Gomorra 3, Marco D'Amore: "Vi racconto le sofferenze di Ciro"

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Foto di Gianni Fiorito
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Marco D'Amore ci racconta, in questa intervista, il dolore interiore di Ciro Di Marzio, l'Immortale, il suo epico personaggio protagonista di Gomorra - La Serie, la cui terza stagione è in programmazione su Sky Atlantic il venerdì alle ore 21.15. Poi ci presenta il nuovo protagonista di Gomorra 3,ovvero la città di Napoli, e ci parla dei suoi progetti teatrali e cinematografici: continua a leggere e scopri di più

(@BassoFabrizio)

I movimenti, le smorfie, le pause prima di parlare, gli sguardi sono sempre quelli, quelli che ci accompagnano da tre stagioni di Gomorra - La Serie, in onda il venerdì alle ore 21.15 su Sky Atlantic. Ma la persona che non si vede, quella che sta nascosta in qualche angolo dell'anima, è un'altra. Almeno in Gomorra 3. Ciro non è più l'immortale degli inizi. Resta un immortale, resta uno che muove le pedine sullo scacchiere delle alleanze con astuzia, che dispone vita e morte altrui, ma qualcosa si è spento. Di questa evoluzione dell'anima parliamo con Marco D'Amore, per molti Ciro di Gomorra: "Quando le serie vanno avanti è giusto e naturale che un personaggio incontri dei cambiamenti, dico di più: il cambiamento è fisiologico. Ciro è alle prese con un dolore umano immenso, ha dovuto seppellire un figlio, e questo incide". Marco D'Amore ha lavorato a lungo sul suo personaggio nella terza stagione di Gomorra - La Serie, e quello che è evidente, ad averlo di fronte, è che parlare dell'evoluzione di Ciro ha un qualcosa di liberatorio anche per l'attore: "Il mio cambiamento, oltreché modellato dal dolore di una perdita, è anche fisico. Sono meno guascone e meno violento. E poi c'è un invecchiamento personale".

Il nuovo Ciro, la sua nuova maturità (sempre immersa nel male) hanno attraversato una fase fondamentale nel terzo episodio di Gomorra 3, quello che lo vede protagonista in solitario ed è ambientato a Budapest: "Mi è piaciuto attraversare quella sospensione temporale. L'esperienza a Budapest è stata bella, vissuta in un contesto che ispira. In una serie come Gomorra sono molto importanti le ambientazioni e le contestualizzazioni".

E a proposito di contestualizzazioni, Marco D'Amore ci tiene a parlare del vero protagonista di Gomorra 3: "E' Napoli. E' la città uno dei nuovi personaggi di questa terza stagione. Viene raccontata in tuttte le sue bellezze e contraddizioni, non c'è nulla di agiografico. Anzi, Napoli coglie questa occasione per affermare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l'onestà di una città che non ha paura delle sue brutture". Infatti uno degli elementi più rilevanti, a livello di sceneggiatura, è lo spostamento della guerra tra i clan nel centro città. Secondigliano e Le Vele ora sono sullo sfondo.

L'attività artistica di Marco D'Amore non conosce pause. Quando non ha lo sguardo cattivo ma spento di Ciro, si muove su altri set. Sta portando in giro una versione teatrale di American Buffalo, testo di David Mamet del 1975: si trasforma in O’Professore, capelli unti e radi, ingobbito sotto un pastrano malandato, perfino balbuziente. È la storia di un fallimento, il tentativo di tre uomini di rubare l’American Buffalo, conio americano dal valore inestimabile. E' l'epica di una caduta annunciata, un vano tentativo di ritagliarsi un ruolo nella vita, un sentimento di rivalsa destinato a restare irrealizzato. Da Napoli a Chicago, tra le botteghe e i bassifondi, tre uomini nella sabbie mobili di un progetto rovinoso. Al cinema c'è Drive me Home che lo vede in coppia con Vinicio Marchioni: "Si tratta di un road movie che ha come filo conduttore l'idea del ritorno. Si va dal Belgio alla Sicilia attraverso luoghi, ma soprattutto persone e indagando sulle scelte di vita differenti di ognuno".


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