Nel nono episodio della terza stagione di Gomorra - La serie (in onda il venerdì sera alle ore 21.15 su Sky Atlantic) Enzo e Valerio hanno sete di vendetta, vogliono vendicare la morte d Carmela, e tentano di uccidere O'Sciarmante, che loro considerano il mandante dell'esecuzione. Ecco i segreti della scena, raccontati in prima persona dagli attori e dal cast tecnico: continua a leggere e scopri di più
GOMORRA 3, EPISODIO 9: L’AGGUATO A O'SCIARMANTE
La vendetta ha scaldato e insanguinato la nona puntata di Gomorra - La Serie. Enzo 'Sangue Blu' conquista prestigio e territori, ma la sua ascesa infastidisce parecchi. Bisogna dargli una lezione. Di quelle che gli facciano capire che non può andare in giro impunemente a rivendicare ciò che è appartenuto a suo nonno e che poi è stato perso. Quindi bisogna colpirlo in maniera tale che il dolore non sia solo fisico, ma che vada a minare il senso di onnipotenza. Un sicario uccide Carmela, la sorella di Enzo, mentre sta facendo shopping. Nonostante gli inviti alla prudenza, a non agire di istinto, Enzo vuole vendicarsi in fretta, e chiede il sostegno, morale e materiale, di Valerio.
Tutto riconduce a O'Sciarmante, è lui il mandante, almeno dalle informazioni raccolte così parrebbe. L'occasione è ghiotta: O'Sciarmante, i suoi amici, la sua famiglia, i pretoriani che gli stanno intorno partecipano a un pranzo di comunione. Bisogna aspettarlo fuori, non dargli il tempo di pensare e reagire. Ma non sempre, in tutti gli ambiti della vita, pensiero e azione sono sincronizzati e l'agguato di Sangue Blu non fa eccezione. O'Sciarmante lascia la cerimonia con alcuni suoi scagnozzi, Enzo e Valerio li aspettano vicino alla macchina e appena questi appaiono partono le prime raffiche. La mira è imprecisa, la reazione immediata, non va come dovrebbe. Enzo viene ferito, forse ci lascia un occhio, Valerio riesce a spingerlo in auto e sgommare via prima che i vendicatori diventino cadaveri. Solo qualche scena dopo comprenderemo un po' meglio chi c'è dietro l'assassinio di Carmela, chi ha avuto convenienza a scatenare questa guerra.
AGGUATO ALLA CERIMONIA: IL MAKING OF
La scena si apre con Valerio che, come un curioso qualunque, sbircia dall'alto la cerimonia. Enzo è in macchina, ma nemmeno quando O'Vocabulà gli dice che "è pieno di uomini armati" rinuncia ai suoi propositi. Il regista dell'episodio è Claudio Cupellini, che così racconta: "Enzo per vendicarsi tenta una vendetta che è un suicidio. Ha una voglia di farlo che è inarrestabile. La cosa più bella è l'essere presente di Valerio, incurante del fatto che possa morire nello scontro a fuoco. E' stata una scena complicata perché quando si girano queste situazioni c'è una componente emotiva molto forte ma anche l'aspetto tecnico è altrettanto forte."
LA PAROLA AI PROTAGONISTI
Arturo Muselli, ovvero Enzo, ironizza su una scena "molto rumorosa. Habemus sparatoriam". Si vedono nette, in queste immagini, le posizioni delle telecamere. Loris De Luna, ovvero Valerio, arriva con la macchina, e spiega che "mi frappongo tra lui e gli altri, cerco di parargli i colpi. Lo difendo sparando a mia volta". Poi Enzo viene colpito all'occhio: "Cadevo e poi ferito dovevo arrampicarmi in macchina". In quella drammatica contemporaneità di gesti, Valerio dice che "dovevo porgergli la mano per aiutarlo a guadagnare l'auto e anche sparare". E' molto affascinante, sia nelle parole di Arturo Muselli che nelle immagini, assistere al momento in cui all'attore viene insegnato a cadere e a prendere il colpo. A proposito di questa lezione interviene Alessandro Borgese, lo stunt coordinator: "Il colpo è di striscio e serve l'effetto a colpo di frusta". Anche l'utilizzo delle auto ha avuto un percorso impegnativo, come sottolinea l'aiuto regia Enrico Rosati: "E' stato molto faticoso, vetri che esplodono, colpi sulla macchina, mitra che sputano proiettili: solo sull'auto sono stati montati quasi 38 colpi sopra". Come è stato possibile tanto realismo? Lo spiega Luca Ricci, il responsabile degli effetti speciali: "Abbiamo preso delle auto, le abbiamo bucate e inserito delle micro-cariche". Tutto per l'agguato a O'Sciarmante che, in realtà, questa volta era innocente.