Lovecraft Country – La terra dei demoni, la recensione dei primi due episodi
Leggi la recensione del primo e del secondo episodio di Lovecraft Country, in onda su Sky Atlantic e disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV - ** ATTENZIONE: SPOILER **
Il 31 ottobre ha debuttato con i primi due episodi Lovecraft Country – La terra dei demoni, serie tv in onda ogni sabato su Sky Atlantic, prodotta da J.J. Abrams e Jordan Peele e tratta dall’omonimo romanzo di Matt Ruff, composto da una serie di racconti legati fra loro.
Come si può evincere dal titolo, tanto il libro quanto la serie muovono i passi a partire dai racconti di Howard Phillips Lovecraft, senza dubbio uno dei più noti scrittori di horror e fantascienza, la cui influenza sull’immaginario culturale è evidente tutt’oggi. Ma oltre a essere un immaginifico (benché alienato e poco noto in vita) scrittore, si dà il caso che H.P. fosse anche un razzista convinto. Non a caso la serie tv si ambienta negli Stati Uniti degli anni ’50, quando le leggi Jim Crow sulla segregazione razziale erano ancora in vigore.
Lovecraft Country, cos’è successo nel primo episodio
Nel primo episodio di Lovecraft Country incontriamo innanzitutto il protagonista della serie tv, ovvero Atticus Freeman (Jonathan Majors), afroamericano appassionato di letteratura di genere horror, tornato dalla guerra di Corea dopo essersi arruolato volontariamente. Tic, come lo chiamano gli amici, riceve una strana lettera dal padre scomparso, con cui ha sempre avuto un rapporto travagliato, che lo invita a raggiungerlo in un luogo chiamato Ardham.
Si mette così in viaggio con lo zio George (Courtney B. Vance), redattore di una guida con consigli di viaggio per i neri, sullo stile del noto Green Book, e con l’amica d’infanzia Leti (Jurnee Smollett), talentuosa cantante e fotografa, con una certa predisposizione a cacciarsi nei guai. Dopo una serie di inconvenienti, tra cui un inseguimento da parte di un “comitato di accoglienza” di bianchi armati di fucile, fermati solo dall’intervento di un’auto misteriosa, approdano infine a Devon County.
Qui se la devono vedere con lo sceriffo razzista del posto, che prima li costringe a lasciare la contea per non violare il coprifuoco del tramonto, e poi organizza un blocco con dei colleghi per portarli nei boschi e linciarli. Tic e i suoi compagni vengono “salvati” dall’arrivo di una serie di esseri mostruosi chiamati shoggoth, mentre i poliziotti finiscono divorati. Il giorno dopo Tic, Leti e George arrivano a una lussuosa magione nel mezzo del nulla, dove un uomo bianco, William (Jordan Patrick Smith), gli dà il benvenuto.
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Lovecraft Country, il cast e i personaggi della serie tv
Lovecraft Country, cos’è successo nel secondo episodio
Il secondo episodio di Lovecraft Country si apre all’interno dell’Ardham Lodge, edificio, come spiega William, costruito da Titus Braithwaite, mercante di schiavi e fondatore di una società segreta dedita all’occultismo. I tre vengono serviti e riveriti, ma all’interno della magione accadono strani fatti.
Qui conoscono Samuel Braithwaite (Tony Goldwyn), attuale proprietario della tenuta, e sua figlia Christina (Abbey Lee), devota al padre, ma da lui tenuta in scarsa considerazione in quanto femmina. La macchina che ha salvato Tic e gli altri, si scopre, è la sua. Risulta presto evidente che i Braithwaite siano dediti alle arti magiche, mentre George comprende da un antico manoscritto che Tic è diretto discendente di Titus, che aveva violentato una sua antenata schiava.
Questa scoperta torna utile durante un raduno della setta di cultisti: date le origini di Tic, questi devono obbedirgli. Tic riesce a liberare il padre Montrose (Michael K. Williams), tenuto rinchiuso nei sotterranei di una torre. Durante la fuga la loro auto si schianta contro un muro invisibile creato da Samuel, che uccide Leti e ferisce George.
Samuel resuscita Leti e promette di curare George in cambio della partecipazione di Tic, dotato di particolari poteri in quanto discendente di Titus, a un rituale per aprire un portale sul Giardino dell’Eden. Il rituale provoca però la morte di Braithwhite e degli altri incappucciati e la distruzione dell’Ardham Lodge, da cui Tic riesce a fuggire per un soffio. Lo attendono fuori gli altri, ma con una brutta notizia: lo zio George non ce l’ha fatta.
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Lovecraft Country, la serie tv in arrivo su Sky il 31 ottobre. FOTO
Lovecraft Country, il commento al primo e al secondo episodio
Sin dalla sequenza onirica iniziale, in cui Tic si ritrova prima nel mezzo di una battaglia e poi di un’invasione aliena, per fronteggiare infine nientemeno che "sua Maestà" Cthulhu, la creazione più nota della penna di H.P. Lovecraft, la serie tv in onda su Sky Atlantic decide di chiarire i toni: siamo dalle parti della follia assoluta raccontata nei racconti dello scrittore di Providence.
I personaggi di Lovecraft Country citano a più riprese l’autore, la cui opera affiora di tanto in tanto attraverso una serie di riferimenti più o meno espliciti, a partire dalla contea di Ardham, chiaro rimando ad Arkham, la cittadina partorita dalla mente di Lovecraft ed entrata nell’immaginario collettivo (tanto da dare il nome al manicomio della Gotham City di Batman, l’Arkham Asylum).
Ma Lovecraft Country non è un adattamento, e le idee dello scrittore rimangono degli spunti o vengono trasfigurate, come esemplifica bene il caso degli shoggoth, creature che appaiono in vari racconti di Lovecraft (su tutti Alle montagne della follia, romanzo ispirato al Gordon Pym di Poe, di cui Guillermo del Toro vorrebbe realizzare da anni un adattamento), qui ritratti in maniera decisamente differente che su carta.
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Quello che più conta, però, è che sin dalle prime battute la serie tv prodotta da Abrams e Peele mette in chiaro una cosa: i Grandi Antichi, gli immondi dei che popolano la cosmogonia lovecraftiana, non sono nulla in confronto ai veri mostri, ovvero gli esseri umani. I villain di questi primi episodi sono infatti i bigotti incapaci di accettare il diverso, ma anzi convinti che questo vada calpestato, schiacciato, annullato.
Non è certo un caso che questa serie esca in piena epoca Black Lives Matter. Ma mentre in alcune produzioni del momento la tematica è stata furbescamente inserita (talvolta addirittura appiccicata) a posteriori, quasi a guadagnarsi un badge del politically correct, in Lovecraft Country, così com’era nella recente, straordinaria miniserie Watchmen, la questione razziale è parte integrante della storia, se non addirittura la storia stessa.
Tratti da un unico racconto del libro di Ruff, questi primi due episodi sono in pratica autoconclusivi. Il loro compito principale consisteva nel presentare i personaggi, costruire le atmosfere e presentare i toni che ritroveremo nel resto della serie. Da questo punto di vista, la missione si può dire perfettamente compiuta.