The Young Pope: la recensione degli episodi 5 e 6

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Foto by Gianni Fiorito
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Terzo appuntamento con Papa Pio XIII, che finalmente si è deciso a convocare i cardinali. Peccato che il suo rivoluzionario discorso sia così reazionario da far apparire moderni i pontefici del medioevo! Tra un Voiello dilaniato dai dubbi e dai potenziali sensi di colpa, un Dussolier non più così tanto convinto che il suo amico d’infanzia sia l’uomo giusto per guidare la Chiesa, una Esther miracolata e finalmente madre, e un Gutierrez costretto a dire addio non solo alla sua vita tranquilla in Vaticano, ma un po’ anche a se stesso, The Young Pope continua a stupire e a prenderci in contropiede. Leggi la recensione del quinto e del sesto episodio

 

di Linda Avolio

 

 

Ora si comincia a fare sul serio. Lo sa Lenny, lo sa il Cardinal Voiello, lo sanno tutti quelli che vivono alla corte di Papa Pio XIII. Sì, perché ormai, dopo il discorso ai cardinali, non ci sono più dubbi: per andare avanti, Belardo ha intenzione di guardare al passato. E noi, come spettatori, siamo combattuti: apprezziamo la sua coerenza e la sua determinazione, proviamo dei momenti d’intensa soddisfazione quando lo vediamo dire o fare cose che noi ci sogniamo soltanto, e non possiamo non provare pena per quel bambino in fondo mai cresciuto e che mai è riuscito a risanare la ferita dell’abbandono. Allo stesso tempo, però, Lenny ci fa quasi paura, nella sua radicalità e nella sua rigidità di fronte a determinate tematiche attuali. Insomma, come dice lui stesso: “Sono una contraddizione”.

 

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Episodio 5: Fedeli part-time e grandi storie d’amore

 

Il quinto episodio si apre con un sogno di Lenny. Il giovane Papa è a Venezia, luogo dove pare fossero diretti i suoi genitori dopo averlo abbandonato. Lenny li vede con gli occhi di se stesso bambino, cristallizzati nei loro vestiti hippy e nelle loro capigliature fluenti. Loro lo guardano, e poi si allontanano su un battello. E lui, di nuovo, non fa in tempo a fermarli. Parla di solitudine The Young Pope, dell’estrema solitudine di chi è al comando. Dell’estrema solitudine di chi può parlare direttamente con Lui, con l’Altissimo, e forse proprio per questo non può essere capito dai comuni mortali.

 

Perfetto come sempre Jude Law, che passa dal dolore dell’abbandono alla freddezza con cui dice a un terrorizzato Don Tommaso che forse Dio non ha nessun interesse verso il genere umano. Il povero prete confida a Lenny che la sua vicinanza a Esther è stata notata anche da occhi non proprio innocenti, e che le chiacchiere non hanno tardato a farsi strada tra le mura vaticane. “Cos’ha intenzione di fare Santo Padre?” chiede il Don, e il Santo Padre risponde “La rivoluzione, Tommaso”.

 

Il Cardinal Voiello, invece, è intento a preparare uno scandalo. L’obiettivo è quello di portare Papa Pio XIII a dimettersi, e per fare ciò fondamentale è l’aiuto di Esther, moderna Maria Maddalena. La donna, che è stata ricattata dal Segretario di Stato, apparentemente si presta, ma a quel punto è proprio il personaggio di Silvio Orlando ad avere i primi dubbi. E’ per questo motivo che chiederà consiglio a Suor Mary, alla quale consegnerà le foto che ritraggono Belardo con Esther. Chi meglio di lei, d’altronde? Diane Keaton ci restituisce una performance veramente di altissimo livello, e vederla condividere la scena con Orlando è assolutamente un piacere. Voiello si pente (più o meno!), e alla fine, un po’ perché viene messo alle strette dallo stesso pontefice, un po’ perché forse in fondo inizia a comprendere la portata rivoluzionaria del nuovo Papa, e un po’ perché comunque è sempre meglio tenersi vicini i propri nemici, giurerà fedeltà a Belardo. Che non esiterà ad umiliarlo in più occasioni, giusto per rimarcare il concetto.

 

Per Papa Pio XIII è arrivato il momento dell’atteso discorso ai cardinali. C’è poco da dire sulla sequenza della vestizione, dall’arrivo in elicottero della tiara fino al momento in cui Lenny è finalmente pronto a mostrarsi ai suoi sottoposti. Sorrentinismo allo stato puro. Prima dell’incontro, però, Lenny si concede un’uscita notturna “in borghese” con l’amico Dussolier, al quale infine chiederà, o meglio, imporrà di diventare il nuovo "Prefetto della congregazione per il Clero". E ovviamente c’è ancora il capitolo Gutierrez: Lenny gli dice di essere a conoscenza del suo alcolismo, e lo perdona per aver fatto la spia con Voiello. Il Monsignore è completamente nelle sue mani., “Cos’altro sapete di me Santo Padre?”. “Perché, c’è qualcos’altro che dovrei sapere?”.

 

Finalmente, l’incontro. Un ingresso maestoso, da vero monarca assoluto. Perché è questo che è Lenny. Il discorso può essere riassunto in poche parole: “La tolleranza non abita più qui”. Un’inversione di marcia totale. Niente più apertura, niente più compromessi, niente più mediazione, niente più accontentarsi. Perché è la Chiesa la sola e unica detentrice della verità. Dunque la sua verità è l’unica verità che conta. E la Chiesa in questo momento è Papa Pio XIII. 

 

Non mancano i flashback in questo episodio. Vediamo i genitori di Lenny nel momento in cui lo abbandonano. Ma vediamo anche Lenny da bambino in compagnia di un altrettanto giovane Dussolier. Li vediamo scappare e perdersi per campi e stradine sterrate. Li vediamo spiare all’interno di una casa. C’è un bambino come loro, in quella casa. Un bambino che si prende cura della madre, gravemente malata. Li vediamo tornare indietro. O meglio, Dussolier, provato da un’intera giornata di fuga, decide di tornare indietro e chiedere perdono, mentre Belardo, testardo già da piccolo, va avanti da solo. Ma è solamente questione di tempo: anche lui tornerà tra le braccia di Suor Mary. La stessa Suor Mary che, scopriamo ora, conserva ancora la parte mancante della pipa del padre del giovane Papa. Quanti segreti ci sono tra i due? Quante cose non dette?

 

Le ultime scene ci mostrano, o meglio, ci fanno intuire il destino di Tonino Pettola. Lenny ora è più forte che mai, e non permetterà a nessun ciarlatano di intimidirlo o ricattarlo. Per Pettola è arrivato il momento di incontrare veramente la Madonna, e questa volta non si tratterà di una pecora.

 

 

 

Episodio 6: L’esistenza di Dio

 

Voiello è preoccupato. L’estrema chiusura al mondo del pontefice sta avendo conseguenze disastrose, e non solo a livello d’immagine, ma anche, soprattutto, a livello economico. Non entrano più soldi nelle casse vaticane, e questo per il Segretario di Stato è un bel problema. Non lo è però per Lenny, perché “Chi ha fede per davvero tornerà”.

 

In un bel montaggio alternato vediamo poi la nomina a cardinale di Gutierrez da una parte, e Dussolier fare l’amore con un uomo e una donna in Honduras dall'altra. L’amico d’infanzia di Lenny è infatti tornato nella sua diocesi per salutare i fedeli, perché in quanto "Prefetto della congregazione per il Clero" dovrà risiedere a Roma. Il discorso di Dussolier contro la violenza e contro i boss dei cartelli della droga lascerà una bella gatta da pelare al suo successore. E, molto probabilmente, qualche grana anche a lui stesso. Per un cardinale che torna, ce n’è uno che se ne va. L’ex Monsignore, infatti, parte immediatamente per New York con un compito veramente difficile: trovare le prove necessarie per incastrare il Cardinal Kurtwell, sospettato di pedofilia.

 

Ma la pedofilia non sarà l’unica cosa contro cui Lenny ingaggerà una moderna crociata. Ora che sul trono di Pietro c’è Pio XIII, non ci sarà più spazio per i preti omosessuali. E ad occuparsi di questa delicatissima questione, ironia della sorte, sarà proprio lui: Dussolier. Che tenterà di opporsi, ma che alla fine sarà nuovamente obbligato ad accettare, e a indagare nelle vite di chi vorrà farsi prete da qui in avanti. Quella di Belardo verso gli omosessuali sembra una vera e propria ossessione, ma ancora non si capisce completamente dove andrà a parare. La conseguenza diretta di questa nuova caccia alle streghe sarà il suicidio di un ragazzo dopo il rifiuto ricevuto al momento della richiesta di entrare in seminario. Per Dussolier sarà un colpo durissimo, dal quale non si riprenderà, nonostante le parole di conforto di Suor Mary, che, scopriamo, è anch’ella orfana.

 

Esther, intanto, ha partorito. Papa Pio XIII va a trovarla in ospedale, e quando prende in braccio il piccolo Pius (Pio, in italiano) c’è un misto di calore e imbarazzo. In questo momento assistiamo a una delle scene più assurde e inaspettate: Lenny si volta all’improvviso, e fa cadere (sul letto, per fortuna!) il neonato. Chapeau per Jude Law in questa scena.

 

Nonostante il Santo Padre detesti le cerimonie e gli impegni prettamente politici, neanche lui può esimersi del tutto da essi, e infatti è arrivato il momento di incontrare il Primo Ministro italiano, interpretato da Stefano Accorsi. L’incontro con Pio XIII, vestito di tutto punto come un pontefice dei tempi antichi, è a dir poco surreale, così come sono surreali le richieste di Lenny, raccolte in una lista: assistenza economica totale alle famiglie cattoliche, niente unioni di fatto, niente matrimoni tra persone dello stesso sesso, più soldi alle scuole cattoliche, più sgravi fiscali alla Chiesa, la proibizione assoluta dell’aborto, la proibizione assoluta del divorzio, niente eutanasia, restrizioni alla libertà religiosa di mussulmani e induisti, la riapertura della discussione sui patti lateranensi, e una revisione totale dei limiti territoriali dello Stato Vaticano. Il Primo Ministro prende la cosa sul ridere, specialmente le "mire espansionistiche", ma, dopo la minaccia di Lenny di vietare ai cattolici di andare a votare alle prossime elezioni, ride un po’ meno. Nonostante ciò, però, in conferenza stampa si mostrerà sicuro di sé e assolutamente intenzionato a portare avanti non solo le unioni di fatto per tutti, ma anche la revisione dell’8 per mille.

 

“Santo Padre, volete che provi ad aggiustare i rapporti con il governo italiano?” chiede un preoccupatissimo Voiello, che sta guardando la sopracitata conferenza in televisione. Ma Papa Pio XIII non sembra preoccupato. D’altronde lui ha l’Altissimo dalla sua, dunque perché perdere il sonno per questioni così terrene come il denaro?

 

Non mancano i momenti divertenti, anche se ovviamente si tratta sempre di una comicità al limite tra il surreale e crudele. D’altronde, trattandosi di Lenny non ci aspettiamo niente di meno. Papa Pio XIII concede udienza a un gruppo di frati francescani. Seduti uno vicino all’altro, con le loro barbe incolte, i loro piedi scalzi e sporchi, e le loro povere vesti, il contrasto col Sommo Pontefice, bardato di tutto punto nei suoi regali abiti, non potrebbe essere più evidente. Vogliono che Lenny si dimetta, altrimenti il loro ordine minaccerà la scissione. “Uno scisma? Dovete solo provarci”, dice il giovane Papa, ma le minacce non sono finite. “Vi toglierò tutto ciò che avete. I vostri letti, le vostre tuniche, le vostre mutande, e tutti quei meravigliosi monasteri che avete nei più meravigliosi posti al mondo, perché tutte queste cose appartengono a me. Siete pronti a vivere per le strade come San Francesco d’Assisi? Siete pronti a dormire per terra, a farvi prendere a calci e a sputi da drogati e senzatetto e ubriachi? Sono pronto a dichiararvi una guerra senza fine. Voi siete pronti a resistere facendo affidamento solo su una povertà senza fine? [silenzio] Non credo proprio. Dunque smettetela di dire ca**ate e andate a comprarvi delle scarpe, perché l’aria qui dentro è irrespirabile!”.

 

Alla porta della residenza del Segretario di Stato, intanto, bussa un ispettore che sta indagando sull’improvvisa sparizione di Tonino Pettola…

 

 

 

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