Stephen Amell, star di Arrow, condanna lo sciopero SAG-AFTRA

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La star, che ora recita nella serie TV Heels, si è espresso contro l’azione sindacale durante il GalaxyCon

Stephen Amell non è un fan dello sciopero SAG-AFTRA.

L’attore, attualmente nel cast di Heels ma diventato famoso grazie al ruolo di Oliver Queen in Arrow, si è espresso contro l'azione sindacale nel corso della GalaxyCon, convention andata in scena lo scorso fine settimana in Carolina del Nord.

Stephen Amell sullo sciopero SAG-AFTRA

Un fan ha chiesto a Stephen Amell il suo pensiero sullo sciopero SAG-AFTRA.

"Sostengo il mio sindacato, davvero, e sono con loro" ha detto l’attore. "Ma non sono favorevole allo sciopero e non vi aderirò”.

La Screen Actors Guild - American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA), il sindacato che rappresenta gli artisti del cinema e della televisione, è attualmente in sciopero contro l’Alliance of Motion Pictures and Television Producers (AMPTP): le parti non sono riuscite a trovare un accordo sui rinnovi contrattuali.

In realtà, sebbene su Twitter i video postati riprendano solo queste parole, il suo discorso era più complesso. Amell ha infatti parlato del divieto che gli attori hanno di promuovere qualsiasi lavoro realizzato con i vecchi contratti: nessuna intervista, dunque, ma anche nessun red carpet, anteprima o attività promozionale di qualsiasi tipo. Per l’attore, non poter promuovere Heels è frustrante. Ed è questo, ciò che voleva dire. La sua stessa partecipazione alla GalaxyCon contravverrebbe le regole, o sarebbe comunque un po’ borderline: il sito web dello sciopero SAG-AFTRA proibisce infatti espressamente di partecipare a convegni "a nome o per promuovere le aziende contro le quali stiamo scioperando".

Le linee guida dello sciopero

I membri del sindacato che intendono partecipare a un panel, o a una sessione Q&A simile a quella a cui Stephen Amell ha partecipato, dovrebbero seguire precise linee guida e stabilire in anticipo a cosa sono disposti a rispondere. Gli argomenti generali sono ammessi: la carriera; il perché si volesse diventare un attore, cosa piace e non piace della propria professione. Tuttavia, il sindacato chiede di evitare di discutere dei personaggi interpretati nelle produzioni “incriminate”, o del lavoro svolto per aziende contro cui lo sciopero è rivolto. 

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