Watchmen, la recensione del quinto episodio della serie tv

Serie TV

Paolo Nizza

Tra calamari giganti e traumi giovanili, la quinta puntata di Watchmen ci svela le origini del personaggio di Specchio (Looking Glass) e il piano di Adrian Veidt per evadere dalla sua prigione: leggi la recensione.

Specchio, specchio delle mie brame

“Siete pronti a sentire la verità.” È questa la prima battuta pronunciata da Wade Tilman (interpretato da Tim Blake Nelson). Siamo a Hoboken, New Jersey. È il due novembre del 1985. L’orologio dell’apocalisse nucleare sta per segnare l’ora fatale. Il due novembre. Tra poco tre milioni di persone moriranno a causa di un'onda psichica generata da un calamaro gigante proveniente da un'altra dimensione. Ma il giovane Wade si salverà. Al momento dell’esplosione, Tilman, infatti si trovata in un luna park, nello specifico dentro una casa degli specchi. Quel materiale riflettente gli ha salvato la vita e l'ha trasformato nel vigilante chiamato Specchio (Looking Glass). Ma la paura è rimasta, il trauma pure. Perché nel 1985 Wade era un testimone di Geova, e a portarlo nella House of Mirrors è stata una ragazza che con la scusa di sedurlo e di fargli perdere la verginità gli ha rubato i vestiti, lasciandolo nudo, umiliato e roso dai sensi di colpa.

Come diceva Jean Cocteau: “Gli specchi dovrebbero pensare più a lungo, prima di riflettere.“ E in fondo tutto il quinto episodio di watchmen è un gioco di riflessi distorti, gioco in cui la serie tv si specchia nel fumetto di Alan Moore. Senza spoilerare troppo, attraverso la storia di Wade (ricercatore di mercato e poliziotto di notte) scopriamo finalmente la verità su quell’apocalisse orchestrata da Ozymandias. Mentre Howard Jones canta "Things Can Only Get Better", seguita da "Careless Whisper", eseguita da George Michael, il prologo di questa puntata è un florilegio di citazioni tratte dalla graphic novel. A partire dalla gang dei Knot Tops, con la loro acconciatura che rimanda a quella dei samurai e con i loro giubbotti in pelle. Il titolo dell’episodio, invece, è ispirato una frase di Ventimila leghe sotto i mari, "If there were no thunder, men would have little fear of lightning.", ossia: "Se non ci fosse il tuono, l'uomo avrebbe poca paura del fulmine." E non a caso il gruppo di sostegno per chi soffre di fobie legate all’esplosione psichica generata dal calamaro si chiama Amici di Nemo.

Così, al pari del sottomarino guidato dal leggendario capitano, ci immergiamo in questa realtà alternativa. Un mondo in cui Steven Spielberg ha vinto una schidionata di Oscar con un film intitolato Pale Horse, che ha molti punti in comune con Schinder’s List. In questo universo parallelo in cui non esistono i cellulari, il tabacco è stato bandito e forse pure i cereali, si palesano ancora una volta i Minutemen. Questa volta sono protagonisti di una scena porno gay in cui Giustizia Mascherata possiede Capitan Metropolis. A guardare la sequenza hard (tratta da American Hero Story) è Specchio, che quando non indossa la sua maschera sfoggia un cappellino con visiera dei Tornado Tulsa, squadra di calcio realmente esisti che militò nella Union Soccer League per una sola stagione. Ancora una volta in Watchmen la realtà si specchia nella fantasia.

Nostalgia Canaglia

L’altro figura chiave di questo quinto episodio, ovvero Adrian Veidt, l’ex watchmen noto come Ozymandias. L’uomo più intelligente del mondo ha avuto un ruolo di primo piano nell’elezione di Robert Redford come presidente degli Stati Uniti, un’informazione di cui è venuto a conoscenza anche il Settimo Cavalleria. E a proposito del gruppo di suprematisti che indossano la maschera di Rorschach, scopriamo che uno dei loro capi è il sentore dell’Oklahoma Joseph "Joe" Keene. Ma, sulle note del Requiem di Mozart, la rivelazione principale è che i terroristi stanno tentando di aprire un portale, una finestra di teletrasporto su un’altra dimensione.

Anche Adrian non si trova sulla Terra. Con ogni probabilità la sua prigione è situata su una delle lune del pianeta Giove. Con i corpi congelati dei suoi cloni, Veidt ha composto a carattere cubitali la scritta Save me (Salvami). Non sappiamo chi sia il destinatario del messaggio, forse il Dottor Manhatttan, forse Lady Trieu. Ciò che sappiano è che l’utopia di Ozymandias di creare un mondo più forte e amorevole che difenda i deboli e faccia regredire la rovina ambientale è fallita miserabilmente. È solo un ricordo, come le pillole del nonno di Angela. Finalmente ci viene rivelato di cosa sono composte. Si tratta di una droga chiamata Nostalgia: e, per citare l’aforisma di George Ball, “La nostalgia è un bugiardo seducente.”

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