi ne hanno cambiato qualcuno.
Prossimi appuntamenti di Rezophonic?
Li trovate sul sito e su tutti i nostri social: facebook e twitter.

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