Unwanted, la serie tv Sky Original tratta da Bilal di Fabrizio Gatti. Cosa c'è da sapere

Serie TV sky atlantic

Una nave da crociera trae in salvo un gruppo di migranti. Due mondi da sempre tenuti a distanza si troveranno a collidere, e a ripensare i concetti di giusto e sbagliato. Una serie in otto episodi prodotta da Sky Studios, Pantaleon Films e Indiana Production. Liberamente ispirata a “Bilal”, il libro di Fabrizio Gatti sul suo viaggio sotto copertura fra i migranti sulle rotte fra Africa ed Europa. In esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW da venerdì 3 novembre

Dilemmi morali e questioni etiche, speranza e dolore, solidarietà e crudeltà, vita e morte si intrecciano fino a diventare inscindibili nella nuova serie Sky Original Unwanted - Ostaggi del mare, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 novembre. La serie, prossimamente disponibile in tutti i Paesi in cui Sky opera in Europa, dal 3 novembre andrà tutti i venerdì su Sky Atlantic con due episodi a settimana e sarà disponibile anche on demand in 4K HDR.

Una serie in otto episodi

Unwanted - Ostaggi del mare è una serie in otto episodi prodotta da Sky Studios insieme a Pantaleon Films e Indiana Production, liberamente tratta da “Bilal” (edito da La nave di Teseo), il libro inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul viaggio da lui intrapreso lungo le rotte del Sahara, popolate non solo dai migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere l’Europa ma anche da quanti fanno affari lucrando sulla loro disperazione. Alla regia di tutti gli episodi Oliver Hirschbiegel, premiato regista tedesco divenuto celebre in tutto il mondo grazie a titoli come La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Diana e il film vincitore del Sundance Film Festival nel 2009 L’ombra della vendetta - Five Minutes of Heaven.

Le tematiche

Unwanted - Ostaggi del mare racconta come due mondi, da sempre tenuti a distanza, si trovino a scontrarsi nel momento in cui un gruppo di naufraghi africani viene tratto in salvo da una lussuosa nave da crociera in viaggio nel Mediterraneo. La situazione presto arriverà a un’escalation, in una serie che unisce tensione e attualità e si interroga su come cambino atteggiamenti e valori nel momento in cui a essere a rischio è la propria stessa vita.

Il cast

Girata in inglese, italiano, tedesco, francese e diversi dialetti africani, la serie è interpretata da un numerosissimo cast multiculturale capitanato da Marco Bocci e Jessica Schwarz, e che comprende Dada Bozela, Hassan Najib, Jonathan Berlin, Jason Derek Prempeh, Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli, Barbara Auer, Sylvester Groth, Marco Palvetti, Denise Capezza, Nuala Peberdy, Samuel Kalambay, Amadou Mbow, Edward Apeagyei, Reshny Massaka, Onyinye Odokoro, Massimo De Lorenzo, Scot Williams.

Gli autori e i produttori

Creata da Stefano Bises (Esterno notteThe New PopeIl ReSperavo de morì prima), Unwanted - Ostaggi del mare è scritta da Stefano Bises con la collaborazione di Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero.

La serie è prodotta per Pantaleon da Dan Maag, Marco Beckmann, Patrick Zorer, Stephanie Schettler-Koehler e dal produttore Sascha Rosemann che per primo ha avuto l’idea di adattare il libro di Fabrizio Gatti; per Indiana è prodotta da Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Daniel Campos Pavoncelli e Marco Cohen. Produttori esecutivi per Sky Studios sono Nils Hartmann, Sonia Rovai ed Erica Negri.

NBCUniversal Global Distribution è il distributore internazionale della serie per conto di Sky Studios. Unwanted – Ostaggi del mare sarà disponibile nella sezione on demand Primissime per i clienti Extra.

La trama

La Orizzonte è una gigantesca nave crociera. Cinquemila persone a bordo, tra passeggeri ed equipaggio. La prima sera, dal mare vengono salvati ventotto migranti africani. Per quelle persone in fuga da miseria, fame e guerre l’Orizzonte è la salvezza. Per i passeggeri, l’incontro con i naufraghi, è un bagno di realtà di cui avrebbero probabilmente fatto a meno. Perché la scoperta da parte dei migranti che la nave è diretta in Nord Africa, da dove fuggono, li spinge a dirottare la nave, trasformando la crociera in un teatro di scontro dove si scaricheranno tutti i conflitti scatenati dalle migrazioni.

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Unwanted - Ostaggi del mare, il viaggio dei migranti nella serie Sky

I PERSONAGGI

Equipaggio – Capitano Arrigo Benedetti Valentini (Marco Bocci)

È un bell'uomo, moro, con penetranti occhi neri, fisico asciutto. Arrigo è al suo primo incarico e forse, in fondo, sa di non meritarselo. Intrappolato tra il suo dovere e la sua morale, Benedetti farà di tutto per risolvere la situazione. Cercherà di essere autorevole e di attenersi il più possibile alle regole. Ma la vicinanza alla forza e al coraggio di Edith lo metterà in crisi. La verità è che Arrigo è un uomo insicuro, che a quasi 40 anni ancora non sa chi è. Per lui il comando significa ben più della sua carriera: è tutto ciò che resta della sua identità.

Equipaggio– Edith (Jessica Schwarz)

Edith è una donna tedesca con un bel viso, occhi azzurri incorniciati da un caschetto biondo. È testarda e forte, con una naturale inclinazione al comando. Lentamente, Edith è riuscita quasi ad arrivare al comando. E quando aveva creduto di farcela, di aver mostrato di essere pronta, ecco arrivare un uomo: Valentini, che Edith ritiene non abbia bravura né carattere. Edith, invece, ha il temperamento per assumere il ruolo di comandante. Spinta da questa consapevolezza, si metterà a capo della sicurezza e cercherà di gestire la crisi per riprendere con la forza il controllo della nave.

Equipaggio – Jurgen (Jonathan Berlin)

Jurgen è tedesco, poco più che ventenne, dai lineamenti dolci e regolari. Segretamente gay, non vive più a casa da quasi otto anni. Oggi, Jurgen è uno dei camerieri del ristorante principale della nave. Non è un posto prestigioso, ma a lui va bene. Non sembra felice di vedere i suoi genitori a bordo, soprattutto perché questo lo costringerà a dire la verità sulla sua promozione e ad affrontare la depressione di sua madre. Grazie a Daniel, affronterà i problemi della madre, Hannelore, e da questa vicinanza nascerà una relazione tra i due uomini.

Equipaggio – Carl (Scot Williams)

È un uomo inglese. In passato ha lavorato in Iraq e ora è il capo della sicurezza a bordo della nave; è razzista nei confronti dei migranti, uno dei pochi che non ha avuto pietà del loro tragico salvataggio. Ha il compito di assicurarsi che non lascino l'area della nave in cui sono isolati. Non appena se ne presenterà l'occasione, cercherà di fermare i tre migranti nella sala di controllo, prima con il Capitano, poi alleandosi con uno dei crocieristi.

Naufraghi – Tareq (Dada Bozela)

È un uomo sulla trentina, nigeriano. Tareq non si fida di nessuno, sembra pensare solo a sé stesso per farla franca in qualche modo. Si scoprirà che Tareq non è come tutti gli altri migranti a bordo. In Africa era il nemico: un commerciante di esseri umani. Ora che si è mescolato ai migranti, ignari di avere tra loro un trafficante, guardandoli in faccia e ascoltando le loro storie, Tareq ritrova la voglia di combattere. A bordo della Orizzonte condividerà una stanza con Ibrahim e guiderà il gruppo di migranti decisi a dirottare la nave.

Naufraghi – Ibrahim (Hassan Najib)

Viene dall'Eritrea. È magro, i suoi occhi infossati e perseguitati dall'orrore che ha appena vissuto. Ibrahim è un uomo mite e non violento. Ha una moglie e un figlio, che sono in Italia da due anni, e non vede l'ora di riabbracciare. Quando mette piede sulla Orizzonte sente la fatica e le privazioni del viaggio attraverso l'Africa. Dopo il dirottamento della nave, il suo morale è messo a dura prova. Per arrivare in Italia e ritrovare moglie e figlio, Ibrahim deciderà di unirsi ai dirottatori. Finché non scoprirà la verità su Tareq...

Naufraghi – Elvis (Samuel Kalambay)

Elvis ha quattordici anni e viene dal Camerun. È affetto da albinismo e quando ha capito di essere diverso dagli altri, sua madre gli ha detto che era un bambino magico. Per questo tutti lo tormentano, per avere i suoi superpoteri. Non è facile vivere ogni giorno da preda, ma Elvis è entusiasta della vita. È grato per essere come è. A bordo della nave da crociera, Elvis è travolto da un turbine di emozioni: le attrazioni, l’intrattenimento, i negozi con le maglie dei suoi idoli del calcio. All'interno di questo sogno, incontra lo sguardo di una ragazza inglese della sua età, Mary.

Naufraghi - Ousmane (Edward Apeagyei)

Un uomo buono e malinconico, nigeriano, con sei figli e due mogli da mantenere. In Africa ha accompagnato per un po' i migranti con il rottame di auto che usava come taxi. Ma quando la macchina, in mezzo alla strada, si è fermata per sempre, Ousmane non ha avuto altra scelta che provare la rotta per l'Europa. Se n'è andato senza salutare nessuno dei suoi cari perché è l'unico modo, gli hanno detto: “Altrimenti non lo farai, perché sai che probabilmente non li vedrai mai più”.

Naufraghi – Joseph (Amadou Mbow) e Daniel (Jason Derek Prempeh)

Sono due fratelli orfani della Liberia fuggiti dalla guerra civile. Daniel ha studiato medicina fino a quando Joseph, che pagava la retta, ha perso il lavoro. Joseph ha un figlio di tre anni e una moglie a cui provvedere, così i due sono partiti per l'Europa. A Dirkou, non avendo più soldi, hanno iniziato a lavorare per pagare il viaggio, continuando in schiavitù. Quando hanno raggiunto la Libia sono stati rapiti da uomini armati che li hanno rinchiusi in un magazzino, picchiandoli e torturandoli. All'insaputa di suo fratello, Daniel è omosessuale, ma è troppo spaventato per confidarglielo.

Naufraghi – Marem (Reshny Massaka)

Marem è una donna senegalese proveniente da un paese di pescatori, riuscita a salvarsi dal naufragio con la sua bambina, Miracle. Nella sua città natale, a soli 15 anni, i suoi genitori le fecero sposare un uomo più grande che aveva pagato per averla. Lui e le sue altre mogli la picchiavano, al punto che Marem ha cercato più volte di scappare, sempre senza successo. Alla fine ha trovato il modo di partire, ma durante il viaggio è stata violentata ed è rimasta incinta. Darà alla luce la sua Miracle nella cella di una prigione libica.

Naufraghi – Sophia (Onyinye Odokoro)

Nigeriana, bella, sospettosa e impaurita, Sophia affronta il mondo con grande paura e ingenuità. Sogna di avere un piccolo negozio di abbigliamento e di vivere con un uomo che la ami, ma è profondamente ferita dalle violenze subite. In Africa è stata una modella, ma è stata più volte ingannata e usata. Franco, un crocierista, si innamorerà subito di lei. Ma sarà difficile per lei fidarsi e cedere alle sue lusinghe.

Passeggeri – Nicola (Marco Palvetti) & Diletta (Denise Capezza)

Nicola è un carabiniere casertano, Diletta una parrucchiera. La crociera attraverso l'Europa ha per loro un obiettivo preciso: rilassarsi entrambi e concepire il bambino che non hanno ancora avuto. Nei confronti dei migranti, Nicola ha un atteggiamento disincantato: da carabiniere, sa cosa accadrà loro una volta arrivati in Europa: finiranno per spacciare e rubare per sopravvivere. Non è razzismo per lui; è la realtà dei fatti. Diletta è più una sognatrice: dal primo momento in cui vede la piccola Miracle tra le braccia di sua madre, si innamora della bimba.

Passeggeri – Klaus (Sylvester Groth) & Hannelore (Barbara Auer)

Sono una coppia tedesca sulla sessantina. Per anni hanno lavorato insieme nella stessa compagnia fino a quando i cinesi hanno acquistato l'azienda e hanno licenziato lei. Da allora Hannelore è alle prese con una depressione che lentamente la sta annientando. La sua unica gioia è il figlio Jurgen: la coppia è a bordo della nave per lui. Vogliono sorprenderlo, convinti che sia stato promosso a caposala. Ma forse non è stata una grande idea. A bordo, Klaus cercherà di dissimulare con Jurgen la malattia di sua moglie fino a quando il problema non sarà troppo evidente per essere nascosta.

Passeggeri – Franco (Francesco Acquaroli) & Silvia (Cecilia Dazzi)

Franco e Silvia sono ormai una coppia senza passione. Dal loro abbigliamento e dal loro modo di parlare si capisce che provengono da un'alta classe sociale. Lui è un insegnante di astrofisica all'università, un uomo colto, curioso, divertente a modo suo. Ma il suo rapporto con Silvia lo rende annoiato e senza entusiasmo. Franco e Silvia finiscono in crociera per caso, con due biglietti vinti da un premio del supermercato. Silvia cercherà di divertirsi come non faceva da anni. Franco si innamorerà del fascino di Sophia, una giovane e bella migrante.

Passeggeri – Mary (Nuala Peberdy)

Mary è una ragazza inglese di dodici anni che ha già conosciuto il dolore. Occhi curiosi, testa sempre avvolta in un foulard di seta, è intelligente e acuta. Mary ricorda perfettamente il giorno in cui il dottore ha cercato di spiegare la sua malattia, un tumore. Legge molto, perché da quando ha iniziato la chemioterapia ha paura di morire. A Mary non piace la sua testa glabra, né lo sguardo degli altri su di lei. Non avrebbe mai voluto salire su quella nave, ma lo ha fatto per i suoi nonni, che a loro volta lo hanno fatto per lei. A bordo, tuttavia, incontrerà Elvis, un essere umano unico come lei.

Passeggeri – William (Clive Riche) e Fiona (Victoria Chapman)

Sono un'anziana coppia inglese, i nonni di Mary. Preoccupati e compassionevoli, hanno deciso di portare Mary in crociera dopo la sua battaglia contro la malattia. Il loro piano era quello di aiutare i genitori di Mary dopo che il cancro della figlia aveva lasciato la coppia in difficoltà. Sanno che la loro nipote non vuole essere su quella crociera, ma faranno tutto il necessario per intrattenerla, e questo farà solo sentire Mary ancora più a disagio.

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Unwanted - Ostaggi del mare, il cast racconta i personaggi della serie

NOTE DI PRODUZIONE – SKY STUDIOS: NILS HARTMANN, EVP SKY STUDIOS PER L’ITALIA E LA GERMANIA

Nel 2007 Fabrizio Gatti pubblica “Bilal”, diario di 4 anni da infiltrato lungo le rotte del Sahara tra i trafficanti e i migranti in viaggio dall’Africa verso l’Europa, lungo la rotta del Mediterraneo. Nel 2018 leggo per la prima volta il libro e ne rimango rapito e penso che meriti di diventare una serie. Una serie unica e necessaria.

Unwanted – Ostaggi del mare nasce dal coraggio di voler raccontare queste storie immergendo lo spettatore in quella che è una delle tragedie più importanti, più dibattute, più drammatiche del nostro paese - e dell’umanità intera, ma attraverso uno spunto narrativo di finzione: una nave che trae in salvo un gruppo di profughi.

La nostra serie racconta quindi di un incontro fra due mondi, l’equipaggio e i passeggeri di una nave da crociera e i ventotto migranti africani, in fuga da miseria, fame e guerre. Queste umanità si riconoscono, si compenetrano, si confrontano, si scontrano, ma allo stesso tempo si riflettono, ricordandoci che per quanto diversi possiamo sembrare, alla fine siamo tutti esseri umani che desiderano la stessa cosa: la felicità. In questo scontro di mondi lo sceneggiatore Stefano Bises ha deciso di dare un ruolo centrale al comandante della nave Arrigo Benedetti-Valentini, interpretato da un talentuoso Marco Bocci, che sarà il personaggio che dovrà affrontare il dilemma più feroce, crudele e complesso: fare il proprio dovere o fare la cosa giusta? Come Arrigo, ogni spettatore sarà chiamato a rispondere allo stesso quesito, a riflettere su cosa significhi “fare la cosa giusta” e a chiedersi cosa si è disposti a fare, a rinunciare, a sacrificare, per perseguirla.

In questo viaggio siamo stati affiancati da Pantaleon Films e Indiana Production, partner coraggiosi e ambiziosi come il progetto richiedeva, e da Oliver Hirschbiegel, la cui regia già acclamata con film come Five Minutes of Heaven (premiato al Sundance Film Festival) ha saputo cogliere con delicatezza e tenacia le storie dei vari personaggi e delle loro lotte personali.

Siamo certi che il pubblico apprezzerà questo imponente e magistrale lavoro e che sarà portato dalla serie a porsi delle domande, a riflettere su alcuni temi cruciali per il nostro paese, superando i limiti della comunicazione mediatica e andando al di là della retorica politica.

NOTE DI PRODUZIONE - PANTALEON FILMS: Patrick Zorer, producer e managing director; Sascha Rosemann, producer

Per Pantaleon Films Unwanted – Ostaggi del mare non è solo un atto di amore collettivo, ma anche di rabbia e profonda tristezza per l’ignoranza assolutamente inutile e crudele nei confronti della catastrofe umanitaria che si consuma nel Mediterraneo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, per la peggior parte degli ultimi vent’anni. In quanto produttori e creatori abbiamo dovuto affrontare molti ostacoli durante lo sviluppo e la produzione della nostra serie. Tuttavia, sapevamo che non era nulla in confronto alle incredibili ed estreme storie che stavamo raccontando. Il viaggio per portare Unwanted sullo schermo è iniziato con il libro “Bilal” di Fabrizio Gatti. Una recensione lo ha definito come “un pugno in faccia in slow motion”. Una descrizione davvero accurata che abbiamo preso a cuore e deciso di portare sullo schermo.

 

Insieme a Sky Studios siamo riusciti a raggiungere uno dei registi più acclamati in Germania, nominato agli Oscar, Oliver Hirschbiegel e Stefano Bises, uno dei migliori sceneggiatori italiani. Aver avuto il privilegio di lavorare con Oliver e Stefano e aver potuto contribuire a portare la loro visione sullo schermo è stata e continua ad essere un’esperienza estremamente gratificante, sia professionalmente che dal punto di vista personale. Girare la nostra serie, insieme al nostro partner coproduttore Indiana Production, esattamente negli stessi luoghi dove sono successe queste tragedie (l’Italia, il Mar Mediterraneo e l’Africa) è stata un’esperienza incredibile e che spesso ci ha riportati con i piedi per terra. Questo ha però aggiunto un altro livello di autenticità che per Oliver Hirschbiegel è sempre stato un elemento cruciale per dare vita al racconto sullo schermo. Impegnandosi sempre a raggiungere l’eccellenza nel racconto, Oliver ci ha spinti a dare il meglio fino all’ultima scena.

Siamo molto orgogliosi del nostro meraviglioso cast, che proviene da più di dieci Paesi su quattro diversi continenti, così come la nostra splendida troupe che ha dato tutto, lavorando di notte e di giorno. Essere riusciti a coinvolgere anche il premio Oscar Volker Bertelmann per elevare la nostra storia con la sua accattivante e memorabile musica originale, è stato più di quanto potessimo chiedere e sperare. Questa non è una di quelle storie che molte case di produzione e società si precipiterebbero a raccontare, e non sarebbe neanche stato possibile senza la passione di Nils Hartmann, Sonia Rovai, Erica Negri e tutto il team di Sky Studios.

Noi tutti speriamo che Unwanted nell’intrattenere durante i suoi 8 episodi, possa essere anche d’ispirazione per chi vorrà guardare coloro che, a causa di un passaporto “sbagliato”, non possono ottenere un passaggio sicuro verso la “nostra” parte del mondo, con più curiosità ed empatia.

NOTE DI PRODUZIONE – INDIANA PRODUCTION: FABRIZIO DONVITO, CHAIRMAN & CO – CEO; DANIEL CAMPOS PAVONCELLI, PARTNER & PRODUCER

Unwanted – Ostaggi del mare è la serie che Indiana ha sempre voluto fare. Grande impianto narrativo, elementi di genere, contemporaneità e approccio internazionale: questi ingredienti sono alla base della nostra linea editoriale e al cuore della serie.

La nostra è una storia attuale: ne sentiamo parlare tutti i giorni alla TV e ne leggiamo sui giornali. Ma l’incredibile lavoro di Stefano Bises sulla base del romanzo di Fabrizio Gatti offre un punto di vista inedito sulle vicende. In Unwanted è difficile giudicare chi siano i buoni e chi i cattivi. Non è quello che conta. Non c’è il bianco e il nero, ci sono infinite sfumature. Nel nostro racconto ci sono solo esseri umani con gioie e dolori, indipendentemente dalla condizione sociale e umana in cui si trovano, o in cui sono nati. È una storia che, purtroppo, non ha mai smesso di essere rilevante, e anzi lo diventa ogni giorno di più. Ma dietro il grande tema della migrazione, la serie esplora anche un numero di tematiche attualissime e sempre importanti, come la femminilità, il bisogno di sicurezza, la definizione della propria identità e gli estremismi, tra le altre. Per noi, è motivo di grande orgoglio poter finalmente raccontare a tutti questa storia.

Unwanted ci ha portato a misurarci con un progetto enorme ed una sfida produttiva molto importante: grazie a Sky Studios abbiamo dato vita ad una coproduzione internazionale, che ha coinvolto diversi Paesi, primi fra tutti l’Italia e la Germania, grazie alla nostra partnership con Pantaleon Films. Questi anni di lavoro sono stati una continua e reciproca influenza tra mondi, metodi e approcci eterogenei e a volte contrastanti, che alla fine si sono incontrati e uniti verso un unico obiettivo, che ci ha portato a creare una serie dall’impianto internazionale non soltanto a livello creativo o finanziario, ma anche e soprattutto sotto un punto di vista produttivo e di talent da tutto il mondo in ogni ambito.

 

Il modo in cui abbiamo lavorato, le risorse che abbiamo impiegato, le persone che sono state coinvolte nel progetto, riflettono in pieno la storia che abbiamo deciso di raccontare.  Unwanted, quindi, riflette la nostra concezione del mondo di oggi: eterogeneo, a volte contrastante, ma aperto e pronto ad accogliere tutti. Vuole essere un racconto contemporaneo, dove le influenze, i generi e le idee si mescolano per dare vita a una realtà sfaccettata e rilevante.

NOTE DI REGIA - OLIVER HIRSCHBIEGEL

Dare un volto a chi non ce l’ha. Quando il produttore Sascha Rosemann mi ha dato il libro di Fabrizio Gatti “Bilal” non ho potuto smettere di leggerlo fino all’ultima pagina. La scrittura travolgente, le descrizioni accurate dei personaggi e le loro storie di vita, mi hanno fatto pensare fin dal primo istante che c’era un potenziale narrativo con un lato umano e non didattico che mi avrebbe dato la possibilità di affrontare il problema della migrazione africana in modo potente e incalzante.

Il mio impulso è stato subito quello di creare una serie che avrebbe portato il pubblico a cambiare il modo di vedere i migranti. In altre parole, cercare di rendere le persone più comunemente considerate “invisibili” visibili, dando loro un volto, una voce e delle storie che potessero essere capite da tutti gli spettatori nel mondo.

Cercando una messa in scena drammatica che avrebbe portato il pubblico ad empatizzare con queste persone in lotta per la vita e allo stesso tempo incredibilmente coraggiose, la soluzione è arrivata con la geniale idea di Stefano Bises che il salvataggio dei personaggi dall’annegamento venisse fatto da una gigantesca nave da crociera.

“La cosa più terribile del vivere è questa: che ognuno ha le sue ragioni” è una frase del regista Jean Renoir che dal mio punto di vista non solo è la descrizione perfetta della vita ma che rappresenta anche l’essenza dello storytelling. Andare oltre gli stereotipi, cercando di creare personaggi completi e autentici, è stato l’obiettivo principale in tutti i miei film ed è il risultato del seguire quel concetto di “ragioni” di cui parla Renoir. La tensione nel racconto non è altro che il continuo mettere alla prova le diverse motivazioni che spingono le persone ad agire. Mai prima d’ora sono stato sfidato in questo senso quanto con la regia di Unwanted. In questo caso l’obiettivo era creare e calibrare due tipi di motivazioni differenti e resistere alla tentazione di prendere una posizione.

I banali conflitti mondani ed i capricci dei turisti bianchi da un lato sono sembrati troppo innocui, in contrasto con le ragioni esistenziali dei migranti salvati dal mare che hanno affrontato morte, fame, abusi e torture. Quello che doveva essere creato era un allestimento multistrato, che porta i protagonisti europei ed africani a fondersi in un’unica camera degli specchi tridimensionale. Questo è il risultato della bellezza della scrittura di Stefano Bises. Di conseguenza, ho seguito il mio percorso usuale: non essere mai di parte o critico, e dare ad ogni personaggio il giusto spazio senza mai sfociare nella piattezza del sentimentalismo.

NOTE DI SCENEGGIATURA - STEFANO BISES

La scintilla di come trasformare “Bilal” in un racconto seriale è scoccata quando mi è capitato di leggere su un quotidiano la notizia del salvataggio in mare di un gruppo di migranti da parte di una nave crociera. Una nave gigantesca - un contenitore straordinario di abbondanza e lusso a buon mercato, una sorta di miniatura del nostro mondo, o della percezione che forse possono avere i migranti del nostro mondo - mi è sembrata un’arena formidabile per provare a illustrare le storie che Fabrizio Gatti ha raccolto nel suo viaggio e al tempo stesso esplorare i sentimenti che proviamo noi occidentali nei confronti dei migranti. Strappare i migranti dalla dimensione puramente contabile cui li condannano le cronache giornalistiche, dando loro la dimensione di personaggi, e incarnare in altri personaggi le paure, le ipocrisie, i pregiudizi, ma anche l’umanità, che scatena in noi l’incontro con quegli esseri umani sono state le mie bussole. La scelta di dare anche una dimensione thriller al racconto, provando a immaginare la reazione dei migranti alla scoperta che la nave che li ha salvati è diretta negli stessi luoghi da dove fuggono, mi ha consentito non solo di innescare un tirante narrativo, ma anche di portare alla luce l’incontenibile potenza del desiderio di salvezza di chi fugge da miseria, guerre, persecuzioni. È stato un lavoro lungo e difficile, forse il più difficile col quale mi sia mai misurato, pieno di insidie, dai rischi di eccessiva semplificazione al moralismo e alla retorica sempre in agguato, ma mai prima di questo progetto ho sentito con tanta forza di misurarmi con un racconto necessario.

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NOTE DI SCENOGRAFIA - TONINO ZERA

Orizzonte è il nome della nave, ma anche il simbolo di una possibilità di salvezza per un gruppo di migranti naufraghi fatti salire a bordo di questo microcosmo dove vigono gli stessi confini che regolano e dividono le tante realtà nel mondo. Sulla Orizzonte, quindi, inizia una convivenza che mette a nudo le paure, il razzismo, i pregiudizi e le ipocrisie dell’occidente benestante e il dolore, la speranza, l’umanità e la crudeltà dei poveri sopravvissuti, realtà che arriveranno inevitabilmente a scontrarsi. La nave da crociera diviene quindi il pretesto registico e scenografico, il luogo, l’isola, per condensare tutto ciò in uno spazio ben delimitato e confinato da cui anche volendo non si può evadere. Non solo in senso metaforico. Il dramma, in otto episodi, si snoda appunto per il 90% su di una gigantesca e lussuosa nave da crociera.

La strategia produttiva e scenografica è stata quindi quella di girare su di una vera nave solo parte di alcune scene. Per lo più quelle ambientate nelle aree comuni come la hall, il ponte con la piscina, la sala motori e il mall. La nave in questione, nuovissima, ancora in fase di allestimento e in attesa di salpare per il suo viaggio inaugurale è rimasta ferma, ormeggiata al porto di Civitavecchia. Motivo, questo, che ha consentito di ospitare per giorni l’intera troupe durante le riprese al suo interno. Il grosso impegno scenografico è stato però oltre che intervenire sostanzialmente all’interno della nave, personalizzandola con integrazioni di arredi e oggettistica, quello di ricostruire interamente in stage tutti quegli spazi più umanizzati e raccolti delle cabine passeggeri, dei corridoi, delle aree di passaggio, le scale e i piani di collegamento ai vari ponti. I luoghi dove si materializzano e si confrontano inevitabilmente i drammi e le speranze delle due realtà.

Per il primo blocco, quello appunto dei corridoi e delle cabine, che per esigenze registiche si volevano tutte realmente connesse, è stato necessario individuare uno spazio diverso da un vero stage cinematografico (si è scelto infatti di allestire tutto all’interno di un grandissimo deposito per pullman), soprattutto per le grandi dimensioni dell’intero impianto. Infatti, tutti gli ambienti erano collegati a un lunghissimo corridoio di circa 70 metri che dava accesso, attraverso un dedalo di altri piccoli camminamenti, a cabine, suites, infermeria, area ascensori, scale di servizio e locali tecnici. Il tutto rialzato su di un praticabile di 400 metri quadrati alto 1,5 metri da terra, per consentire a una enorme parete di ledwall di simulare realisticamente la percezione di trovarsi in mare aperto.

Ci si è avvalsi anche di tecnologie all’avanguardia per riprodurre realisticamente tutta la parte tecnologica e luministica degli interni, dagli ascensori perfettamente funzionanti e automatizzati alle raffinate soluzioni luminose degli ambienti.

Non da meno ed anche una grande sfida tecnica è stata la ricostruzione del ponte di comando (il cuore tecnologico della nave). Per questo si è entrati in un vero teatro di posa in cui, dopo una serie di sopralluoghi e rilievi effettuati sul vero e su simulatori, si è proceduto alla riproduzione minuziosa e precisa di tutta la tecnologia e la strumentazione, assai complessa, presente su una plancia di comando.

Si è potuto ottenere un risultato sorprendente e realistico grazie anche alla sinergia di tecnologia video, manodopera artigiana e stampa 3D - di cui si è fatto largo uso specie nel riprodurre pulsantiere, manopole, cloche, tachimetri ecc.

La plancia di comando, nella realtà, è costituita da una grossa sala che è posta a prua della nave, larga circa 30 metri, con un'intera parete vetrata che affaccia sul mare. Anche in questo caso, ancor di più per la nostra costruzione, è stato necessario impostare tutto su un praticabile alto 3 metri da terra, per permettere alla parete ledwall di darci la sensazione di essere in mare aperto, al comando di una città galleggiante.

NOTE DI FOTOGRAFIA - PAU MIRABET

In quanto direttore della fotografia della serie sono fiero di aver preso parte ad un progetto così ricco di significato e impattante. Incontratomi con il regista per discutere dell’approccio da utilizzare, abbiamo deciso di rimanere strettamente realistici, quasi come fosse un documentario, per riportare le storie più vicine al pubblico, in quanto la maggior parte di queste sono storie vere. Eravamo nella posizione di dare un impatto al pubblico con assoluto realismo, mostrando qualcosa che non hanno mai visto in televisione: il volto africano della crisi dei migranti. Un aspetto chiave della fotografia era la ricca composizione dell’immagine - riempita di luci, forme e lusso – a rispecchiare l’opulenza dello stile di vita europeo. Questo approccio è in contrasto con quello che abbiamo utilizzato per le scene dei rifugiati, caratterizzate da una composizione essenziale e sobria per enfatizzare ancor di più lo stacco tra i due mondi.

Un altro elemento importante della fotografia era il colore. Ci siamo concentrati su una palette di blu, giallo e oro, che simboleggia la bandiera europea. Questa è stata utilizzata per la parte europea della storia e ha aiutato a creare un senso di unità e coesione. In opposizione, le storie e i personaggi girati in Africa sono in una palette rossa e di colori più caldi. Come vedrete, ogni ripresa si traduce in una delle due palette, che si mescolano quando le storie europee e quelle africane si fondono. L’essere il più realistico possibile non ha reso le riprese facili. La grande quantità di storie diverse interconnesse e l’estrema difficoltà di girare in numerose location (Africa, la nave da crociera) hanno reso la realizzazione della serie una delle sfide più difficili che io abbia mai affrontato. Abbiamo anche dovuto costruire parti della nave da crociera in un teatro di posa, che sono diventate costruzioni giganti, supportati da enormi mura di LED per ottenere il massimo realismo possibile. Questo si è rivelato uno sforzo tecnologico e ingegneristico all’avanguardia, senza precedenti in Italia e forse in tutta Europa. In generale sono fiero del lavoro che abbiamo realizzato in questo progetto. Spero che possa ispirare il pubblico e sensibilizzare sui problemi che i migranti devono affrontare in giro nel mondo.

NOTE SULLA COLONNA SONORA - VOLKER BERTELMANN

Per la serie Sky Original Unwanted – Ostaggi del mare abbiamo cercato di creare un’orchestrazione che rendesse la tensione e l’angoscia e allo stesso tempo rendesse bene la vita su una nave da crociera con tutti i confort e i servizi a bordo. Considerando invece l’argomento trattato, la crisi dei migranti, ho cercato di non enfatizzare troppo la tristezza, ma di dare alla storia dei protagonisti una propria forza. Contemporaneamente era necessario alzare il ritmo e sottolineare la pressione sottostante le scene. Per creare tensione abbiamo deciso quindi di incidere molti strumenti a corda combinati con strumenti elettronici e percussioni.

È stato un grande piacere lavorare con Oliver Hirschbiegel e contribuire alla sua visione dal punto di vista musicale.

NOTE SUI COSTUMI - GEMMA MASCAGNI

Lo studio dei costumi dei personaggi di Unwanted nasce dalla volontà di raccontare due mondi così diversi senza artefazione: da una parte le coppie dei croceristi che rispettano i canoni estetici della propria appartenenza sociale e nazionalità, dall’altra i refugees ognuno con la propria storia alle spalle, tutte diverse e tutte drammatiche (che scopriremo poco alla volta) che non appena messi in salvo, ricevono la divisa del personale di bordo della "Orizzonte": questa, come una livella, li unificherà.

In coordinazione con il direttore della fotografia, sono state definite due palette colori che identificassero ciascuno dei due mondi: i colori brillanti e lo scintillio della nave da crociera per i turisti, in contrasto con i colori caldi e naturali della terra per l’Africa.
Lavorare con Oliver Hirschbiegel è stato interessante e costruttivo. Ha lasciato largo spazio alla nostra creatività. Le sue indicazioni, poche e precisissime, sono state fondamentali per costruire i personaggi nel migliore dei modi; gli attori hanno fatto il resto affinché risultassero sempre credibili e mai banali.

EFFETTI SPECIALI - PHILLIP NAUCK

Nonostante siano stati inseriti circa un migliaio di effetti visivi, Unwanted è molto lontana dall’essere una serie tv che si poggia su un importante intervento di effetti speciali. La serie non ci porta nello spazio o in un qualche mondo fantastico di un libro di fumetti – fuori dal mondo reale per un breve lasso di tempo. Al contrario, Unwanted – Ostaggi del mare ci porta a stretto contatto con una realtà che è all’ordine del giorno nel Mar Mediterraneo – una tragedia reale, in cui si spengono vite umane. Come supervisore degli effetti speciali ho trovato lavorare su questa serie esaltante e impegnativo allo stesso tempo. Ha rappresentato una sfida unica per la squadra degli effetti speciali in quanto abbiamo cercato fondere gli effetti con il girato live-action per trasmettere l’importanza della storia in modo efficace. Il progetto richiedeva un enorme attenzione al dettaglio, assicurando che ogni scena fosse all’altezza della serietà e della profondità emozionale della storia, dei personaggi e dei loro ruoli.

Per affrontare la sfida abbiamo diviso gli effetti visivi tra 6 studi in 5 Paesi differenti. Ogni fornitore aveva una propria struttura di lavoro e diverse capacità, ci siamo premurati che tutti loro mantenessero la visione comune e consegnassero un lavoro il più coerente possibile in termini di qualità e stile. Una delle più grandi sfide da affrontare era la scena del salvataggio in mare all’inizio della serie. Qui abbiamo incontrato due tra i più noti elementi di difficoltà negli effetti speciali – l’acqua e il fuoco. Un mix tra elementi fotografici ed elaborate simulazioni realizzate al computer hanno dato vita alla straziante sequenza del salvataggio, portando lo spettatore subito all’interno di questo contesto molto pericoloso.

Un’altra sfida importante è stata quella di usare enormi muri LED che circondavano il set del ponte di comando della nave. Per le scene che mostravano la nave attraccata al porto, abbiamo dovuto creare dei plates digitali incredibilmente dettagliati – lavorando a stretto contatto con il direttore della fotografia. Anche i plates erano un elemento chiave per mantenere lo stile della serie e avvicinarla sempre di più al reale – ottenendo un ambiente realistico per gli attori e creando una luce quasi naturale, ombre e riflessi, difficili da ricreare nel mondo digitale.

CAST AND CREW

Diretta da OLIVER HIRSCHBIEGEL

 

Creata da STEFANO BISES

 

Basata sul libro BILAL di FABRIZIO GATTI

 

Prodotta da

SASCHA ROSEMANN

DAN MAAG

MARCO BECKMANN

PATRICK ZORER

STEPHANIE SCHELETTLER-KÖHLER

Per PANTALEON FILMS

 

Prodotta da

FABRIZIO DONVITO

DANIEL CAMPOS PAVONCELLI

BENEDETTO HABIB

MARCO COHEN

Per INDIANA PRODUCTION

 

Produttori esecutivi Sky

NILS HARMANN

SONIA ROVAI

ERICA NEGRI

 

Cast

MARCO BOCCI

JESSICA SCHWARZ

DADA BOZELA

HASSAN NAJIB

JONATHAN BERLIN

JASON DEREK PREMPEH

CECILIA DAZZI

FRANCESCO ACQUAROLI

BARBARA AUER     

SYLVESTER GROTH

MARCO PALVETTI 

DENISE CAPEZZA

NUALA PEBERDY

SAMUEL KALAMBAY

AMADOU MBOW

EDWARD APEAGYEI

RESHNY MASSAKA

ONYINYE ODOKORO

MASSIMO DE LORENZO        

SCOT WILLIAMS
VICTORIA CHAPMAN
CLIVE ANTONY RICHE


Soggetto di serie di

STEFANO BISES, ALESSANDRO VALENTI e BERNARDO PELLEGRINI

 

Scritto da
STEFANO BISES

 

Produttore Delegato PANTALEON FILMS

SIMON KIEFER

 

Produttori Delegati INDIANA PRODUCTION

ELETTRA CANOVI

SILVIA LODI

 

Responsabile sviluppo editoriale Sky EMANUELE MARCHESI

 

Musiche Originali di

VOLKER BERTELMANN

 

Fotografia

PAU MIRABET

 

Montaggio

ALEXANDER DITTNER (BFS)

 

Casting

LILIA TRAPANI (CSA-ICDN-UICD) and

GIANNI LARICCHIUTA (UICD) for STUDIO T

 

Costumi

GEMMA MASCAGNI

 

Scenografia

TONINO ZERA

 

Capo Truccatore
LUIGI CIMINELLI

 

Capo Parrucchiere
SHARIM SABATINI

 

Fonico
GILBERTO MARTINELLI

 

Supervisore Mix e Montaggio Sonoro
SRDJAN KURPJEL M.P.S.E

 

Effetti Visivi
PHILIP NAUCK
FRANK KAMINSKI

 

Aiuto Regia
JAN SEBASTIAN BALLHAUS

 

Direttore di Produzione
STEFANO DANIELE

 

Sr Story Editor INDIANA PRODUCTION
AMINA GRENCI

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