The Young Pope: la recensione degli episodi 9 e 10

Serie TV
Foto di Gianni Fiorito
TYP108_120715_GF0042

Un giorno morirò, e finalmente potrò abbracciarvi tutti. Ultimo appuntamento con Papa Pio XIII e con The Young Pope, che per cinque settimane ci ha fatto sorridere, ci ha fatto riflettere, ci ha stupito, ci ha commosso, e a volte, perché no?, ci ha anche irritato. Solo come le più grandi narrazioni sanno fare. Un discorso d’apertura disastroso, un discorso di chiusura portentoso, e in mezzo la parabola di un pontefice in crisi spirituale che però parla direttamente con Dio, di un bambino che non ha mai superato l’abbandono dei genitori, e di un santo che non è nient’altro che un uomo pieno d’amore ma incapace di guardare fino in fondo dentro se stesso. Leggi la recensione del finale di stagione di The Young Pope

 

di Linda Avolio

 

 

La buona notizia è che la seconda stagione di The Young Pope si farà, la cattiva è che molto probabilmente dovremo pazientare parecchio prima di vederla, ma per un capolavoro del genere questo e altro! Con gli episodi 9 e 10, andati in onda su Sky Atlantic venerdì 18 novembre, si è concluso (temporaneamente, a quanto pare) il viaggio di Papa Pio XIII. la parabola di un pontefice in crisi spirituale che però parla direttamente con Dio, di un bambino che non ha mai superato l’abbandono dei genitori, e di un santo che non è nient’altro che un uomo pieno d’amore ma incapace di guardare fino in fondo dentro se stesso: ecco la recensione del finale di stagione.

 

 

Episodio 9: Le lettere d’amore del Papa

 

Il nono episodio si apre con un aspro confronto tra Spencer e Lenny nella Cappella Sistina. Il tema di discussione è l’aborto, e l’anziano e malato cardinale rimprovera al suo (ex) discepolo, anch’egli non proprio in ottima forma, un’eccessiva rigidità. L’ennesimo paradossale scontro di opinioni, un vecchio moderno contro un giovane antico, ma Pio XIII non sa che questo sarà una delle ultime volte che parlerà con il suo mentore. “Dimmi che non ho creduto in Dio inutilmente”, gli chiede Spencer, e in tutta risposta siamo catapultati dentro a un flashback.

 

Siamo di nuovo nella casa del bambino con la madre malata, solo che la donna è morta. Suor Mary ha portato Lenny e Andrew per le dovute condoglianze, ma a questo punto succede qualcosa di inaspettato: mentre gli altri sono in un’altra stanza, il giovane Belardo, a fianco della deceduta, si inginocchia, apre le braccia, volge gli occhi al cielo e pronuncia le fatidiche parole che ormai noi spettatori già conosciamo: “Signore, dobbiamo parlare della madre di Billy. Dobbiamo parlare, tu ed io”. Sappiamo già cosa succederà: la madre di Billy si risveglierà, e Suor Mary, che ha assistito al compimento del miracolo, capirà di avere di fronte un Santo.

 

Torniamo al presente. “La madre di Billy è ancora viva”, rivela Lenny al vecchio mentore, e Spencer ribatte: “Anche tua madre è ancora viva. E la troverai”. Lenny piange. Per Spencer, che di lì a pochi secondi morirà, per questa riappacificazione tardiva. E per il se stesso bambino, che è tornato a sperare.

 

Torna finalmente in scena Gutierrez, che vive, o meglio, sopravvive, in una sgangherata stanza in un altrettanto sgangherato palazzo del quartiere Queens a New York. L’ex Monsignore è estremamente provato: l’indagine su Kurtwell l’ha talmente scosso al punto da farlo cadere ancora di più nel suo alcolismo. Gutierrez bussa a una porta dietro l’altra alla ricerca di un testimone, una ex vittima del cardinale pedofilo disposta a parlare, ma è un buco nell’acqua dietro l’altro. La solitudine lo sta schiacciando: i suoi unici contatti umani ricorrenti sono Freddy, il giovane commesso del negozio di liquori dove il prelato si rifornisce abitualmente, e Rose, l’obesa tenutaria dell’albergo in cui vive.

 

La storia di Rose, che per essere trasportata in ospedale permetterà ai pompieri di distruggere una parete della sua abitazione e di calarla dall’alto con una gru, salvo poi cambiare idea all’ultimo, terrorizzata non tanto dalla certezza della morte quanto dall’incertezza del futuro, è un po’ una metafora dell’esistenza di Gutierrez. Lui, però, sceglierà l’incertezza, e invece di tornare in Vaticano dopo aver ricevuto il permesso direttamente da Belardo, sceglierà di restare e portare a termine la sua missione. Certo, il caso – o forse la fede, chi può dirlo? – avrà un peso importante: quando Gutierrez smette di cercare, ecco che un testimone si presenta spontaneamente di fronte a lui. Si chiama David, indossa una stramba parrucca gialla, e dice di essere il figlio di Kurtwell. L’ex Monsignore si presenta dal cardinale con delle prove schiaccianti: delle foto che ritraggono l’uomo con Freddy in una situazione decisamente esplicita. Segue la telefonata di Pio XIII. Kurtwell tenta di ricattarlo, minaccia di dare in pasto ai media le lettere d’amore che il giovane Belardo scrisse alla ragazza californiana di cui era innamorato, ma c’è un ma: le lettere non furono mai spedite. Dunque non può esserci nessuno scandalo. E, di conseguenza, nessun ricatto.  A quanto pare, per la gioia di Sofia, Pio XIII è veramente “blackmail-proof”, a prova di scandalo. Per Kurtwell non c’è più niente da fare: dovrà andare in Vaticano e sottoporsi al giudizio di Sua Santità. Che, a quanto pare, è molto meno clemente del Signore.

 

Il decimo episodio si chiude con un montaggio in cui vediamo Lenny sulla spiaggia di Ostia. Il suo sguardo è malinconico, e capiamo subito il motivo: grazie alle indicazioni di Don Tommaso, il giovane Papa ha finalmente trovato Esther e il piccolo Pio, e ha lasciato loro la foto che era appena in casa della donna e del marito in Vaticano. In sottofondo sentiamo la voce di Lenny mentre legge una delle famose lettere d’amore, e nelle ultime inquadrature, finalmente, vediamo la destinataria delle missive. Alla fine la testata The New Yorker le ha comunque pubblicate, ma non c’è niente di scandaloso in esse: ci sono solo le riflessioni e le speranze di un giovane uomo che sa di aver intrapreso una strada difficile e piena di sacrifici.

 

 

Episodio 10: Dio non si mostra, ma sorride

 

L’ultimo episodio della prima stagione di The Young Pope si apre con una nevicata su San Pietro. Lenny osserva i fiocchi di neve cadere sulla piazza, e sorride. Chissà a cosa starà pensando, quale ricordo felice gli sarà tornato alla mente. Nonostante il suo sorriso, però, noi spettatori sappiamo la verità: la sua mente è piena di dubbi, e la sua salute è precaria. Dopo la (bellissima) sigla, torniamo prepotentemente dentro la storia. Pio XIII accoglie Sofia, e addirittura la fa sedere sulla sua poltrona. Pare che il Primo Ministro italiano stia continuando a posporre la legge sulla tassazione del Vaticano e sulle unioni civili, e che la sinistra sia infuriata. “Come avete fatto?”, chiede Sofia. “Umiliandolo”, ribatte il giovane Papa. Pare però che il segreto stia nel non far capire alla persona che si sta umiliando che la si sta umiliando. “Se mi permettete…siete diabolico!”, conclude la donna. E’ complicità quello che vediamo tra la responsabile del marketing e il pontefice?

 

Gutierrez è tornato a Roma, e finalmente c’è l’atteso incontro con il Santo Padre. Che sta aiutando una suora a stendere dei calzini. Pio XIII vuole che l’ex Monsignore diventi il suo nuovo segretario personale, al posto di Suor Mary, che ha completato la sua missione e ora è pronta a guardare avanti. La religiosa – che, scopriremo, è anch’ella un’orfana – prenderà infatti il posto di Suor Antonia in Africa, in mezzo ai suoi amati bambini, cosa che però rattristerà Voiello, costretto a dirle addio. Le vie del Signore sono infinite, forse un giorno il Segretario di Stato e Suor Mary si incontreranno di nuovo, ma intanto c’è solo un veloce addio senza parole.

 

 “Il Papa bambino è ora un uomo. Prima aveva bisogno di una presenza materna, ora ha bisogno di un collega”, dice Lenny a Gutierrez, ma questi rifiuta prontamente l’offerta. Il motivo è presto detto: Gutierrez è omosessuale, e vista la politica adottata dal pontefice a riguardo, accettare sarebbe un gesto da ipocrita. L’ex Monsignore, anzi, è profondamente offeso dall’idea che il Santo Padre metta sullo stesso piano pedofilia e omosessualità, che possa pensare che le due cose coincidano. “Prova a ragionare. Chiedendoti di diventare il mio segretario personale non sto già rivedendo le mie opinioni riguardo l’omosessualità? Credevi davvero che non sapessi che sei omosessuale, o il fatto che da bambino hai subito delle molestie?” gli chiede retoricamente Lenny. C’è stima, c’è rispetto, c’è apertura, c’è fiducia tra i due. E noi, da spettatori, non abbiamo dubbi che Gutierrez sarà un ottimo braccio destro.

 

Prima della condanna di Kurtwell – che, dopo un’agghiacciante confessione in cui rivelerà di essere stato a sua volta vittima di abusi durante l’infanzia, verrà spedito in Alaska – c’è una delle sequenze più belle di tutta la serie, quella in cui Lenny sogna di essere al cospetto dei suoi predecessori e rimane semplicemente basito dalla banalità di un consiglio che gli viene dato. Molto gustosa anche la sequenza in cui lo vediamo accogliere una scolaresca in visita e, suo malgrado, far piangere i bambini. Questo povero Papa è (quasi) sempre fuori luogo, ovunque vada. Piccola nota felice, quantomeno per il diretto interessato: Don Tommaso viene finalmente nominato cardinale!

 

La storia della giovanissima beata sudamericana continua a ossessionare il pontefice, al punto da fargli decidere che la sua prima apparizione in pubblico sarà proprio in Guatemala, nel villaggio in cui nacque la ragazza. Una conversazione con Voiello, però, fa cambiare idea al Santo Padre, che alla fine sceglierà Venezia. Il Segretario di Stato ha una sua teoria sul perché i genitori di Belardo, che potrebbero benissimo essere ancora vivi, non si sono fatti avanti finora: erano degli hippy, con determinati valori e ideali, ed è molto probabile che questi valori e ideali siano rimasti immutati nel corso degli anni. Dunque perché mai dovrebbero voler incontrare l’uomo che incarna esattamente tutto ciò che è opposto a quello in cui credono?

 

Per Lenny è un colpo fortissimo, ma la sua determinazione non vacilla, e finalmente arriviamo al momento più atteso: il discorso dalla Basilica di San Marco. Pio XIII guarda la folla sotto di lui, ed è evidente la sua commozione. “Siamo vivi o siamo morti? Siamo stanchi o siamo pieni di energia? Siamo sani o siamo malati? Siamo buoni o siamo cattivi? Abbiamo ancora tempo o è finito? Siamo giovani o siamo vecchi? Siamo immacolati o siamo sporchi? Siamo stupidi o siamo intelligenti? Siamo veri o siamo falsi? Siamo ricchi o siamo poveri? Siamo sovrani o siamo servitori? Siamo brutti o siamo belli? Siamo caldi o siamo freddi? Siamo felici o siamo ciechi? Siamo delusi o siamo gioiosi? Siamo perduti o siamo ritrovati? Siamo uomini o siamo donne? Non importa.”, pronuncia mentre racconta la storia della giovane beata. E quando chiude il suo discorso con un invito a sorridere, la folla esplode e lo esalta. Lui, però, ha solo una cosa in mente: i suoi genitori. E grazie al monocolo regalatogli da Gutierrez, gli pare di vederli tra la folla. Ma siamo sicuri che sia andata veramente così, e che non si tratti soltanto di un triste scherzo della mente del giovane Papa? Non lo sapremo mai. Ma ciò che sappiamo è che un giorno Pio XIII morirà, e finalmente potrà abbracciarci tutti, uno per uno.

 

 

 

Vai allo speciale di Skyatlantic.it su The Young Pope

Spettacolo: Per te