L'ottava stagione de Il Trono di Spade è cominciata subito con una sorpresa: dei titoli di testa tutti nuovi, che accennano a quanto avvenuto finora e a quanto sta per accadere: scopri di più.
Il momento tanto atteso è arrivato: l’ottava e ultima stagione de Il Trono di Spade ha ufficialmente preso il via su Sky Atlantic, dando così inizio alla fine dell’evento televisivo dell’ultimo decennio. E, come non poteva essere altrimenti in una stagione che si configura ricchissima di sorprese e di colpi di scena, è cominciata subito con una novità, ovvero dei titoli di testa completamente rinnovati (chi non avesse ancora visto l'episodio in questione e preferisse non saperne niente è pregato di ripassare a leggere più tardi).
La sigla di Game of Thrones 8 conserva – ed è il caso di dire per fortuna, perché difficilmente i fan avrebbero potuto farne a meno! – come sottofondo musicale lo splendido tema composto da Ramin Djawadi, che già dalle primissime note, nella mente del pubblico, rimanda a Westeros e alle ambientazioni d Il Trono di Spade.
Rimane immutato anche lo stile visivo dei titoli di testa, che mostrano ancora una volta una versione “meccanica” di Westeros e dei luoghi principali della narrazione. Ma è qui che arrivano le novità, perché nel frattempo le cose, nel continente, sono piuttosto cambiate.
Innanzitutto, nella nuova sigla de Il Trono di Spade vediamo la Barriera… con un bel buco grande a sufficienza da far passare un esercito di non-morti, qui rappresentati dal mutare della pavimentazione grigia in azzurro, colore della pelle degli Estranei. È possibile che questa scelta di rappresentare visivamente l’avanzata di un esercito sulla mappa sarà mantenuta anche nel corso delle aperture dei prossimi episodi.
Ma non sono solo i cambiamenti intercorsi, ad avere mutato lo scenario dell’apertura della serie tv. È l’approccio, piuttosto: non abbiamo più una visuale globale di Westeros, ma siamo calati all’interno di ambientazioni molto specifiche, dalla cripta di Grande Inverno alla sala del trono di Approdo del Re. Come spiega a BuzzFeed il team di Elastic, responsabile degli opening credit, la decisione di cambiare l'apertura è stata dettata da vari fattori.
Innanzitutto gli avanzamenti tecnici intercorsi da quando la sigla è stata creata, che ha spinto lo studio a voler dimostrare come fosse possibile fare meglio, da un punto di vista visuale. In secondo luogo, mentre in principio i titoli di testa servivano a orientare lo spettatore rispetto a dove si sarebbero trovati episodio dopo episodio i personaggi sparpagliati in giro per il mondo, in questa ultima stagione, con i personaggi riuniti in poche location, questa esigenza è venuta meno.
Ecco quindi che abbiamo una visuale più ravvicinata del mondo de Il Trono di Spade, che ci mostra come quella che abbiamo visto finora non sia una mappa inanimata, quanto piuttosto uno scenario concreto e pieno di vita, anche se appena suggerita dalle immagini di apertura.
Le novità non finiscono qui: anche l’astrolabio che fa da architrave alla sigla, sul quale sono presenti dei bassorilievi rappresentanti momenti storici per Westeros, è stato cambiato, con l’aggiunta di tre episodi chiave, questa volta però non antecedenti lo show, ma raccontati nell’ambito delle sette stagioni finora andate in onda: si tratta, in ordine cronologico inverso, della caduta della Barriera, delle Nozze Rosse e della nascita dei draghi di Daenerys Targaryen.
Da quanto il team di Elastic ha raccontato a BuzzFeed, si capisce che le sigle dei vari episodi conterranno numerosi indizi e dettagli di rilievo, utili a chi saprà coglierli. Ma se proprio dobbiamo parlare di indizi, forse è il caso di cominciare da una nuova location mostrata nel corso dei titoli di testa: si tratta di Last Hearth (Ultimo Focolare), la fortezza degli Umber. Che, però, presumibilmente non rivedremo più, e chi ha visto il primo episodio sa bene perché!