Leggi la recensione del secondo e del terzo episodio della prima stagione di Yellowstone, in onda ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic. - OVVIAMENTE CI SONO SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO GLI EPISODI- Kevin Costner ieri e oggi: com'è cambiato il protagonista di Yellowstone negli anni. FOTO
ATTENZIONE: PERICOLO SPOILER
PER CHI NON HA ANCORA VISTO GLI EPISODI
Yellowstone, episodio 2: la recensione
Kill The Messenger (uccidi il messaggero), il secondo episodio della prima stagione di Yellowstone, ci mostra sostanzialmente quanto successo dopo la morte di Lee…e, soprattutto, dopo la morte di Robert Long. Apriamo infatti con Jamie che viene chiamato nell’ufficio di Perry, la Governatrice del Montana, già vista nell’episodio 1. In breve, gli viene detto che, in base all’esame autoptico, le ferite riportate da Lee gli avrebbero impedito di sparare a Robert…dunque a uccidere Long è stato qualcun altro. E bisogna fare in modo che questo qualcun altro non sia riconducibile alla potente famiglia Dutton. Tra l’altro, bisogna farlo in fretta, perché alcune indiscrezioni stanno già girando, e non in pochi stanno additando quanto successo come omicidio a sfondo razziale.
Jamie avvisa suo padre, che, long story short, si mette subito in azione per evitare che Kayce (sì, non ci voleva molto per capire che era stato lui, anche se lui continua a negare) si ritrovi in carcere. Dopo uno scambio di parole con sua figlia tanto veloce quanto pragmatico, John decide di disseppellire la bara di Lee per far cremare il corpo. Niente cadavere, niente prove, d’altronde. A ciò si aggiunge l’efficiente operato di Rip Wheeler, il suo uomo di fiducia, il suo vice, che mette fuori gioco (nel senso che lo uccide) il povero malcapitato del caso, cioè l’anatomopatologo. Duntton ha amici importanti in posti importanti, motivo per cui riesce a evitare che esca un dettaglio di non poco conto: che è stato proprio Kayce a riportare il corpo di Lee al ranch.
Tutto a posto? Non proprio. Il referto del medico legale, infatti, è arrivato fino all’ufficio di Thomas Rainwater, che in questa tragedia vede una sola cosa: un modo per detronizzare il suo rivale. Intanto, Kayce, che non si trova proprio in uno stato d’animo gioioso, chiama il suo ex comandate dei Navy SEALS: sta pensando di tornare in servizio, perché almeno così potrà supportare economicamente la sua famiglia. Inutile dire che sua moglie non la prende bene. Monica, infatti, ha capito che sotto c’è qualcos’altro.
Mentre i due sono in macchina intenti a discutere, accade qualcosa di terribile: l’esplosione di un’abitazione vicina alla strada. Fuga di gas. Kayce si avvicina per vedere se c’è qualche ferito, e un ferito c’è: un uomo con un piede mozzato e col corpo ricoperto di ustioni. Con l’ambulanza lontanissima, il giovane Dutton decide di esaudire il desiderio del poveraccio e di mettere fine alle sue sofferenze. La polizia della riserva e Rainwater gli dicono che ha fatto bene: copriranno questo omicidio fatto per pietà. Poi Thomas e Kayce condividono un momento di intimità tribale: il primo vuole far sentire il secondo parte del gruppo per chiedergli maggiori informazioni sulla morte di Robert, ed è evidente che non sospetta minimamente di trovarsi seduto proprio di fianco all’assassino su cui vorrebbe mettere le mani.
La sera, Monica chiede a Kayce di restare, e lui le risponde che resterà solo se lei gli permetterà di mantenere un segreto, perché c’è una cosa che non potrebbe mai perdonargli. L’omicidio del fratello. Altrove, Rip e Beth vanno nel bosco di notte per guardare da lontano dei lupi intenti a divorare la carcassa di un altro animale. Molto meglio che un concerto, no? Peccato che Beth a un certo punto salti fuori dalla macchina e si metta a correre incontro al branco, urlando come una matta e facendo fuggire via i pericolosi predatori. L’episodio si chiude con John presso la tomba della moglie, morta nel 1997. In un buca nel terreno ha versato le ceneri di Lee. Non era il figlio preferito di Evelyn, ma ora sono comunque insieme.
Sheridan ci regala un secondo episodio che tira le fila del primo e proietta la storia verso interessanti sviluppi futuri. Ci regala momenti di violenza, minaccia, morte e distruzione, ma ci regala anche attimi di tenerezza (per esempio John che parla con suo nipote e gli racconta che una volta il Montana era un’enorme mare), di cinico sarcasmo (per esempio Jamie che dice di non volersi accoppiare per non correre il rischio di passare a eventuali figli il gene che ha reso sua sorella quella che è, intendendo “la stron*a che è”), e di nostalgia.
Al centro di Yellowstone ci sono prevalentemente personaggi maschili – cosa assolutamente in linea col genere western duro e puro, anche se declinato in versione contemporanea –, ma Beth e Monica, pur essendo molto diverse, si difendono alla grande, e hanno tutte le potenzialità per diventare molto interessanti.
In piena linea con lo spirito machista la storyline di Jimmy, che viene letteralmente legato a una sella dai suoi colleghi e compagni per imparare a cavalcare. Molto forte la scena ambientata nel dormitorio, quando i cowboy notano il marchio sul petto del ragazzo. Pare evidente che non tutti tra loro possono dire di essere dei prescelti, ma qui torniamo al finale di Daybreak: perché anche Kayce è stato marchiato? Cosa si nasconde veramente dietro quel simbolo?
Yellowstone, il cast: le foto più belle di Wes Bentley, che nella serie è Jamie Dutton
Yellowstone, episodio 3: la recensione
Se dovessimo fare una classifica in base alla disfunzionalità della famiglia Dutton, Beth e suo padre si giocherebbero il podio. Il primo…beh, perché è quello che è ormai l’abbiamo capito bene. La seconda invece è diventata così a causa di un trauma del passato che l’ha cambiata profondamente dentro e che l’ha resa la persona che abbiamo potuto conoscere, piena di disprezzo per gli altri e, soprattutto, di odio per sé stessa. Ma facciamo un passo indietro, molto indietro.
Siamo nel 1997. Una giovanissima Beth e un giovanissimo Kayce (il preferito di Mrs. Dutton, non dimentichiamolo) stanno facendo una passeggiata a cavallo con la madre, Evelyn. Una donna che, per quel poco che abbiamo potuto vedere, è una sorta di John in versione femminile (Dio li fa, poi li accoppia, d’altronde). In brevissimo: Beth ha paura, la madre, stizzita, le dice di smettere di fare la bambina petulante e di non farle perdere tempo. Quando si dice “touhg love.” Beth procede, ma fa un movimento improvviso che distrae il cavallo di sua madre e lo fa inciampare, facendolo cadere. Solo che l'animale cade sulla sua cavallerizza, praticamente schiacciandola. Evelyn si rende conto della gravità della situazione e capisce che c’è bisogno di aiuto, ma poiché è stata sua figlia a causare il danno sarà lei a galoppare fino al ranch.
La povera Beth, però, lungo il tragitto cade da cavallo, e al ranch non arriverà mai. In compenso riuscirà ad arrivarci il suo destriero. Quando John lo vede, capisce che c’è qualcosa che non va. Salta subito in sella insieme a un gruppo di cowboy, e dopo un po’ incrocia la figlia, che ovviamente è disperata. Quando trova Evelyn e Kayce – rimasto solo a proteggere la mamma dai lupi – si rende immediatamente conto di essere diventato vedovo.
Ecco dunque la tragica backstory del personaggio di Kelly Reilly, che, per farla breve, si odia perché si considera responsabile della morte di sua madre. E’ stata quella tragedia a renderla ciò che è ora, nel bene e nel male. Sì, perché, ironia della sorte, è stata proprio la morte di Evelyn a trasformare una bambina terrorizzata dalla sua stessa ombra in uno squalo che non ha paura di niente perché ormai niente ha importanza. E questo potrebbe essere il bene. Il male è che Beth è anche diventata un calderone di senso di colpa (nei confronti del padre, per il quale adesso infatti è disposta a fare ogni cosa) e di odio verso sé stessa, come abbiamo potuto vedere, ma d’altronde la medaglia ha sempre due facce.
Questo episodio ci porta a scoprire un po’ di più anche il personaggio di Wes Bentley. Jamie vorrebbe disperatamente essere autonomo e non essere più considerato un’appendice del padre, ma allo stesso tempo non può fare a meno di avere il suo supporto e la sua approvazione. Peccato che suo padre consideri la figlia decisamente più sveglia e capace di lui, al punto da proporre lei per un’eventuale carriera politica.
Ecco da dove viene la gelosia di Jamie nei confronti di Beth, gelosia che viene esplicitata con una frase che pesa come un macigno: non riesco neanche a ricordare com’eri prima di ucciderla. La scena del violento litigio tra i due Dutton è veramente cruda e dura da mandare giù. Alla fine dell’episodio, Jamie dirà al padre di aver deciso, si candiderà come Procuratore Distrettuale, con o senza il suo consenso. Ma avrà bisogno del suo appoggio.
Per quanto riguarda John, in questo episodio lo vediamo prima intrattenersi con la Governatrice Perry (perché, come dirà a sua figlia, quello è il giorno dell’anno in cui ha più bisogno di non pensare), poi lo vediamo organizzare l’arresto di Thomas Rainwater per furto di bestiame. Il presidente della riserva di Brocken Rock viene intercettato mentre sta andando a una serata di gala e viene portato in gattabuia, con tanto di tuta arancione. Inevitabile l’incontro con la sua nemesi, Dutton, al quale, da bravo antagonista, rivela il suo piano: pezzo dopo pezzo, stretta di mano dopo stretta di mano, comprerà tutto il suo terreno, e non importa se ci vorranno decenni. Riporterà l’ordine naturale delle cose, perché lui non è il progresso, semmai il contrario: lui è il passato, e il passato non conosce pietà per gli uomini come lui. John però non si fa impressionare, e non ci aspettavamo nient’altro da uno come lui. Game on!
In tutto questo, Kayce, che ha deciso di arruolarsi nuovamente, vive un’esperienza un po’ surreale: nella riserva si ritrova a uccidere sue tizi vestiti con delle tute bianche (due “cuochi” di droga) e a liberare una ragazza nativa rapita dai suddetti loschi figuri. Sì, insomma: saranno anche passati un bel po’ di anni dall’epoca della frontiera, ma il west è ancora un posto selvaggio e, soprattutto, pericoloso.
Il personaggio di Luke Grimes è sicuramente mosso da un forte senso di giustizia, ma c’è da dire che è anche uno che non si fa tanti problemi né a premere il grilletto, né a seppellire e dare fuoco a dei cadaveri di notte. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che Kayce, a differenza del padre, è un uomo ancora molto in sintonia coi propri sentimenti. Nel finale dell’episodio, dopo il suicidio della vedova di Long, il suo tormento, per quanto celato al resto mondo, ci appare più che evidente.
Ricompare anche Dan Jenkis, che tenta di approcciare Beth al bancone di un bar. E’ evidente che non ha idea di con chi ha a che fare, ma forse lo stesso si potrebbe dire di noi spettatori nei suoi confronti. Staremo a vedere.