Leggi la recensione degli ultimi due episodi, il nono e il decimo, di 'Lovecraft Country' (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV). - ** ATTENZIONE: SPOILER **
Lovecraft Country, cos'è successo nel nono episodio
Colpita dalla maledizione di Lancaster, Dee cade in uno stato comatoso e comincia a “decomporsi” dal braccio sinistro. Atticus, Leti e Montrose discutono animatamente sul da farsi: magari potrebbero chiedere aiuto a Christina con la scusa di darle in cambio alcune pagine del Libro dei Nomi. Peccato che Leti abbia già consegnato quelle preziose informazioni a Miss Braithwhite. Ci pensa Ruby a convincere la sua platinata nuova amica (più o meno!). Christina è stranamente collaborativa, ma per resettare temporaneamente la maledizione – non può eliminarla, quello purtroppo lo può fare solo chi l’ha lanciata, dunque il Capitano – ha bisogno del sangue del parente più prossimo alla ragazzina…ed è a questo punto che Montrose si trova costretto a confessare a Tic che forse lui potrebbe non essere suo padre. Forse suo padre potrebbe essere George: da giovanissimi lui, suo fratello e la sua futura moglie era molto, molto, molto vicini.
La discussione si fa accesa, ma l’improvviso ritorno di Hippolyta costringe tutti a darsi una calmata. Christina procede usando il sangue della donna, ma si tratta solo di una pezza. Successivamente la giovane Braithwhite, nei panni di Wlliam, va a fare visita al Capitano, ferito a morte dallo shoggoth nel precedente episodio e impossibilitato a rigenerarsi a causa di un incantesimo gettato su di lui dalla sua nemica, desiderosa di vendicare l’uccisione del suo amante. Poi chiede aiuto a Ruby per portare avanti il suo piano: l’immortalità. Peccato che il rituale preveda l’utilizzo del sangue di Tic…di tutto il sangue di Tic…
Il tempo stringe, Dee sta di nuovo male, ma forse una soluzione c’è: si potrebbe tornare indietro nel tempo, precisamente al 1921, e recuperare il Libro dei Nomi, all’epoca in possesso della famiglia della madre di Atticus, prima che venga distrutto. L’idea, ovviamente, viene da Hippolyta, che grazie alle conoscenze acquisite durante i suoi viaggi riesce a programmare il macchinario che si trova presso l’Osservatorio Winthrop e a spedire a Tulsa nel passato Tic, Montrose e Leti. Freeman padre e figlio hanno ancora in sospeso una discussione piuttosto pesante, ma dovranno aspettare, ora le priorità sono altre. Giunti presso le abitazioni dei suoi genitori, Tic vede suo padre da giovane mentre viene picchiato violentemente da suo nonno. E vede anche Dora, sua madre, e lo zio George intervenire.
Montrose, che sta male al solo pensiero di ciò che sta per accadere e che sta male per ciò che ha appena visto, scappa. Atticus lo segue, mentre Leti rimane in zona, per recuperare l’antico volume. Si incontreranno tra non molto nella stanza dove è aperto il portale. La situazione, però, degenera nel giro di pochissimo, e, dopo essere stata salvata dal nonno materno di Tic, a Miss Lewis non resta altro da fare che dire la verità alla bisnonna: lei viene dal futuro ed è alla ricerca del Libro dei Nomi, perché solo così potrà salvare una delle sue discendenti che sta per morire a causa di una maledizione. Dopo un’iniziale diffidenza, l’anziana donna le crede e decide di consegnarle il manoscritto, un vero e proprio atto di fede. Appena in tempo: i riottosi bianchi, infatti, hanno già dato fuoco alla casa, e Leti si salva solo perché protetta dall’incantesimo di Christina.
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Intanto Tic ha trovato suo padre, che sta guardando il giovane sé stesso mentre si incontra con ragazzo, un certo Thomas, per dirgli che lui non è gay e che non vuole più avere niente a che fare con lui. Il Montrose adulto piange, sia perché rivedere e rivivere quella scena lo riempie di tristezza, sia perché sa bene che di lì a poco arriverà un gruppo di bianchi che sparerà al suo giovane amore senza tanti cerimoniali. Vorrebbe intervenire, ma suo figlio lo ferma: modificare il passato significherebbe modificare il futuro, e questo lui non può permetterglielo. Tutto va come previsto, purtroppo, anche l’arrivo di George e Dora, ma di lì a poco in teoria dovrebbe anche comparire il loro misterioso salvatore con la mazza sa baseball, una storia che Tic ha sentito molte volte. Solo che non arriva nessuno: com’è possibile? Quando Atticus vede per terra una mazza da baseball capisce immediatamente: è lui il misterioso salvatore. Ora ogni cosa è tornata al proprio posto.
Tic e Montrose tornano nella stanza dove si trova il portale, ma di Leti nessuna traccia. Tic viene risucchiato nel presente, mentre suo padre, alla finestra, rivive quei terribili momenti e ripensa ai morti di quella tragica notte. E Leti? Sta arrivando. Cammina in mezzo alla strada, si fa largo tra le fiamme, e in mano ha il libro. Ce l’ha fatta. Lei e Montrose riescono a tornare indietro appena in tempo, grazie allo sforzo di Hippolyta, che è miracolosamente riuscita a tenere aperto il portale, e che nel fare ciò ha “guadagnato” una chioma blu!
Lovecraft Country, cos'è successo nel decimo episodio
Per salvare Dee, che si sta trasformando in una ragazzina-demone, Atticus scioglie l’incantesimo del Libro dei Nomi, e in quel preciso istante lui e Leti perdono i sensi e vengono risucchiati in un universo alternativo in cui finalmente viene spiegato dalla stessa Hannah e dalla bisnonna di Tic la storia del manoscritto…e la storia della loro famiglia. Oltre a ciò, Tic rivede anche sua madre, che gli ricorda l’importanza del sacrificio, invitandolo dunque ad accettare il suo destino per il bene di suo figlio, ma anche, soprattutto, per il bene della sua gente.
Salvata Dee, bisogna dunque rimboccarsi le maniche per la seconda parte del piano, ma per poter procedere c’è bisogno di recuperare un “pezzetto di corpo” del fondatore dell’ordine e del creatore del Libro, cioè di Titus. Tic e Leti si recano così presso i sotterranei del museo visto nel quarto episodio, e lì, con l’aiuto degli spiriti di Dora e della bisnonna, riescono a evocare Mr. Braithwhite. Che, però, è piuttosto combattivo, e oppone resistenza, arrivando a materializzarsi a Chicago in mezzo alla strada facendo andare a sbattere Christina, in macchina con Ruby. Titus avvisa la sua discendente: il Libro dei Morti è nelle loro mani, e lei deve recuperarlo, non può permettere un oltraggio del genere. Il fondatore della Loggia di Ardham viene però riportato all’interno del cerchio magico, e finalmente Tic può attaccarlo e strappargli un pezzo di carne dal petto.
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Mentre Hippolyta consola la figlia - che ha perso il braccio sinistro, raccontandole che in realtà lei potrà comunque essere tutto ciò che vorrà e mostrandole un suo fumetto proveniente dal futuro -, Christina si presenta a casa Freeman per chiedere il manoscritto, giurando che troverà un altro modo per procedere col suo incantesimo, dunque senza uccidere Atticus, se le verrà consegnato. Tic, però, si rifiuta: ora non si tratta più solo di loro due, in ballo c’è molto di più. Il nostro ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, motivo per cui va a scusarsi con Ji-Ah. Ora ha capito…ora è pronto ad accettare il suo destino, ma avrà bisogno anche di lei. Anche Leti cerca di “reclutare” qualcuno, sua sorella, facendo leva sul loro legame. Peccato che Ruby si senta solamente usata e decida di tornare da Christina, lasciandosi sedurre dopo aver fatto un po’ troppe domande su ciò che accadrà durante il rituale.
Il giorno successivo, il giorno dell’equinozio di autunno, però, Ruby decide di unirsi all’allegra (più o meno…) brigata, e di donare alla sorella una boccetta col sangue della sua platinata amica, sangue che servirà a far funzionare il loro contro-incantesimo. Hippolyta, Tic, Dee, Montrose, Ji-Ah, Leti e sua sorella salgono in macchina: è tempo di tornare a Ardham. L’idea è quella di bloccare il rituale prima che abbia inizio e togliere per sempre la magia ai bianchi utilizzando il potere contenuto nel Libro dei Nomi…peccato che la vera Ruby si sia fatta beccare da Christina mentre era in procinto di rubare la suddetta boccetta, e che Christina sia dunque venuta a conoscenza del contro-piano di Tic e compagni.
Niente va come previsto, e alla fine la giovane Braithwhite riesce ad avere il sangue di Atticus e a portare a termine il rituale: finalmente è diventata immortale. Ecco però intervenire la cavalleria. Mentre Leti, nella Lingua di Adamo, si mette a recitare insistentemente e disperatamente una formula, Ji-Ah, utilizzando le sue code, fa da punto di collegamento fisico tra Christina e Tic, e a quel punto succede qualcosa. Quando la polvere si posa, Christina si risveglia sotto alcune rovine della loggia. Prova a usare la magia per trarsi d’impiccio…ma si accorge che le sue parole non hanno nessun effetto. E’ Leti a spiegarle il motivo: grazie al Libro dei Nomi, e grazie al sacrificio di Tic, il loro incantesimo ha funzionato alla perfezione, e ora la magia è passata interamente nelle mani dei neri, della sua gente. I bianchi non potranno mai più utilizzarla. Non potranno mai più fare del male.
Mentre Leti, un disperato Montrose, Ji-Ah e Hippolyta portano via il corpo senza vita di Tic – che, ben conscio del suo destino, ha consegnato alla zia una lettera rivolta a suo padre, alla sua amata, e quel figlio non ancora nato ma già amatissimo – Dee – che ha ricevuto in dono dalla madre un nuovo braccio meccanico e che nel frattempo ha “fatto amicizia” con uno shoggoth – mette fine alla vita di Christina strozzandola. Fine dei giochi, questa volta per sempre.
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Lovecraft Country, il commento agli ultimi due episodi
Fine dei giochi per Lovecraft Country, la serie tv targata HBO tratta dal libro pubblicato nel 2016 dallo scrittore statunitense Matt Ruff, e c’è da dire che, nonostante le non poche differenze tra le due opere (nel libro non c’è nessuna Christina Braithwhite ma c’è un Caleb Braithwhite, per dirne una, e se siete curiosi e masticate bene l’inglese cliccate qui e scoprite le altre), alla fin fine a livello tematico si arriva più o meno allo stesso punto. HBO non si è ancora pronunciata in merito a un eventuale rinnovo, dunque per adesso bisogna dare per scontato che il viaggio di Atticus e compagni sia giunto al termine. E in effetti, considerando quanto successo nel finale, verrebbe proprio da pensare che sia così. Ma andiamo con ordine.
Molto bello il nono episodio, forse il migliore della stagione. Dopo la splendida Watchmen, anche Lovecraft Country ci riporta a Tulsa, precisamente nel 1921, durante quella maledetta notte che passò alla Storia. A guidarci in questa discesa all’inferno è il personaggio del sempre ottimo (non ne sbaglia una, inutile negarlo) Michael Kenneth Williams. Attraverso Montrose vediamo l’orrore di quella violenza infame, e in fondo il motivo per cui i nostri sono lì – il recupero del Libro dei Nomi, andato per l’appunto in fiamme durante il Massacro – passa quasi in secondo piano. Quasi, perché in realtà tutto è collegato, come ci viene chiaramente detto nella scena in cui Tic capisce di essere il misterioso sconosciuto che salvò suo padre, sua madre e suo zio dal linciaggio.
Nel gran finale tutti i tasselli del puzzle vanno al loro posto, e ogni cosa va esattamente come previsto…compresa la morte di Atticus vista da Ji-Ah. Se nel libro è solo il personaggio di Caleb Braithwhite a essere “bannato” per sempre dalla magia, nella serie l’asticella è stata alzata di parecchio, tanto che alla fine sono tutti i bianchi a rimanere a bocca asciutta in tal merito. Una scelta sicuramente coerente con le intenzioni di fondo dello show, anche se oggettivamente un po’ sbrigativa e, soprattutto, scevra di sfumature, ma si doveva giungere al dunque in poco meno di un'ora, dunque non c’era veramente tempo per le riflessioni filosofiche ed etiche. Dispiace per Ruby – forse il personaggio potenzialmente più interessante –, relegata a una insipida morte off screen, e per Christina, trasformata in villain in maniera un po’ troppo repentina.