Il Trono di Spade 7: la recensione del primo episodio

Serie TV

Linda Avolio

Torna finalmente Il Trono di Spade, e lo fa con una premiére che tira le fila di quanto successo nel finale della sesta stagione e che, allo stesso tempo, getta le basi per una serie di possibili scenari. Gli equilibri sono ormai definitivamente cambiati, gli scontri futuri sono tutto sommato ben delineati, e la sensazione che si ha è proprio quella dell’inizio della fine. Dall’arrivo di Daenerys a Westeros alle prime discussioni tra Jon e Sansa, passando ovviamente per la lucidissima follia di Cersei, leggi la recensione del primo episodio (NB, ovviamente ci sono SPOILER se non l'avete ancora visto!!)

“Cominciamo?” chiede retoricamente Daenerys a Tyrion dopo aver ammirato per qualche secondo l’imponente trono di pietra della fortezza di Roccia del Drago e dopo aver sfiorato il famoso tavolo a forma di Continente Occidentale intagliato moltissimi anni prima dal suo antenato Aegon Targaryen. La Madre dei Draghi parla di inizio, ma di fatto il sapore è quello della fine imminente.

 

Dragonstone, questo il titolo dell’episodio, non è soltanto il primo capitolo della settima stagione de Il Trono di Spade, ma è il primo capitolo dell’ultima parte, narrativamente parlando, della serie. Gli equilibri sono ormai definitivamente cambiati, gli scontri futuri sono tutto sommato ben delineati, e la sensazione che si ha è proprio quella dell’inizio della fine.

 

 

 

La premiére, della durata di circa un’ora, è in pieno stile Game of Thrones, e a parte qualche momento particolarmente potente è più che altro introduttiva. Ottima la scelta di Benioff e Weiss di aprire con la vendetta di Arya sul resto della casata Frey. Durante i mesi delle riprese erano uscite alcune indiscrezioni che volevano David Bradley (l’interprete di Walder Frey) sul set, e i fan della serie avevano effettivamente ipotizzato che si potesse trattare della giovane lupa di casa Stark nei panni del crudele signore delle Terre dei Fiumi. In effetti è stato così, ma la scena non perde un grammo della sua potenza emotiva neanche per chi era a conoscenza di tali indiscrezioni. “Quando ti chiederanno cos’è successo, tu dirai loro che il Nord non dimentica”, dice Arya alla giovanissima moglie di Lord Walder, e finalmente Robb e Catelyn possono riposare in pace.

 

 

 

Maisie Williams in questo primo episodio fa veramente un ottimo lavoro, sia durante la suddetta scena, sia in quella in cui la vediamo accettare l’invito di un gruppo di giovani soldati dell’armata Lannister a unirsi a loro per un boccone e due chiacchiere. Cameo di Ed Sheeran a parte – la giovane star della musica ovviamente interpreta un soldato canterino –, questo momento così statico si distingue in realtà per la sua normalità. I ragazzi saranno anche fedeli alla famiglia del leone, quella stessa famiglia tanto odiata da Arya, ma al di là degli stemmi e dei colori delle loro armature non sono nient’altro che quello: dei ragazzi lontani da casa, dalle loro famiglie. Proprio come lei. Eravamo tutti convinti che il personaggio di Williams fosse in viaggio verso Nord, verso Grande Inverno, ma il desiderio di vendetta prevale anche sul desiderio di rivedere i fratelli. Ci sono ancora alcuni nomi della lista da spuntare, e Arya non tornerà a casa fino a quando non avrà portato a termine il suo compito, ormai è certo. Cersei non ne ha la minima idea, ma quella che forse per lei potrebbe essere la più letale delle minacce arriverà non nella forma di un’armata di Immacolati e di Dothraki pronti a combattere col fuoco e col sangue, ma in quella di una ragazzina. Una ragazzina dalle mille facce.

 

 

 

Ma facciamo un passo indietro. Ecco nuovamente la splendida sigla di apertura, però c’è poco tempo per gioire: il Re della Notte è in marcia con un gigantesco esercito di Estranei, e lo sa bene Bran Stark, che finalmente, grazie alla caparbietà e alla fedeltà di Meera Reed, è riuscito ad arrivare alla Barriera. Lì viene accolto da Edd, nuovo Lord Comandante dei Guardiani della Notte, che dalle parole del ragazzo capisce immediatamente la gravità della situazione.

 

A Grande Inverno, il novello Re del Nord ha riunito i signori delle terre che ora sono nuovamente sotto la protezione della casata Stark. C’è un unico obiettivo per Jon Snow, che ancora non sa di essere per metà un Targaryen: contrastare l’avanzata degli Estranei. E per riuscirci sarà necessario che ogni persona in grado di combattere inizi ad allenarsi. La chiamata alle armi per gli abitanti del Nord sarà totale, e chiunque sarà in grado di brandire una spada avrà il dovere di lottare. Lyanna Mormont fa Lyanna Mormont, e mette a tacere in meno di un minuto un Lord contrario alla decisione di Jon Snow, Brienne la guarda con un misto di rispetto e tenerezza, ma poi accade l’inevitabile: Sansa contraddice il fratellastro pubblicamente, minando la sua autorità.

 

Al centro della discussione c’è la decisione del Re del Nord di lasciare agli Umber e ai Karstark le fortezze che per generazioni sono appartenute alle rispettive famiglie. Sansa è contraria, gli Umber e i Karstark non hanno esitato un solo momento a tradire gli Stark e ad allearsi con i Bolton, perché premiare loro invece di chi è sempre stato fedele? La risposta di Jon è semplice e apparentemente inattaccabile: non è giusto che l’errore dei padri ricada sui figli. Quegli stessi figli che proprio lì, pubblicamente, giurano fedeltà al loro nuovo sovrano fino alla fine dei giorni.

 

 

 

Intanto, Ditocorto dal fondo del salone sorride (letteralmente!) sotto i baffi. Il personaggio di Aidan Gillen è ancora convinto di poter manovrare Sansa a suo piacimento, ma gli spettatori sanno benissimo che ormai la giovane Stark non è più la ragazzina ingenua e innocente di una volta. La conferma arriva qualche scena dopo. Alla domanda di Brienne, che le chiede come mai Lord Baelish si trovi ancora a Grande Inverno, Sansa risponde con un pragmatico “Abbiamo bisogno di lui e del suo esercito”.

 

Soffermiamoci un attimo su Jon e Sansa. Dopo l’incontro, i due discutono di quanto appena successo. “Tu sei mia sorella, ma il Re sono io. Quando metti in discussione le mie decisioni di fronte agli altri lord mini la mia autorità”, precisa subito lui. Al che lei ribatte dicendogli che Joffrey non ha mai permesso a nessuno di metterlo in discussione, ma non per questo è stato un bravo sovrano. Jon è sconvolto. “Credi che io sia come Joffrey?”, le chiede incredulo, ma lei lo tranquillizza subito: “Non c’è nessuno più diverso da Joffrey di te”. Il personaggio di Sophie Turner è decisamente cresciuto, ma l’evoluzione non è stata semplice. Sansa ha sofferto, è stata picchiata, violentata, usata come merce di scambio, ma ha anche imparato molto. E la persona da cui ha imparato più di tutti è niente meno che Cersei Lannister, la nuova Regina dei Sette Regni. E’ suo il messaggio appena portato da un corvo. Cersei vuole che Jon si rechi ad Approdo del Re, che si inginocchi e che giuri fedeltà, altrimenti verrà considerato un traditore e trattato di conseguenza. La giovane Stark sa benissimo che questa minaccia non è da sottovalutare. “Abbiamo la Barriera tra noi e il Re della Notte, mentre non c’è nulla tra noi e Cersei. Tu sarai anche esperto di strategie militari, ma io la conosco”, dice al fratellastro, e lui ribatte stupito: “Parli di lei quasi come se la ammirassi”. La risposta di Sansa è secca: “Ho imparato molto da lei”.

 

 

 

Dal profondo Nord alla Capitale. Per la leonessa di casa Lannister non c’è tempo per il lutto per la morte di Tommen. Se fino al finale della sesta stagione Cersei aveva vissuto la profezia quasi con rassegnazione, ora la musica è cambiata. Ora si fa sul serio, ora non si sta più fermi a guardare mentre altri decidono. Cresce l’ambizione della nuova Regina, intenzionata a lasciare un lascito incancellabile nella Storia del Continente Occidentale, ma continua inesorabile l’allontanamento tra lei e il fratello-amante Jaime. Sono lontani i tempi in cui i due erano vittime della passione, ora si parla di eserciti, di battaglie, e di alleanze. Per vincere una guerra servono uomini e soldi, e ora che non ci sono più i Tyrell a fornire soldati e moneta sonante c’è bisogno di un nuovo alleato.

 

Ecco dunque (ri)entrare in scena Euron Greyjoy, che arriva ad Approdo del Re con la sua enorme flotta. L’arrogante pirata ha intenzione di chiedere la mano di Cersei, e ovviamente in cambio metterà a disposizione le sue navi nella guerra contro la Madre dei Draghi. Cersei rifiuta, reputa i Greyjoy totalmente inaffidabili, e Jaime tira un sospiro di sollievo. Euron, però, non ha intenzione di arrendersi, e per dare prova della sua serietà e della sua affidabilità dice che tornerà con un regalo sicuramente gradito. Di cosa si tratterà?

 

 

 

La formazione di Sam alla Cittadella non sta procedendo come sperato: lui vorrebbe aver accesso alle preziose informazioni contenute nei volumi della parte della biblioteca accessibile solo ai Maestri per poter aiutare Jon nella lotta contro gli Estranei, e invece passa le sue giornate a svuotare vasi da notte, a servire disgustose zuppe, a pulire e a rimettere a posto pile di pesanti volumi. Nessuno lo prende sul serio, ma uno dei saggi almeno si prende la briga di ascoltarlo. Sam gli spiega cosa sta per succedere a nord, ma neanche l'Arcimaestro, interpretato da Jim Broadbent, sembra prenderlo troppo sul serio. “La Barriera ha sempre resistito, e ogni inverno è arrivato ed è passato”, gli dice, ma l’ex Guardiano della Notte sa bene che questa volta sarà diversa. Alla fine Sam riesce a intrufolarsi nella zona segreta della biblioteca, e su un antico volume trova la conferma che, proprio come gli aveva detto Stannis Baratheon, a Roccia del Drago c’è un’intera cava di Vetro di Drago. Finalmente un’informazione utile per Jon! Ma non è tutto: alla Cittadella vengono ospitati anche numerosi malati, e tra questi c’è anche Ser Jorah Mormont. E’ a lui che appartiene quel braccio divorato dal morbo grigio, ed è lui a chiedere se la Regina dei Draghi è finalmente arrivata. Sam dice di non sapere nulla, ma noi spettatori invece lo sappiamo: Daenerys è a Westeros.

 

 

 

Non manca una scena con protagonisti Tormund e Brienne: lui – che a breve dovrà partire insieme all’esercito dei Bruti verso Eastwatch By The Sea (il Forte Orientale), il punto più a est della Barriera, dove il mare incontra la terraferma, che è anche il punto più vicino ad Aspra Dimora, dunque il punto dove molto probabilmente arriveranno gli Estranei – non nasconde la sua attrazione, lei continua a non volerne sapere, e noi spettatori continuiamo a sorridere, anche se sappiamo benissimo che la coppia Torienne non accadrà mai. Sansa e Petyr Baelish osservano da una balconata. “Cosa vuoi Lord Baelish?” gli chiede lei senza giri di parole, e lui risponde senza esitazione “Voglio che tu sia felice. E voglio che tu sia al sicuro”. “Qui sono al sicuro”, dice Sansa, ma lui incalza “Però non sei felice. Perché non sei felice? Cosa desideri che qui ti manca?”. La giovane Stark non ha più tempo per scambi di battute del genere, e chiude educatamente la conversazione con “In questo momento pace e silenzio”. Lui cerca di ribattere, ma è Sansa a condurre le danze ora: “Non c’è bisogno di dire altro Lord Baelish. Comunque immagino si trattasse di qualcosa di arguto”.

 

 

 

Il Mastino, Thoros di Myr, Beric Dondarrion e gli altri uomini della Fratellanza senza Vessilli sono in viaggio verso nord, probabilmente verso Grande Inverno. Sta per calare la notte, e il gruppo decide di fermarsi in un casolare apparentemente abbandonato. Il Mastino conosce bene questo posto, e sa perché è abbandonato: è stato proprio lui a uccidere il contadino e la figlioletta che lo occupavano. Il cinismo è il tratto caratterizzante del personaggio di Rory McCann, ma neanche Sandor Clegane è immune al potere del Signore della Luce. Invitato da Thoros a guardare nelle fiamme, vede qualcosa di spaventoso: la Barriera, e un’armata di Estranei intenti a superarla, o meglio, ad aggirarla, probabilmente approfittando del mare ghiacciato, e pronti ad attaccare. Mosso da questa visione, e dal senso di colpa, anche se lui non l’ammetterà mai, il Mastino scava una fossa per le sue vittime. Adesso però bisogna guardare avanti, c'è una minaccia unica e letale che arriva dal nord.

 

Il primo episodio della settima stagione si chiude con Daenerys che finalmente sbarca a Roccia del Drago. Il momento è carico di pathos. Quando Dany si china e tocca la sabbia, è come se nei suoi occhi ci fosse scritto “Ce l’ho fatta. Sono qui. Nello stesso posto in cui sono sbarcati i miei antenati quando sono arrivati dalla Valyria secoli fa. Nel posto in cui sono nata. Sono a casa”. Un’irta salita la separa dall’ingresso al castello, ma quando finalmente la vediamo nella storica roccaforte della casata Targaryen l’emozione è palpabile. Uno stendardo con lo stemma di Stannis Baratheon – un cuore avvolto dalle fiamme sullo sfondo e in primo piano il profilo di un cervo, simbolo della casata ormai praticamente estinta – è l’unica cosa che resta della Ribellione di Robert Baratheon e del suo regno dopo la cacciata e l’uccisione dei Targaryen. Daenerys lo osserva per qualche secondo, poi semplicemente lo tira fino a farlo cadere. Ora Roccia del Drago appartiene nuovamente ai suoi legittimi proprietari.

 

 

 

Ci aspettavamo un po’ tutti di vedere la Madre dei Draghi sedersi sul trono intagliato nella pietra dell’austera fortezza, ma Dany, ancora una volta ci stupisce. Si ferma quasi ai piedi della scalinata, alza lo sguardo, studia attentamente ogni dettaglio. Poi, con fare deciso, sale gli ultimi gradini, e la vediamo svoltare a sinistra. La rivediamo nell’inquadratura successiva: si trova nella sala dove è posizionato il bellissimo tavolo che ha la forma di Westeros. Si tratta del tavolo che lo stesso Aegon intagliò al suo arrivo nel Continente Occidentale. La Storia si ripete, e ora un’altra Targaryen accarezza quello stesso legno. Insieme a lei c’è Tyrion, rapito dalla maestosità di una testa di drago scolpita nella parete. Sono le uniche due persone nella stanza: sarà un caso, oppure Benioff e Weiss stanno cercando di dirci qualcosa? “Cominciamo?” chiede Daenerys al suo fidato Primo Cavaliere. E noi spettatori proviamo un brivido: per lei l’aver raggiunto Roccia del Drago non è un punto di arrivo. E’ un punto di partenza. Per la conquista dei Sette Regni.

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