Gomorra, seconda stagione: la recensione degli episodi 11 e 12

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Foto di Emanuela Scarpa
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Il finale di stagione, la seconda, di Gomorra è arrivato, e, proprio come promesso dal promo, per i personaggi non ci sono stati né pace né perdono. Per alcuni, però, è arrivata la fine. Se ne va Pietro Savastano, freddato da Ciro davanti alla tomba dell’amata Imma, e col personaggio di Cerlino se ne va anche il grande antagonista della serie. Tra chi ha volato troppo in alto e ha perso tutto (Ciro) e chi ha deciso di prendere il posto che gli spetta, Genny, si chiude il secondo capitolo della serie cult targata Sky: leggi la recensione dell’undicesimo e del dodicesimo episodio

di Linda Avolio

(@LindaAvolio)

 

 

Per un Pietro che muore – Savastano Sr., freddato da Ciro di fronte alla tomba dell’amata Imma – un altro, il neonato figlio di Genny, fa il suo ingresso nel mondo senza redenzione e senza perdono in cui si muovono i personaggi di Gomorra – La serie. Bisogna partire dall’ultima scena del dodicesimo episodio per capire il finale della seconda stagione. Perché se è vero che Gomorra è un drama ambientato nel mondo del “Sistema”, è anche vero che, a livello tematico, la serie è prima di tutto un dramma familiare, che fa dello scontro padre-figlio il suo nucleo fondamentale. Nucleo che viene analizzato da varie angolazioni, tra cui ovviamente quello dello scontro generazionale.

 

Lo scontro “Don Pietro VS Genny” non è che la messa in scena in piccolo, in forma privata, quasi personale, dello scontro “Vecchia generazione VS Nuova generazione”, e, in un perfetto gioco di specchi, alla vittoria di Genny, che va a prendersi quel futuro che il padre, ormai fuori controllo, non vuole consegnargli, si contrappone la quasi totale sconfitta di Ciro, l’Immortale portatore di morte, che, come nelle migliori tragedie greche, paga caro il prezzo della sua hybris, della sua superbia: leggi la recensione del finale di stagione di Gomorra 2.

 

 

 

Episodio 11: Le colpe dei padri

 

 

C’è una sola prospettiva per i traditori. La morte. O’ Mulatto è il primo a cadere, freddato all’inizio dell’undicesimo episodio, senza troppe macchinazioni. Dopo la sua salteranno altre teste, e velocemente. Don Pietro ormai ha ripreso completo possesso del suo regno, Secondigliano, al punto da potersi finalmente permettere di tornare a vivere come un vero Re, in una vera casa, circondato da ogni lusso. E in compagnia di Patrizia. La tensione tra i due cede il posto alla passione, e non poteva che essere così. Il compito del personaggio di Cristiana Dell’Anna ormai è finito, e la sua fedeltà al boss è stata ripagata con un appartamento nuovo di zecca per lei e per i fratelli. Questi, però non le perdonano il fatto di averli messi in pericolo. Da qui la decisione di accettare la generosa offerta del boss e il trasferimento nella sua dimora. Per adesso va bene così. Per adesso c’è bisogno di un po’ di calma.

 

Dopo il ritorno all’ovile di O’ Cardillo e Capa e’ Bomba, dell’ormai defunta Allenza non sono rimasti che Ciro, O’ Zingarello, e il figlio di Scianel. Il secondo si rende conto che continuare sfidare Savastano è un pazzia, dunque fa l’unica cosa sensata: chiede perdono. Il perdono, però, bisogna guadagnarselo. Come? Eliminando l’Immortale. O’ Zingarello ovviamente fallisce: Ciro conosce troppo bene i metodi del suo nemico, e non cade nella trappola. Il fallimento gli sarà fatale, ma il suo destino in realtà era già segnato. Il letale abbraccio di Malammore lo stava comunque aspettando.

 

Genny, intanto, si sposa. Ormai la sua vita è tra Fiumicino e Roma, con la sua nuova famiglia. Savastano Jr. sta per diventare genitore, e non è più disposto a prendere ordini da nessuno. Né da suo padre, né, tantomeno, dal padre di sua moglie. Il messaggio che lancia quando non si presenta al banchetto post-cerimonia è chiaro: tu hai organizzato un matrimonio sfarzoso per invitare i tuoi soci in affare e mostrare il tuo potere, ma questo è il mio matrimonio, questa è mia moglie, lei d’ora in poi andrà dove vado io, e io d’ora in poi non mi piegherò più davanti a nessuno. Genny rivela in fondo di non essere poi tanto diverso dal padre, infatti, proprio come lui, vuole essere l’unico al posto di comando. E’ per questo motivo che incastra Avitabile e lo fa incarcerare. Azzurra lo perdonerà e gli giurerà fedeltà, ma è chiaro che la ragazza sa molte più cose riguardo le attività più o meno illecite del padre di quanto non abbia fatto trasparire finora.

 

Fondamentale la scena dell’incontro notturno tra Ciro e Genny. L’Immortale tenta un’ultima volta di convincere l’ex amico a unirsi a lui contro quello che ormai, a tutti gli effetti, è diventato un nemico comune: finché Don Pietro sarà vivo, il loro momento non arriverà mai. Il personaggio di Marco D’Amore fa leva sul passato, ma il personaggio di Salvatore Esposito ormai ha occhi solo per il futuro.

 

 

 

Episodio 12: Nessuna pietà per gli innocenti

 

 

L’ultimo episodio si apre con l’eliminazione del figlio di Scianel: ora Ciro è veramente rimasto solo. Don Pietro, al contrario, è più forte che mai, specialmente adesso che è tornato a macinare soldi con le piazze di spaccio, nuovamente in attività al cento per cento. Non se la passa altrettanto bene il padre di Azzurra. Quando Genny va a trovarlo in carcere, i due parlano (in codice) di lavoro, sono pur sempre soci in affari, ma la scena è attraversata da una sottile tensione: è stato Savastano Jr. a far incarcerare Avitabile? E Avitabile quanto sa? Sospetta del genero? Per ora non è chiaro, ma non abbiamo dubbi che la questione verrà chiarita nella prossima stagione, la terza, attualmente in preparazione.

 

“Io e te dobbiamo essere i protagonisti del nostro futuro”: è con queste parole che Genny praticamente ammette la propria responsabilità per l’imprigionamento del suocero. Azzurra lo sospettava, e ora che ne ha la certezza deve scegliere da che parte stare. Sceglierà il marito.

 

E’ poi il momento della resa dei conti. Abbiamo atteso lo scontro tra Ciro e Don Pietro per tutta la stagione, e ora per i due nemici è arrivato il momento di affrontarsi. Dopo aver riacquistato il potere a piene mani, Savastano Sr. è pronto a sferrare il colpo di grazia, e colpirà dove fa più male. Convinto di vendicare l’amatissima Imma, Don Pietro si spinge oltre il limite, e ordina a Malammore di uccidere la figlia di Ciro. La scena è straziante. Fino all’ultimo speriamo che il personaggio di Fabio De Caro cambi idea e non porti a termine questa scellerata missione, ma Malammore è il più fedele tra i fedelissimi. Così, dopo aver baciato il crocifisso, spara.

 

“Hai ucciso una creatura, e questa è una cosa che nessuno potrà perdonarti.” C’è un limite a tutto, ed è in questo momento che Genny prende la decisione di eliminare suo padre. Quello che succede non è che il naturale corso degli eventi. Don Pietro crede di essere al sicuro, si sente intoccabile, guarda al domani, addirittura chiede a Patrizia di sposarlo, ma non sa di avere le ore contate. Non sa che suo figlio, il sangue del suo sangue, si sta incontrando con ciò che resta di Di Marzio e gli sta dando una pistola carica. Non sa che quella sarà la sua ultima visita alla tomba di Imma. Don Pietro pensa al futuro, ma ormai il suo tempo è scaduto.

 

Sangue chiama sangue. Giusto il tempo di un veloce scambio di battute, e l’Immortale, quasi in modo automatico, preme il grilletto. Ha vendicato sua figlia, e ormai non gli resta nient’altro che il vuoto. Valeva veramente la pena ribellarsi? Sfidare il Re? Volare così vicino al sole? Savastano Sr. è morto, ma Ciro non è più vivo di lui.

 

Come scritto in apertura, la seconda stagione di Gomorra – La serie, si chiude con la nascita del figlio di Genny. Si chiamerà Pietro. Pietro Savastano. Per ricordare. Per non dimenticare. Per chiedere perdono. Per poter andare avanti, senza dimenticare però il passato. Per evitare di commettere nuovamente gli stessi errori.

 

 

Leggi le recensioni degli episodi precedenti.

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