Big Little Lies 2: la recensione del quinto episodio

Serie TV

Linda Avolio

Il cerchio comincia inesorabilmente a stringersi attorno alle “cinque di Monterey”: ecco la recensione del quinto episodio della seconda stagione di Big Little Lies, in onda su Sky Atlantic il martedì sera alle 21.15. - Big Little Lies 2: il cast prima e dopo

Big Little Lies, stagione 2, episodio 5: trama e recensione

Renata

Non sarà certamente un'inchiesta per frode a mandare in crisi la tostissima Renata, ma la notizia dell'esclusione dal servizio giornalistico “Women in Power” forse sì. La notizia arriva all'improvviso, mentre il personaggio di Klein è nel suo ufficio, in compagnia del personaggio di Kidman. Celeste non ha molta fiducia nella strategia della sua avvocata per quanto riguarda la causa per l'affidamento dei figli, ma Renata la rassicura: è una delle migliori in circolazione. Addirittura si offre di fare due chiacchiere con Mary Louise per cercare di capire meglio la situazione, ma ecco arrivare la sua assistente. Ambasciatrice non porta pena, ma la furia della “Medusa di Monterey” quando scopre di essere stata esclusa da quella cosa a cui teneva tantissimo è decisamente ad ampio spettro, e colpisce un po' ovunque e chiunque.

Tornata a casa – una casa che, quantomeno per ora, è quasi completamente vuota, causa sequestro dei beni non essenziali –, Renata deve anche sentirsi dire dal marito che forse è meglio così, perché alla fine l'articolo avrebbe potuto avere l'effetto contrario, l'equivalente di un bersaglio sulla schiena. Ovviamente il personaggio di Dern ribatte con forza: “ Ho passato tutta la mia vita con un bersaglio sulla schiena! Ci tenevo tanto a questa cosa!”, ma la discussione viene interrotta dall'arrivo di Mary Louise, di cui parleremo più avanti.

Rivediamo Renata durante l'incontro notturno e furtivo con Madeline, Bonnie, Celeste e Jane: Celeste avvisa le amiche che saranno quasi sicuramente chiamate a testimoniare dall'avvocato di Mary Louise, e che se ciò dovesse accadere è certo che dovranno rispondere anche a qualche domanda riguardante quella maledetta notte. Renata è relativamente tranquilla: basterà attenersi a quanto concordato. Però sarebbe spergiuro. Mh.

Nelle ultime scene, in cucina (ciò che ne rimane!), Renata propone ad Amabella di fare come Ziggy e i gemelli, di prendersi una giornata tutta per loro, per passare un po' di tempo insieme. Amabella le chiede “E' perché siamo senza un soldo, vero? Ce ne dovremo andare da qui?” Al che, Renata, che davanti a lei tutto sommato può permettersi di essere un po' più morbida del solito, le risponde: “No Amabella, è perché ho voglia di passare la giornata con te! Tesoro, i soldi non sono tutto. Oddio, lo sono, ma non lo sono. Ciò che conta è questo (ndr, le indica il cuore), la tua famiglia, i tuoi amici.” Di nuovo, le parole di Mary Louise si sono insinuate esattamente dove dovevano insinuarsi. Il che necessariamente non dovrebbe essere un male. In teoria. Per Renata, l'episodio si conclude in piscina insieme alla figlia, in un raro e prezioso momento di pura felicità. Sicuramente la quiete prima della tempesta...


Madeline

Ed è stufo. Ed non ha più intenzione di fare la parte del bravo ragazzo che non si lamenta mai e che non risponde mai male. Ed è in crisi. Prima lo vediamo mandare più o meno a quel paese Nathan dopo un goffo tentativo di scuse per la quasi rissa durante la festa di Amabella, poi, di ritorno da una surreale seduta di terapia di coppia proposta da Madeline, lo vediamo esplodere. In macchina, sulla strada del ritorno, Ed, in risposta a quello che, nella mente della moglie, doveva essere un discorso di elogio delle sue qualità, se ne esce con un “Sì, ero una scelta sicura.” Madeline chiede spiegazioni, e lui non si tira indietro. La sua analisi parte dall'inizio, dal loro primo appuntamento, che per lui è stato come un “interrogatorio”. Sì, insomma, Ed sente di essere stato scelto in quanto persona stabile, matura e responsabile, in pratica l'opposto di Nathan, cioè della causa della sofferenza di Abigail e dell'insicurezza (quantomeno di parte dell'insicurezza) di Madeline. Ed sente di essere stato “una scelta sensata” a cui hanno iniziato però a seguire alcune scelte insensate, la più grave delle quali è stata ovviamente l'affair con Joseph. Solo che ora la scelta, la più difficile di tutte, spetta a lui: andarsene e salvaguardare la sua dignità, oppure restare con una donna di cui non si fida? La successiva dichiarazione d'amore di Madeline è anche una dichiarazione d'intenti: “Puoi fidarti di me se ti dico che non farò più cazzate? Forse no. Non credo di potermi fidare neanch'io di me stessa da questo punto di vista. […] Se manderò tutto a pu**ane di nuovo non sarà per colpa dell'infedeltà. Ti do la mia parola. Tutti i miei prossimi errori saranno completamente nuovi.”

C'è speranza per i coniugi Mackenzie? Noi incrociamo le dita per loro, ma il montaggio finale, quando Ed è al bar da solo e viene nuovamente avvicinato dalla procace Tori (con tanto di Joseph, sempre nei pensieri di Madeline, che osserva la scena qualche tavolo più in là...), urla a gran voce TRADIMENTO IN VISTA!

Tornando a Madeline: dopo il momento di vulnerabilità di cui sopra – Madeline è perfettamente cosciente del fatto che i suoi errori derivano da una sua mancanza di autostima a sua volta causata dal problematico rapporto con il matrimonio fallito dei genitori –, il personaggio di Witherspoon torna a vestire i suoi panni abituali. A scatenare la sua reazione è un veloce e casuale incontro per strada con Mary Louise. Madeline sta passeggiando insieme a Abigail, ma ecco avvicinarsi la sua nemesi stagionale (che è un po' la nemesi di tutte, a quanto pare!), che non si lascia sfuggire l'occasione per lanciare una frecciata rivolta a Abigail (impagabile l'espressione di Kathryn Newton!), ma che viene subito rimessa a posto da Madeline, che esprime tutto il suo disappunto per quanto sta accadendo con Celeste. A quel punto, a Mary Louise non resta altro da fare che battere in ritirata. Magari non affondata, ma sicuramente COLPITA!

 

 

 

 

Jane

Ziggy viene preso di mira da un bulletto della sua classe, ma in suo aiuto accorrono Max e Josh. La situazione degenera in pochissimo quando il bulletto scopre che i tre sono fratelli. E' la frase “Ho sentito dire che vostro padre era uno stupratore!” a far scattare i gemelli, ma a loro si unisce anche Ziggy. Ovviamente Celeste e Jane vengono convocate dal preside della scuola, che è costretto a dare tre giorni di sospensione ai fratellastri perché l'altro bambino è finito al pronto soccorso con un labbro spaccato.

Jane chiaramente pretende che Ziggy le dica cos'è successo, e Ziggy riferisce. La sera, prima di dormire, confessa anche di avere paura di “diventare come lui da grande”, e per lui intende Perry. Jane lo rassicura: “Quando sarai grande sarai l'uomo più dolce, più gentile, più bello, più simpatico, più amabile e più adorabile di tutti, te lo prometto.”

Il giorno dopo vediamo Jane e Corey in un momento di intimità, ma lei non è ancora pronta. Il suo corpo non è ancora pronto, e neanche la sua mente. Corey lo capisce, e non la giudica. Semplicemente, la tiene stretta a sé. Poco dopo, mentre i gemelli e Ziggy giocano con lui, Jane confessa a Celeste di invidiare un po' il fatto che lei non ha avuto problemi col sesso nonostante quanto successo. La faccia di Celeste, però, fa intendere che la situazione è ben più incasinata di quanto non sembri. Ad ogni modo, segue una bella pagaiata di gruppo e poi una bella merenda tutti insieme. Tutto perfetto, ma non proprio, perché di lì a poco Bonnie vedrà Corey uscire dal Dipartimento di Polizia...


Bonnie

Scopriamo verso gli ultimi minuti dell'episodio che le parole del titolo, “Kill Me”, uccidimi, sono le prime parole pronunciate da Elizabeth dopo essersi svegliata. Ovviamente non è un caso che questo messaggio, questa richiesta, questa preghiera, venga rivolta proprio a Bonnie. Ma andiamo con ordine. Il personaggio di Zoe Kravitz trascorre buona parte del suo tempo per ovvie ragioni in ospedale, al capezzale di questa madre odiata e amata allo stesso tempo. Da altri flashback vediamo ulteriori abusi fisici e psicologici subiti da Bonnie da bambina, ma dire se sia stata colpa solo dell'alcolismo di Elizabeth è difficile. C'era, e c'è, qualcosa di più profondo. Di più grave.

Le motivazioni dietro la decisione di Bonnie di allontanarsi dalla sua famiglia di origine appaiono ormai chiarissime. Riconciliarsi con una tale figura materna – che da carnefice ora è senza dubbio vittima, della sorte e delle circostanze – è senza dubbio qualcosa di estremamente difficile. Anche in questo caso, un po' come con Celeste e Perry, non è possibile analizzare la situazione solo in termini di bianco e nero. Anche Bonnie è dunque vittima di violenza, fisica e psicologica, ma la cosa peggiore è che tale violenza per lei è arrivata dalla madre, da quella persona che dovrebbe essere il porto sicuro di ogni bambina e di ogni bambino. Certo, crescere significa imparare a processare razionalmente questa assurda contraddizione, ma non è comunque facile mettere da parte l'aspetto emotivo.

Come se ciò non bastasse, il personaggio di Kravitz è convinto che suo padre non abbia mai fatto niente di concreto per proteggerla. L'accusa è pesantissima. A poco servono le giustificazioni di lui: il loro rapporto era comunque compromesso.

Ma veniamo al finale. Bonnie è al capezzale della madre quando questa finalmente si sveglia, ed è a lei che è rivolta la richiesta di cui sopra. Non sappiamo se tale preghiera sia stata accolta. Sappiamo solo che, negli ultimi momenti dell'episodio, vediamo il personaggio di Kravitz allontanarsi dalla camera di Elizabeth e, a sera inoltrata, raggiungere il Dipartimento di Polizia. E' lì per autodenunciarsi? E' lì per dire “Ho ucciso mia madre perché me l'ha chiesto. E, già che ci sono, volevo dirvi che sono stata io a spingere Perry Wright giù da una scalinata.” ? Forse. Il problema è che Bonnie vede uscire qualcuno dall'edificio in compagnia di un agente. E questo qualcuno, scopriamo negli ultimi secondi, come già anticipato sopra, è Corey. Cosa diavolo può farci Corey lì a quell'ora? E' forse un agente sotto copertura? Si è avvicinato a Jane per tentare di scoprire la verità sulla morte di Perry? C'è dietro Quinlan? O c'è dietro Mary Louise? Ormai tutto è possibile...


Celeste

La gentile, pacata e civilissima Celeste è fuori di sé. All'inizio dell'episodio la vediamo insieme alla sua avvocata (consigliatale da Renata) a un incontro preliminare col la giudice che si occuperà del suo caso. Giudice che, prima dell'udienza di apertura, nominerà un perito psichiatrico che interrogherà le due litiganti, i gemelli, gli amici dei gemelli, gli amici delle litiganti, e chiunque sarà necessario interrogare al fine di avere un quadro il più completo possibile. Tutto chiarissimo. Mary Louise interviene nonostante il richiamo del suo avvocato, mentre Celeste segue la linea della sua legale, pertanto non proferisce parola. Salvo avere poi qualche ripensamento: veramente questa è la strategia migliore? Renata – che comunque resta dell'idea che un accordo informale tra le parti sarebbe la cosa migliore – le conferma che i giudici che si occupano di casi di questo genere non amano le sceneggiate e gli avvocati pitbull, dunque non resta altro da fare che (af)fidarsi.

Nel corso dell'episodio vediamo Celeste – che dietro la facciata di pieno controllo è come un vulcano pronto a esplodere – parlare con i figli, giustamente scossi da quanto sta accadendo. A cena, dopo la sospensione, Celeste cerca di spiegare ai gemelli che la violenza non è mai la risposta giusta, ma poi, quando Josh le dice “Smettila di fare la str***a!”, si lascia scappare, con tanto di mano sbattuta sul tavolo, un “Non parlarmi in questo modo!!” così rabbioso da farsi paura da sola. E' evidente che Celeste ha il terrore che i figli seguano le orme del padre, che ha già rovinato lei. Perché la violenza è un veleno che intacca ogni cosa. Poco dopo, il personaggio di Kidman (che in quest'episodio finora ha dato il meglio di sé in questa seconda stagione) decide di raccontare ai gemelli quanto sta accadendo con Mary Louise. Inutile dire che Max e Josh non vogliono lasciare la loro casa e la loro mamma, ma, allo stesso tempo, non capiscono perché la nonna stia facendo tutto questo.

All'incontro tra “le parti in causa” organizzato dall'avvocato di Mary Louise, Celeste rifiuta fortemente la custodia congiunta: non se ne parla di weekend dalla nonna, di continui controlli antialcol e antidroga e di sessioni di terapia per il controllo della rabbia!! Quel “Vaffanc**o!!” abbaiato alla suocera potrebbe però essere il proverbiale canto del cigno, perché addirittura l'avvocata “muta” pensa che quella della custodia congiunta poteva essere una buona soluzione. Ora si va in battaglia. E verrà tirato in ballo tutto...anche la morte di Perry...

Scatta immediatamente l'incontro con Madeline, Jane, Bonnie e Renata, che devono essere avvisate di quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni. C'è la possibilità che l'avvocato di Mary Louise stia ricevendo aiuto in qualche modo dalla polizia, dunque sarà necessario mantenere il sangue gelido, non semplicemente freddo. Insomma, Perry continua a essere una gran spina nel fianco anche da morto. L'ideale sarebbe ripetere la versione già raccontata più volte a Quinlan e non discostarsene, ma il problema è che le dichiarazioni verranno rilasciate sotto giuramento...e mentire sotto giuramento è assai rischioso. Per “le cinque di Monterey” si prospettano giorni carichi di tensione, e non è detto che stare unite, come suggerisce Madeline, basterà.

In un'altra scena molto toccante, Celeste si appresta a dare la buonanotte ai figli, che il giorno dopo saranno interrogati in vista del processo. Max e Josh vogliono sapere come mai la nonna si stia comportando così (“Perché è preoccupata che io sia ancora triste perché mi manca vostro padre, e pensa che la mia tristezza non sia una cosa buona per voi.”), e chiedono alla madre se dovranno dire che non amano la nonna (“No, non ditelo.”). Il momento in cui le dicono “Ti proteggeremo...” è veramente toccante, specialmente per la risposta di Celeste: “Ascoltatemi bene. Voi non dovete proteggermi. Dovete solo dire la verità, che volete vivere qui.” La sua decisione di preservare al meglio il più possibile la memoria di Perry e di non mettere Mary Louise in cattiva luce è comunque lodevole, e dimostra come il personaggio di Kidman voglia veramente ciò che è meglio per i figli. Anche lei, però, è umana. E anche lei, sotto la superficie, sta annegando. Proprio come Bonnie nella visione di Elizabeth.

 

Mary Louise

Una dolce nonnina preoccupata per il benessere fisico e mentale dei nipoti e una mamma in lutto per la perdita del figlio: ecco come si dipinge Mary Louise. Peccato che, dietro la facciata, ci sia una vera e propria iena! Ovviamente, come tutti i villain che si rispettano, anche lei è convinta di stare dalla parte del giusto, e in un certo senso è così, sia perché Celeste non è proprio in lizza per il premio “Madre dell'anno”, sia perché Perry è effettivamente stato ucciso.

Da eroina della propria storia, il personaggio di Streep porta avanti la sua battaglia senza esclusione di colpi, e, da brava manipolatrice (che Perry abbia preso proprio la lei?), prima tenta di ingraziarsi la giudice, poi prova a mandare in crisi Renata, un'alleata forte per Celeste, e infine riesce a farsi passare agli occhi dell'avvocata della nuora come una persona ragionevole accontentandosi della custodia congiunta. Ma noi spettatori sappiamo bene che a Mary Louise è meglio non voltare le spalle. Per ora non possiamo dire se dietro Corey – che quasi sicuramente è un agente sotto copertura – ci sia il suo zampino, ma non ci stupirebbe.

Ovviamente degna di nota la scena ambientata a casa di Renata, un invito per un té che ovviamente non è solo un invito per un té. Anche in questo caso, come già visto fare con Jane, Mary Louise dà prova delle sue capacità manipolatorie, andando a colpire la sua interlocutrice nei punti giusti. Il problema è che di primo acchito Mary Louise sembra veramente una donnina ingenua e innocua, una sprovveduta, salvo poi dare prova, sempre in maniera molto velata, di non essere per niente così. Ad ogni modo, Renata va dritta al punto dicendo di comprendere perfettamente quanto la situazione sia pesante e spiacevole, ma Mary Louise la interrompe subito: pensava, sperava, si trattasse veramente solo di un té in compagnia.

Renata ci riprova, questa volta usando la magica formula “da madre a madre”, e, incredibile, Mary Louise sembra voler stare ad ascoltare. Ma, tempo due secondi, se ne esce con la prima pugnalata neanche troppo velata: “Cos'è successo ai tuoi mobili? In una casa così grande uno pensa di trovare un sacco di mobili...” La “Medusa di Monterey” subisce il primo colpo, ed è costretta a tirare fuori la fonte dei suoi attuali dolori: la causa per frode. Un'umiliazione, è vero, ma pare che tutto alla fine comunque si risolverà in maniera accettabile, è solo questione di giorni.

Tempo altri due secondi ed ecco la seconda pugnalata: perdere tutto dev'essere specialmente duro per una madre che lavora, per una madre che si è trovata costretta a passare poco tempo con la propria figlia, e per cosa? Per arrivare comunque a questo punto. Un sacrificio inutile, dice saggiamente Mary Louise, e intanto Renata un po' muore dentro, perché sa che un fondo di verità in quel discorso c'è. Il personaggio di Dern non si lascia comunque intimidire e ribatte, ma di fronte alla finta tonta furia distruttrice di Mary Louise neanche lei può nulla. Finora solo Madeline è riuscita a resistere agli attacchi e a ribattere, dobbiamo tutti imparare da lei...quantomeno in questo!

Spettacolo: Per te