“Il racconto del reale”: Selfie Surgery – Vorrei essere il mio avatar

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Secondo appuntamento con i film del ciclo “Il racconto del reale”. Selfie Surgery – Vorrei essere il mio avatar, in onda domenica 20 novembre alle 23.15 su Sky Atlantic, è firmato da Beatrice Borromeo, e osserva la moda che si sta affermando tra i più giovani di modellare il proprio fisico come quello dei propri avatar digitali.  Un docu-film che indaga sulle ferite e le sorprese che accompagnano la ricerca del nuovo "io" e i contesti sociali in cui tutto ciò sta prendendo piede

Continuano su Sky Atlantic gli appuntamenti domenicali con il ciclo “Il racconto del reale”, e domenica 20 novembre alle 23.15 andrà in onda Selfie Surgery – Vorrei essere il mio avatar, firmato da Beatrice Borromeo, che osserva la moda che si sta affermando tra i più giovani di modellare il proprio fisico come quello dei propri avatar digitali.  Un docu-film che indaga sulle ferite e le sorprese che accompagnano la ricerca del nuovo "io" e i contesti sociali in cui tutto ciò sta prendendo piede.

 

Di seguito, la trama di Selfie Surgery:

 

Virginia e Jessika Di Cesare sono due sorelle romane con la passione per la chirurgia plastica. La prima, 23 anni, ha ottenuto come regalo per il suo diciottesimo compleanno seno e naso nuovi, mentre Jessika per adesso ha fatto ricorso solo ai filler ma per il suo venticinquesimo compleanno si è voluta regalare un intervento. Dopo qualche esitazione, ha deciso di aumentare il seno. Le sorelle spiegano che il loro volto modificato l’hanno potuto vedere online, grazie a un’app che trasforma i lineamenti proprio come farebbe un intervento chirurgico. E si sono piaciute. I filtri con cui miglioravano i propri selfie, però, non bastavano più, di conseguenza la scelta di passare alla chirurgia.

 

La moda della selfie surgery ormai dilaga già negli Stati Uniti, e comincia a prendere piede anche da noi. Dal 2012 Triana Lavey, ragazza californiana che per lavoro scova talenti, ha speso migliaia di dollari per ottenere il selfie perfetto, nella vita come su Instagram. E dopo una rinoplastica, un mento nuovo e iniezioni di grasso sulle guance, racconta: “Finalmente ho il volto che avevo sempre pensato di avere. Assomiglio a me stessa, ma fotoshoppata”.

 

Secondo l’accademia americana di chirurgia facciale questo fenomeno è in forte crescita già dal 2013, e aumenta di anno in anno, “tanto che qui in America una richiesta di intervento chirurgico su tre ha ormai come referenza il proprio selfie filtrato, come ha dimostrato un’indagine su 2700 chirurghi”. In soli due anni si è registrato un incremento del 25 per cento di ritocchini al volto, in testa ci sono per le donne soprattutto interventi di rinoplastica (più 10 per cento) e di trapianto di capelli per gli uomini (più 7 per cento).

 

 “I modelli di riferimento non sono più divi o starlette, ma i pazienti stessi. Gli interventi più richiesti - racconta Francesca D’Orio, Surgery Advisor - sono situazioni affrontabili con filler, laser, radiofrequenza. La selfie surgery è un trend enorme. Sempre più ragazze mi portano i loro selfie più belli e quelli migliorati dai filtri e mi chiedono di aiutarle a diventare così”. Francesca ha creato la sua professione proprio su questa nuova tendenza. Dopo aver lavorato per una nota marca di cosmetici ha deciso di saperne di più di chirurgia estetica ed è diventata una vera esperta. Conosce tutti i più importanti chirurghi italiani, chi fa il naso migliore, il seno più naturale, i filler più duraturi. Anche perché li ha provati su se stessa.

Oggi attraverso i social viene contattata da ragazze che le chiedono consigli. Lei le visita, le consiglia, le indirizza, le accompagna nelle diverse fasi: pre-operatoria, operatoria e post.

 

Le pazienti sono sempre più giovani e proprio per questo sono spesso supportate e accompagnate dalla famiglia. Flaminia ha 22 anni e ha deciso di farsi filler al viso e liposcultura: “Mi toglieranno il grasso da cosce e braccia e me lo rimetteranno sui glutei. Così avrò un sedere come Belen” dice alla sua amica Lodovica. Anche Lodovica vuole rifarsi. Il suo problema è il seno. Ha una terza scarsa, ma si vede sproporzionata rispetto alle spalle. Quindi vuole arrivare alla quarta. Flaminia arriva in clinica per l’intervento con la mamma. Vuole il suo consenso in ogni fase. Lodovica affronta tutto da sola. Preferisce gestire il suo cambiamento senza nessuno. E poi c’è Marta. Arriva da un paesino della Sardegna. Ha aspettato molto tempo prima di concretizzare la sua decisione. Deve rifarsi il naso. “È talmente brutto – dice - che non riesco a farmi le foto di profilo. E quelle in cui vengo taggata le rimuovo”. Già sa che al suo ritorno sull’isola in molti la prenderanno in giro. Ma non importa.

 

Gli interventi voluti da queste ragazze non hanno niente a che fare con difetti evidenti. Sono la ricerca di una sorta di perfezione che le spinge a cambiare, uno dopo l’altro, pezzi del loro corpo, motivate e incoraggiate dai social network. Sempre di più, senza l’opzione “ripristina” se il risultato non piace. E la questione che si pone ha a che fare più che con l'estetica, con la perdita o conquista, della propria identità. Il documentario racconta chi sono le seguaci di questa nuova moda, i loro tentativi di ricongiungersi ai propri avatar, le ferite e le sorprese che accompagnano la ricerca del nuovo "io" e i contesti sociali in cui tutto questo sta diventando, una volta ancora, quasi normale.

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