Gomorra, seconda stagione: la recensione dei primi due episodi

Serie TV

Linda Avolio

Il momento che i fan di Gomorra – La serie stanno aspettando da tempo è quasi arrivato: martedì 10 maggio alle 21.10 debutterà infatti su Sky Atlantic la seconda, attesissima stagione, e finalmente scopriremo che fine hanno fatto Ciro, Genny, Don Pietro e Salvatore Conte. Abbiamo visto i primi due episodi: ecco la nostra recensione,assolutamente NO SPOILER

Per i fan di Gomorra, vedere i primi due episodi della seconda stagione, in onda su Sky Atlantic a partire da martedì 10 maggio alle 21.10, sarà un po’ come tornare a casa. Nonostante la lunga attesa, il finale del primo capitolo è infatti andato in onda durante il mese di giugno del 2014, basta una manciata di secondi per tornare nel mondo della serie e nelle vite dei personaggi. Certo, gli equilibri ora sono completamente e definitivamente cambiati, ma tornare dentro la storia è facile, anche perché il primo episodio della S02 in realtà potrebbe tranquillamente essere una sorta di tredicesimo episodio della S01. 

 

Si riparte dunque dal ferimento di Genny, dall’evasione di Don Pietro, e dalla nascita dell’alleanza tra Conte e Ciro. L’impero dei Savastano è in crisi, il boss è latitante, il figlio del boss è in coma, la moglie del boss è stata ammazzata, e tutto sembra perduto. Anche se ovviamente non lo è, perché Pietro Savastano non è certamente uno che sta a guardare mentre gli altri rubano ciò che è suo. L’intenzione è quella di riprendersi tutto, costi quel che costi. E il prezzo da pagare sarà sicuramente alto.

 

Genny, l’erede, è in coma. Si riprenderà, non è certamente un mistero né uno spoiler, ma non sarà più quello di prima. Come dichiarato da Salvatore Esposito, quello che vedremo nei 12 episodi della seconda stagione diGomorra sarà infatti un “Genny 3.0”, diverso da quel ragazzo spietato e pieno di rancore, indurito fino all’estremo da quanto capitatogli durante il periodo passato in Honduras. Il nuovo Genny soffrirà per il fatto di dover fare un passo indietro e dover tornare a essere “il figlio del boss”, proverà quintali di frustrazione, ma lo vedremo (quasi) completamente padrone di sé. Ora è veramente un uomo, e lo scontro col padre non può che essere dietro l’angolo.

 

Ciro ha raggiunto il suo obiettivo. L’alleanza con Conte lo rende finalmente padrone di se stesso. Adesso non è più “un bravo soldato”. Anzi, non è più il soldato di nessuno. A fare le spese di questa arrampicata al potere sarà il suo rapporto con la moglie, che inizia ad avere paura di lui, a chiedersi chi sia veramente l'uomo con cui condivide il letto ogni notte. Il personaggi di D’Amore cerca di simulare un’apparente tranquillità, ma dentro è un conflitto unico. D’altronde è così: quando non hai niente, non puoi perdere niente, ma quando finalmente hai quello che volevi, capisci che proteggere quello che hai non è per niente facile, e che richiede decisioni difficilissime.

 

Infine l’outsider, Salvatore Conte. Magnetico come sempre – Palvetti ha fatto veramente un ottimo lavoro, se consideriamo che finora il suo personaggio ha avuto molto meno screen time rispetto agli altri –, sibillino come sempre, Conte è quel personaggio che riesce anche a strapparti un sorriso, ma che non per questo è meno pericoloso di altri. Sottovalutarlo, o non essere capace di prevedere quello che potrebbe passare dentro la sua testa, potrebbe equivalere a morte sicura. Potrebbe essere il vostro ultimo errore, specialmente adesso che è tornato per restare.

 

Cambiano gli equilibri di potere, cambiano, o meglio, evolvono le psicologie dei personaggi, di cui vediamo nuove sfaccettature episodio dopo episodio, ma non cambia tutto ciò che ci ha fatto amare Gomorra fin dall’inizio. Fortunato Cerlino, Marco D’Amore, Salvatore Esposito e Marco Palvetti conoscono così bene i loro personaggi che potrebbero scriverne il profilo psicologico, e ciò si riflette nelle loro performance: non sono mai stati così credibili.

Cristiana Dell’Anna per ora non ha ancora fatto la sua comparsa, dunque del suo personaggio, Patrizia, non sappiamo molto, ma in compenso nel secondo episodio facciamo finalmente la conoscenza della “iena” Scianel, interpretata da un’ottima Cristina Donadio, magnetica e terrificante al tempo stesso, in grado di rubare la scena a D’Amore e Palvetti.

 

Al timone, in veste di showrunner oltre che di regista, c’è Stefano Sollima, e il suo tocco si sente ovunque. Ciò che colpisce veramente, però, è la compattezza della messa in scena nonostante a tenere le redini del set ci siano diversi registi (oltre al già citato Sollima ritroviamo infatti Claudio Cupellini e Francesca Comencini, più la new entry Claudio Giovannesi), la credibilità delle scene d’azione, la precisione con cui ogni aspetto tecnico è stato curato: Gomorra – La serie non è grande solo per la grandezza della scrittura e delle interpretazioni, ma è grande anche per la capacità che ha di essere credibile.

A differenza di altre serie in cui a volte alcuni personaggi secondari o alcune comparse sembrano trovarsi lì “quasi per caso”, qui nulla è lasciato al caso. Il comparto produttivo ha lavorato egregiamente, come abbiamo avuto modo di vedere nelle clip dei dietro le quinte che sono state pubblicate su Skyatlantic.it durante le scorse settimane. E’ come gli ingranaggi di un orologio: non si vedono, ma funzionano in perfetta sincronia.

 

Ad accompagnare la discesa nell’abisso dei personaggi ci sono nuovamente le musiche dei Mokadelic, che fanno da “tappeto sonoro” alle varie scene. I temi musicali della seconda stagione sono in parte variazioni dei temi della prima, cosa che contribuisce a quel senso di familiarità, di ritorno a casa, di cui si parlava in apertura.

 

 

Che altro dire? Che Gomorra – La serie è tornata, e che andrà in onda su Sky Atlantic ogni martedì alle 21.10 con un doppio appuntamento a partire dal 10 maggio. Non vi serve sapere altro.

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