Il Trono di Spade 7: Kit Harington al Giffoni 2017, l'intervista

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Kit Harington al Giffoni 2017 - Foto GettyImages
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Kit Harington , il Jon Snow de Il Trono di Spade , la cui settima stagione è attualmente in programmazione su Sky Atlantic (clicca qui per scoprire tutti gli appuntamenti), incanta Giffoni 2017. Racconta del suo personaggio, di come vive un attore, del prossimo film e il tutto senza fare alcuno spoiler: leggi l'intervista

(@BassoFabrizio
Inviato a Giffoni)

 

 

Giffoni incantata da Kit Harington. Il Jon Snow de il Trono di Spade è stato protagonista di uno degli incontri più intensi dell'edizione 2017 del Festival del Cinema per Ragazzi. Lo abbiamo incontrato e intervistato mentre su Sky Atlantic c'è la settima stagione.

 

Mister Harington, quale è la cosa più dura dopo essere diventato famoso.
Non ci si aspetta di diventare famosi quando si inizia, se hai la testa sulle spalle non ci pensi e poi diventare famosi è raro. Tuttavia devo dire che quando si diventa famosi non mi fa ribrezzo, lo accetto con felicità. Stare qui davanti a voi è una conseguenza del successo. Ovviamente bisogna stare attenti a non farsi travolgere: io vi dico che sono famoso perché sono parte di una serie eccezionale ma devo ancora guadagnarmi la mia popolarità al di fuori di questo popolarissimo show.
Come è cambiata la sua vita da attore?
Fin da piccoli quando si ha voglia di diventare attori si ha voglia di mettersi in mostra. Come mi ha cambiato? Diventare attore professionista iniziare ad apprendere i segreti del mestiere sono i momenti in cui inizi a cambiare.
E’ importante essere testimonial di una campagna sociale?
E’ importante per la visibilità che abbiamo. E’ importante scegliere a quale campagna sociale partecipare e riflettere sulle conseguenze, possono esserci implicazioni politiche e dunque bisogna pensarci bene.
Ha sangue reale nelle vene?
Mio zio ha visto l'albero genealogico e ci sono cose interessanti ma è caratteristica comune di molte famiglie inglesi. Io non vengo da una famiglia importante, chi ne proviene può concentrarsi solo sul lavoro. Ciò non toglie che la mia famiglia mi ha supportato anche economicamente. L’appoggio della famiglia è fondamentale.
Come fa a sapere quale film scegliere? Quale è la priorità?
Quando si raggiunge il mio livello ci sono priorità di scelta, molti altri attori non possono scegliere. Per me è importante che quello che faccio mi piaccia, non ragiono solo per i soldi che guadagno.
Molti hanno dormito per strada per salutarla: si ritiene un modello?
Ogni volta che vedo una cosa del genere resto sorpreso e strabiliato. Non ho i social perché amo essere sorpreso come in questo caso.
Che tipo di lavoro fa davanti a un ruolo che non ha riscontri nella realtà?
Ci sono molto attori che lavorano legati alla realtà, non è molto semplice essere protagonisti di una storia scollegata dalla realtà. Il bello del Trono di Spade è che lavoriamo con cose reale. Quando devi immaginare tutto è complicato, noi siamo ancorati alla realtà.

 

 


Per interpretare Jon Snow è bastato essere se stesso o ha adottato qualcosa di speciale?
Circa nove anni fa ho letto tutti i libri e segnato tutte le parti legate al mio personaggio. Ho fatto una audizione, oggi non ne faccio più molte. Mi sono preparato sul personaggio in più modi per essere credibile in quel ruolo.
Ci sono attori legati a personaggi come Johnny Deep-Jack Sparrow e e Robet Donwey Jr-Iron Man: teme di restare un eterno Jon Snow?
Ci sono personaggi che si legano agli attori. Non lo so oggi, scoprirò negli anni a seguire quanto sarò associato a Jon Snow e quanto sarà difficile venirne fuori. Ma scoprirò anche quanto gli devo. Non potevo dire no a questo ruolo.
Quanto è difficile preparare un ruolo fantasy rispetto a uno tarato sua realtà?
Non c’è grande differenza. Ogni ruolo è legato alla realtà, il successo del Trono di Spade è pensare che sono personaggi reali.
Come ha reagito quando ha saputo che Jon sarebbe morto e poi invece è resuscitato?
Spoiler!!! Ho letto il copione della quinta stagione, ho letto che sarei morto, ma nessuna mail dai produttori, mi sono guardato intorno. Poi mi hanno cercato e ho pensato che o mi ringraziavano per esserci stato o che non sono morto…mi hanno detto quello che sarebbe successo e di mantenere il segreto.
I ruoli che le danno come la condizionano? E’ capitato di essere condizionato da un ruolo anche nella vita reale?
Non credo di farmi influenzare, altri amici attori lo fanno, vivono la vita del loro personaggio. Io al contrario: i momenti difficili della mia vita li ho trasferiti in quella professionale. Resta difficile scindere le due cose, ci sono ruoli che possono influenzare, soprattutto nel teatro. Io sono Jon Snow da nove anni e fa parte della mia vita.
C’è qualcuno cui si è ispirato nel suo processo di crescita?
Ci sono personaggi…uno leggeva il telegiornale e si chiamava Jon Snow e ho poi mi è capitato un ruolo di Jon Snow interpretato da Jon Snow. Ho idealizzato che mi sono ispirato a Leonardo DiCaprio, Ben Winshaw, Andrew Norton e a mia madre.
Uscirà il film di Xavier Dolan, un autore che si dice provenga da un altro luogo: cosa ci racconta.
Dolan ha 27 anni e ha fatto sei film di cui uno premiato a Cannes. Saputo di questo ruolo sono stato felice. Con me ci sono quattro attrici di cui tre hanno vinto l’Oscar. E’ un genio che descrive altri universi. Già non deve più dimostrare niente. Si parla della nostra industria cinematografica e di una persona che è omosessuale.
Un ruolo che non le è piaciuto?
Non posso dire nulla per non offendere un po’ di persone. Posso solo sottolineare che non vorrei sempre essere così lontano da casa come in questo periodo.
Sappiamo che ama David Lynch: in un suo film che ruolo vorrebbe?
Non scelgo un personaggio, vorrei lavorare con lui a prescindere.

 

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