Gomorra - La Serie, Conte è il boss con le mani di forbice

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Marco Palvetti è il boss Salvatore Conte (foto di Emanuela Scarpa) © 2014 Sky Italia S.r.l. - Cattleya S.r.l. - Fandango S.r.l.
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Marco Palvetti è il grande rivale del clan Savastano. Nella quotidianità ha una vita normale e una passione per il suo lavoro che lo porta spesso a innamorarsi di chi interpreta. L'appuntamento è ogni martedì alle ore 21.10 su Sky Atlantic e Sky Cinema 1

di Fabrizio Basso

Ci sono voluti quattro provini a Marco Palvetti per conquistare il ruolo di Salvatore Conte, il boss rivale dei Savastano. Tanta fatica per poi rischiare di finire bruciato in un agguato già la prima puntata, ma ne è uscito più arrabbiato e deciso a prendersi la sua vendetta. E si vede, ogni martedì alle ore 21.10 su Sky Atlantic e Sky Cinema 1.

Palvetti il suo Salvatore Conte è bello adrenalinico.
Sente la mia eccitazione. E' stata una esperienza speciale essere parte di Gomorra - La serie. A me piacciono le situazioni dove ti puoi immergere nel personaggio.
Come si sta in guerra?
In realtà non c'è una guerra tra clan ma una corsa al potere, e Conte percepisce una debolezza nella famiglia Savastano, per cui vorrebbe approfittarne.
Aggressivo?
Il mio Salvatore Conte è una pantera pronta all'attacco.
Fare il boss le è costato quattro provini.
Non è stato facile, ma ho subito percepito che cercavano tanta qualità e che il compito era arduo.
Non è un gioco fare l'attore.
E' un lavoro, ma se vogliamo metterla sul gioco le dico che, in questo caso, è un gioco serio: è il funambolo che cammina sul filo, tra piena coscienza e incoscienza.
Che intende?
Che la sera quando esci dal set devi pulirti. Devi essere cosciente che hai portato i panni di qualcun altro, ma quando li togli devi rientrare nella tua vita. Crei e assorbi un personaggio, guardi il mondo con i suoi occhi...è giusto così, ma la sera, o quando finisci, devi pulirti di lui e tornare quel che sei.
Gomorra - La serie non ha buoni? Il settimo cavalleggeri non è previsto.
Solo personaggi negativi. Nessun eroe. Tutti vulnerabili e distruttibili in qualunque momento. Il destino è una maledizione che ti può colpire in qualunque istante.
Da spettatore come reagirebbe?
Non vorrei una vita come quella di Conte. La sua esistenza è buia e perversa.
Fa effetto lavorare dove si è cresciuti?
Vivo a Roma da anni ma ammetto che qualche brivido lo dà. Impersonare un boss dove sei cresciuto e giocavi a pallone fa strano.
Ora che farà?
Cerco altri ruoli per far crescere il mio bagaglio. Vorrei anche un confronto con i mercati internazionali. Nel mondo gli attori italiani sono riconosciuti. Non abbiamo nulla da dimostrare.
Chi è un attore?
Un animale che ha voglia di trasformarsi.
Un esempio?
Amo Johnny Depp per le sue trasformazioni nei film di Tim Burton.
Ha desideri?
Ho 26 anni e voglio rapportarmi a più mondi.
I più desiderati?
Lavorare con Martin Scorsese. Essere il De Niro di Taxy Driver. Fare il Barney della Versione. Impersonare Amedeo Modigliani o Baudelaire. Essere Edward Mani di Forbice.
Con le mani di forbice potrebbe fare fuori tutti i rivali.
E neanche ricorrere al guanto di paraffina. Ma come farei a fumare?
Nel tempo libero che fa?
Leggo, frequento gli amici, sto in famiglia, vedo la fidanzata e cerco nuovi ruoli.
Con quali dei tre registi di Gomorra - La serie vorrebbe lavorare ancora?
Con Sefano Sollima e Claudio Cupellini ho lavorato, mi è mancata Francesca Comencini: dunque dico lei per chiudere il trittico e per la tanta attenzione che mette nella cura del personaggio.

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