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Il Trono di Spade 7: la recensione del settimo e ultimo episodio

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Linda Avolio

Dall’incontro con Cersei, che rimane visibilmente colpita dal non-morto portato fin lì da Jon e compagni, ai discorsi di Tyrion, che sente sulle proprie spalle il peso dell’intera negoziazione, passando per un dovuto chiarimento tra le sorelle Stark, un salto nel passato che cambia completamente le carte in tavola, e l’addio di un personaggio presente fin dall’inizio, leggi la recensione di The Dragon and The Wolf, l’ultimo episodio, il settimo, della S07 de Il Trono di Spade (NB, ovviamente CI SONO SPOILER per chi non l’ha ancora visto!!)

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Un’ora e venti minuti, e poi ci toccherà aspettare per mesi e mesi, probabilmente fino al 2019. Intanto, il lungo e ricco finale della S07 porta inesorabilmente avanti la storia, ponendo le basi per quello che vedremo nell’ultima stagione della serie, chiude definitivamente alcune linee narrative che ormai hanno portato a termine il loro compito, e chiarisce alcuni punti che più avanti saranno fondamentali e potrebbero cambiare per sempre il futuro dei Sette Regni. Ecco la recensione di The Dragon and The Wolf.

 

 

 

Dopo la missione suicida del sesto episodio, è tempo di andare ad Approdo del Re per cercare di convincere Cersei a firmare una tregua, ed è naturale che la tensione si tagli col coltello. A sentire sulle proprie spalle il peso di questa massacrante responsabilità è ovviamente Tyrion, costretto tra l'altro a rivivere il tradimento di Shae e l’uccisione del padre. Anche Cersei però, nonostante il suo solito gelo, è nervosa: non solo finalmente conoscerà di persona la sua rivale, ma si troverà anche di fronte la persona che considera la fonte di tutte le sue disgrazie, quel fratello che le ha portato via prima la madre e poi il padre, e che lei considera responsabile della quasi disfatta della casa Lannister.

 

 

 

L’incontro si terrà alla Fossa del Drago, l'edificio che fu fatto costruire dai Targaryen secoli fa per farvi alloggiare i draghi, ormai un cumulo di macerie. Una volta sbarcati, Tyrion, Jon e gli altri sono accolti da Bronn e da una delegazione di soldati dell’armata del leone. Insieme a loro ci sono anche Brienne e Podrick. E’ bello vedere riuniti Bronn e Tyrion, che a loro modo ammettono di aver sentito l’uno la mancanza dell’altro, ed è bello assistere all’incontro tra il Mastino, decisamente contento di sapere che Arya è ancora viva, e la bionda guerriera, che non si erano lasciati proprio nel migliore dei modi. Entrambi volevano solo proteggere l’allora acerba e inesperta figlia di Ned Stark, ma ormai anche quei tempi sono andati, e adesso, come ben sottolinea Brienne, ad avere bisogno di protezione non è più la giovane lupa, ma lo sciagurato che deciderà di mettersi contro di lei!

 

 

 

L’arrivo di Cersei è accompagnato dalla ripresa del tema musicale del brano Light of The Seven, che nel finale della stagione precedente aveva fatto da contrappunto ai tragici momenti che hanno portato all’esplosione del Tempio di Baelor. L’imbarazzo degli sguardi tra Jaime e Brienne, un breve “scambio di opinioni” tra i fratelli Clegane, l’arrivo di Daenerys, che giunge ovviamente insieme a Drogon e Rhaegal, e poi Tyrion comincia il suo discorso. Viene interrotto da Euron, sempre spaccone e arrogante, che vuole la sottomissione di Theon in cambio della vita di Yara, ma Cersei lo rimette a posto in men che non si dica. Al Folletto si unisce Jon, che espone la gravità della situazione: c’è una sola guerra che conta, la grande guerra dei vivi contro i morti, e questa guerra ormai è qui. Cersei ovviamente non gli crede – quando lui dice che il milione di persone che abita ad Approdo del Re rischia di diventare un milione di soldati per il Re della Notte, lei ribatte sarcastica “Immagino che per molti di loro si tratterebbe di un miglioramento della loro condizione!” –, è sicura che la richiesta di una tregua sia solo una scusa per cogliere impreparata la sua armata, ma poi, quando le viene finalmente mostrato il non-morto recuperato a spese del povero Viserion, è costretta a ricredersi. Lena Headey è bravissima nel rendere quasi palpabile la sorpresa, lo shock e il terrore sul volto del suo personaggio in questo momento, e, come sempre, restituisce una performance semplicemente impeccabile, forse la migliore di tutta la stagione.

 

 

 

Jaime è sconvolto quando Daenerys gli dice quanto è grande l’esercito dei non-morti, mentre Euron opta per la fuga: se questi esseri non possono nuotare, allora tanto vale tornare alle Isole di Ferro e aspettare. Cersei, ad ogni modo, sembra convinta, e accetta la tregua, ma a una condizione: la neutralità del Re del Nord, del figlio di Ned Stark, che sicuramente terrà fede alla parola data. Peccato che Jon abbia già giurato fedeltà a Daenerys, e che scelga di rivelarlo invece di tenerlo per sé. Ovviamente a quel punto Cersei cambia idea: nessuna tregua.

 

 

 

“I morti arriveranno prima da voi, godeteveli. Poi ci occuperemo di quello che resterà di voi”, sputa la leonessa di casa Lannister prima di andarsene, e a quel punto Tyrion, furioso per essere stato tenuto all’oscuro di un’informazione così importante, tenta il tutto per tutto: andrà a parlare da solo con sua sorella e proverà a convincerla. L’incontro tra i personaggi di Headey e Dinklage dopo più di due stagioni è emotivamente carico, e non potrebbe essere altrimenti. Entrambi si rinfacciano a vicenda gli errori del passato, ma ovviamente Tyrion deve giocarsi la carta della diplomazia, se vuole avere qualche speranza di successo. Cersei è sicura che l’unico obiettivo del fratello sia la distruzione della loro famiglia, ma lui dice che è esattamente il contrario, e che, anzi, è stato lui a convincere Daenerys a non radere al suolo la Capitale. Non sarà colpevole della morte di Joffrey, ma la morte di Tywin, sottolinea la sovrana dei Sette Regni, ha lasciato scoperta la casata del leone, che da quel momento è stata attaccata e decimata. Il Folletto è sinceramente dispiaciuto per la scomparsa di Tommen e di Myrcella, ma sfida la sorella: che dia l’ordine di ucciderlo, se pensa veramente che sia lui la causa di ognuna delle sue disgrazie. Cersei è tentata, ma alla fine desiste: non può farlo, o forse non è il momento giusto per farlo. Che dire delle interpretazioni dei due attori? Che insieme in questa scena danno il meglio di se stessi. Davanti a un bicchiere di vino partono le contrattazioni: come andrà a finire? Ciò che è certo è che Tyrion capisce il motivo per cui sua sorella combatte ancora: è incinta.

 

 

 

Viene rimarcato per l’ennesima volta che Daenerys non può avere altri figli. E’ lei stessa a ripeterlo a Jon, che, giustamente, in tutta risposta le fa notare che forse le parole piene d’odio di una strega non sono proprio attendibili. A interrompere questo momento di intimità è il ritorno di Tyrion. Dietro di lui ci sono Cersei e i suoi. Colpo di scena: la leonessa non solo concederà l’agognata tregua, ma addirittura manderà i suoi uomini a combattere al nord. Possiamo fidarci? Ovviamente no, come scopriremo più avanti.

 

 

 

A nord, a Grande Inverno, Sansa, dopo aver scoperto che Arya è un “uomo senza volto”, è preoccupata, molto preoccupata. Ed è anche scocciata per aver saputo del giuramento di Jon a Daenerys. Ovviamente al suo fianco c’è Ditocorto, che non perde occasione per instillare l’ennesimo dubbio nella mente della ragazza. L’obiettivo di Lord Baelish è palese: dividi et impera. Tenendo Arya e Sansa lontane l’una dall’altra sarà più facile controllare e manipolare la seconda mentre il Re del Nord è lontano. Ma Sansa è veramente così stupida da prestarsi a questo gioco? Apparentemente sì…

 

 

 

A Roccia del Drago fervono i preparativi per la partenza verso Grande Inverno, e Daenerys, nonostante la preoccupazione di Ser Jorah, decide che viaggerà insieme a Jon, e non su Drogon: è importante che gli abitanti del nord si rendano conto che il loro re e la Regina dei Draghi sono alleati e si fidano l’uno dell’altra, altrimenti sarà difficile convincerli a combattere. “Non sto andando a conquistare il nord. Sto andando a salvare il nord. Salpiamo insieme”, dice con decisione l’aspirante sovrana dei Sette Regni, e ormai è chiaro che i personaggi di Clarke e Harington sono vicinissimi, non solo fisicamente.

 

 

 

Il chiarimento tra Theon e Jon è dovuto. Il primo si vergogna di se stesso, vorrebbe essere un uomo migliore, vorrebbe fare la cosa giusta, ma la sua anima è divisa: non è un Greyjoy, non è uno Stark, non è niente, non riesce a scegliere cosa e chi essere. E’ il prode Jon a togliergli un pensiero non da poco: può essere sia un Greyjoy sia uno Stark, non deve scegliere. Deve solo ricordarsi di Ned, che per lui è stato come un padre. A quel punto Theon, ora sollevato, è pronto a fare la cosa giusta: andare a salvare sua sorella. Convincere gli uomini di ferro è dura, ma dopo una sana e sonora scazzottata all’ultimo sangue, il dado è tratto: basta scappare, si parte per le Isole di Ferro.

 

 

 

I cavalieri della Valle e i lord del nord sono riuniti al cospetto della Lady di Grande Inverno. Al suo fianco c’è il fratello Bran, di fronte a lei, in piedi, c’è Arya. “Sei sicura di volerlo fare?” chiede la giovane assassina alla sorella. “Non è quello che voglio, ma è quello che va fatto. Difendere la mia famiglia da quelli che vogliono farci del male. Difendere il nord da quelli che vogliono tradirci” risponde Sansa, e prosegue: “L’accusa è di omicidio, e di tradimento. Cos’hai da dire in merito…Lord Baelish? ” Ditocorto, che fino a quel momento ha osservato la scena nella penombra, non riesce a credere alle sue orecchie. Tenta di spiegare che si tratta sicuramente di un errore, o quantomeno di un malinteso. Ma quando Sansa lo accusa di aver ucciso sua zia Lysa e di aver cospirato per uccidere Jon Arryn, morto avvelenato dalle Lacrime di Lys, la preoccupazione sul volto del personaggio di Aidan Gillen diventa palpabile. Per colpa sua lo scontro tra Stark e Lannister ha avuto inizio, con tutte le conseguenze di ciò. E’ però Bran a dargli il colpo di grazia dicendogli di averlo visto tradire loro padre, e di avergli anche detto “Ti avevo avvisato di non fidarti di me”. Alla fine Arya e Sansa stavano solo recitando, gli stavano tendendo una trappola. Il personaggio di Ditocorto, che oggettivamente aveva esaurito la sua funzione nel quadro della narrazione, esce di scena per mano dell’assassina dai mille volti, che lo uccide usando il suo stesso pugnale. Ma prima ci sono le indimenticabili ultime parole di Sansa: “Ci metto un po’ a imparare. Ma imparo. Grazie per tutte le tue lezioni Lord Baelish. Non le dimenticherò mai.”

 

 

 

Ad Approdo del Re, Jaime sta organizzando con i suoi uomini il viaggio verso nord, ma Cersei blocca subito il suo entusiasmo: veramente pensava che avrebbe mandato i suoi soldati in aiuto della sua rivale? “Ho sempre saputo che eri il più stupido di noi Lannister. Sei un traditore, o sei un idiota?” Jaime non capisce: ha dato la sua parola, non può tirarsi indietro. Oppure sì? “Ho detto quello che c’era bisogno di dire per la sopravvivenza della nostra casata. Ti aspetti che mi fidi dell’uomo che ha ucciso nostro padre? Ti aspetti che ordini alle mie truppe di combattere al fianco di quella gentaglia straniera? Di combattere per la Regina dei Draghi?”, continua lei, ma lui non vuole crederci. “Qui non stiamo parlando di nobili casate, qui stiamo parlando dello scontro tra i vivi e i morti!”, tenta di farla ragionare lui, e lei: “Infatti è tra i vivi che intendo restare. Resteremo qui dove siamo sempre stati. Il nostro erede governerà su Westeros. I mostri sono reali. Estranei, draghi, Dothraki, non erano solo storie, come ci raccontavano quando eravamo piccoli. Lascia che i mostri si uccidano tra di loro.”

 

 

 

Ormai i due fratelli-amanti sono in rotta totale, ma lo smacco definitivo avviene con la rivelazione che Euron non è tornato a casa sua, ma è andato a recuperare la Compagnia Dorata a Essos. Per Jaime si tratta di un vero e proprio tradimento: sua sorella l’ha tenuto all’oscuro e si è accordata in segreto con l’ultimo arrivato. Il suo mondo crolla definitivamente a pezzi. “Nessuno se ne va da me”, ma il personaggio di Nikolaj Coster-Waldau ha deciso: terrà fede alla parola data, e andrà a combattere al nord. Quando si trova la strada sbarrata da Ser Gregor non riesce a crederci: veramente sua sorella sarebbe disposta a ucciderlo anziché lasciarlo andare? No, ovviamente Cersei non riesce a dare l’ordine, proprio come successo in precedenza con Tyrion. La famiglia è effettivamente il punto debole della leonessa, che ora è completamente sola. Mentre Jaime si allontana a cavallo da Approdo del Re, ecco che anche lì cadono i primi fiocchi di neve: l’inverno è veramente arrivato.

 

 

 

Sam è arrivato a Grande Inverno, e va subito a salutare Bran. Molto divertenti gli scambi tra i due, specialmente il buon Tarly, che si rende conto della stranezza del giovane Stark ma fa finta di niente. Ad ogni modo, qui, finalmente, abbiamo una conferma che cambia completamente le carte in tavola: Rhaegar non rapì Lyanna, i due scapparono insieme perché si amavano, infatti vennero ufficialmente uniti in matrimonio. Dunque Jon, che scopriamo chiamarsi Aegon – proprio come Aegon il Conquistatore, il primo sovrano Targaryen dei Sette Regni, unificati da lui stesso – è il legittimo erede al trono! Mentre Bran vede il drago (Rhaegar) e il lupo (Lyanna) pronunciare i voti nuziali, noi spettatori vediamo un altro drago (Daenerys) e un altro lupo (Jon) unirsi con un atto d’amore, questa volta fisico. Tyrion osserva Jon entrare nella camera di Daenerys, e il suo volto è una tavolozza di emozioni: preoccupazione, rancore, addirittura gelosia? Non sappiamo il motivo per cui il Folletto sembra tanto disturbato dal nascente amore tra la Madre dei Draghi e il (ex?) Re del Nord, ma ciò che è certo è che Tyrion non ha gradito il fatto che Daenerys da quando hanno messo piede a Westeros abbia smesso di ascoltare i suoi consigli.

 

 

 

Intanto, le sorelle Stark, in modo assolutamente speculare all’inquadratura del finale della S06 in cui Jon e Sansa dichiaravano “Winter is here”, discutono di quanto appena successo. Finalmente le ritroviamo unite, seppure con le loro differenze. Queste due non smetteranno mai di litigare e scontrarsi, ma nel momento del bisogno potranno sempre fare affidamento l’una sull’altra. E’ dolce e triste allo stesso tempo questo momento tra Arya e Sansa, specialmente quando le due ricordano le parole del padre: “Durante l’inverno dobbiamo proteggerci, badare l’uno all’altro. Quando cade la neve e i venti gelidi soffiano, il lupo solitario muore. Ma il branco sopravvive.”

 

 

 

La settima stagione si chiude con la cosa peggiore che poteva succedere: a cavallo di Viserion, che ora sputa del fuoco blu, il Re della Notte riesce a far crollare la parte più orientale della Barriera, quella dove si trova il Forte, e finalmente l’esercito dei non-morti può andare alla conquista di Westeros. Tormund assiste alla disfatta: sarà riuscito a scappare? Jon aveva ragione: c’è una sola guerra che conta…e quella guerra ora è qui, proprio come l’inverno…