1994, il backstage della serie tv: la ricostruzione storica VIDEO

Serie TV

Matteo Rossini

In attesa della partenza di "1994", il cui debutto è fissato per venerdì 4 ottobre, alle 21.15, su Sky Atlantic, scopriamo insieme il grande lavoro di ricostruzione storica fatto dalla produzione della serie TV.

Venerdì 4 ottobre, alle 21.15, si alzerà il sipario su “1994, la serie TV che chiude la trilogia aperta da “1992” e continuata con “1993”. Miriam Leone e Stefano Accorsi sono tra i protagonisti principali che porteranno il pubblico indietro di venticinque anni. In attesa di vedere i nuovi episodi che forniranno uno spaccato sulla società italiana di due decenni fa, scopriamo insieme l’enorme lavoro di ricostruzione storica fatto dalla produzione.

La ricostruzione storica, parola al regista

Dagli oggetti di scena agli abiti indossati dai protagonisti passand anche per i dipinti appesi alle pareti, “1994” (qui potete trovare le prime foto ufficiali) è una serie che vanta una minuziosa ricerca atta a ricreare l’atmosfera tipica di quegli anni.

Il regista Giuseppe Gagliardi, lo sceneggiatore Stefano Sardo e altre rilevanti figure della produzione hanno raccontato il lungo processo affrontato e lo scopo di determinate decisioni.

Giuseppe Gagliardi ha definito il lavoro della sua squadra come una “ricostruzione emozionale dell’epoca” atta a rendere i protagonisti credibili e verosimili: “Il momento più difficile in una serie come questa è quello di cercare di rendere verosimili e credibili personaggi che ancora sono viventi”.

Il regista di "1994" ha poi parlato dell’importanza della ricerca: “La ricerca storica è stata la fase centrale, quindi cercare insieme ai capireparto di individuare il look e lo stile di un’epoca e cercare diattualizzarli secondo i canoni della serialità contemporanea. Il lavoro di ricerca fatto da ogni reparto è stato molto certosino, come se fosse un film in costume di un’altra epoca vera e propria, non così vicina a noi”.

La ricostruzione storica, grande attenzione ai dettagli

Stefano Sardo ha spiegato la decisione di raccontare determinati momenti della storia italiana: “Abbiamo deciso di raccontare solo certi momenti che secondo noi erano chiave per la storia italiana ed erano chiave anche per le storie dei nostri personaggi”.

Passiamo poi a Gianni Casalnuovo, costumista, che ha decritto la moda di quel periodo storico: “Ci lasciamo dietro gli anni ’80, si affermava moltissimo Prada, era il momento di Versace, era il momento di grandi cambiamenti, di idee, esplosivo proprio”.

Roberto Caruso, scenografo, ha infine parlato della ricostruzione di determinati oggetti: “È una ricostruzione di un mondo che non troviamo in location, abbiamo fatto disegni e bozzetti. Per la grafica abbiamo riprodotto di tutto: dalle etichette che vanno reinventate fino a fare degli affreschi stampati, poi quando non si trovano le cose vanno realizzate. I microfoni della Sala del Consiglio dei Ministri li abbiamo ricostruiti”.
 

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