La Scuola di Fiesole e quell’idea rivoluzionaria del mettere al centro la musica d’insieme

È una delle prime scuole di alta formazione musicale in Europa. La prima ad impostazione cameristica. Fondata nel 1974 da Piero Farulli, ha alle spalle oltre 50 anni in cui ha formato musicisti destinati alle più importanti orchestre del mondo. Entrare nella Scuola di Musica di Fiesole vuol dire addentrarsi in un luogo dove il tempo, non quello musicale, sembra fermarsi per far spazio solo alla musica e all’arte. Ed è da qui, tra le colline incorniciate dai cipressi, che è partito un progetto internazionale che ha unito l’Italia con il Brasile. IMPACT ha coinvolto 76 allievi, 19 insegnanti e 5 università. Tutti insieme per una nuova produzione d'opera, il Falstaff di Giuseppe Verdi in scena a Salvador de Bahia in Brasile che poi arriverà il prossimo anno, tra febbraio e marzo, in Calabria. Un progetto importante e internazionale che è nato dall’idea di abbattere le barriere di competenza tra le varie arti per cui, ad esempio, i musicisti hanno preso parte anche alla realizzazione delle scene e a tutto ciò che ruota intorno all’allestimento di uno spettacolo. “Impact è un acronimo che ben specifica qual è l'obiettivo che ci si pone: un impatto significativo sui processi formativi degli studenti. Ha un bellissimo partenariato italiano che abbraccia tutto l'arco della penisola, da Aosta a Catania, e poi ha una dimensione internazionale” sottolinea a Sky Tg24 Anna Maria Meo, sovrintendente della Scuola di Musica di Fiesole. I partner del progetto sono alcune istituzioni AFAM - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica: il Conservatorio “E.R. Duni” di Matera, il Conservatoire de la Vallée d’Aoste, l’Accademia delle Belle Arti di Catania e l’Università della Calabria, in dialogo con un progetto formativo di grande impatto ed efficacia come i Nuclei di orchestre giovanili e infantili dello Stato di Bahia . Tutto è iniziato a Fiesole, a Villa la Torraccia a San Domenico, sede della Scuola di Musica di Fiesole. “Qui c’è qualcosa che ti conquista subito. L'atmosfera che si vive è unica – osserva Andrea Lucchesini, pianista e insegnante che dal 2008 al 2016 è stato anche il direttore artistico della scuola - Il merito è dell’impostazione data dal fondatore Piero Farulli all'epoca rivoluzionaria perché metteva al centro dell'educazione musicale la musica d'insieme. In nessun conservatorio accadeva questo perché si pensava sempre e solo a fare la lezione individuale per preparare e formare solisti. Qui, a Fiesole, è esattamente il contrario. Si parte dall’idea che tutti insieme possiamo fare qualcosa di bello”. Dieci anni dopo la fondazione della scuola, nel 1984, è nata anche l’Orchestra Giovanile Italiana. “Anche l’idea di orchestra ha alla base questo concetto di gruppo di musica da camera allargata – continua Lucchesini - Lo stesso Farulli era un grande quartettista. Quindi prima si lavora solo a file , e si fa un lavoro cameristico. Dopodiché si mettono insieme tutti gli strumenti dell’orchestra e c’è un altro momento con un maestro preparatore e poi, alla fine, arriva il direttore d’orchestra invitato che ha altri giorni di lavoro a disposizione. È un percorso lungo”. Negli anni l’Orchestra Giovanile Italiana è stata diretta dei più grandi direttori d'orchestra. Basta girare tra i corridoi di Villa La Torraccia per vedere locandine su cui campeggiano nomi come Claudio Abbado o Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini o Giuseppe Sinopoli. E nel prossimo triennio torneranno le grandi bacchette come James Conlon, Fabio Luisi, Oksana Lyniv, Michele Mariotti, Antonio Pappano, Corrado Rovaris. Tra i progetti della Scuola di Musica di Fiesole anche la prima edizione di Mousikè Festival del suono in relazione, una manifestazione diffusa su tutto il territorio che si è svolta tra fine settembre e metà novembre. “Il suono è sempre in relazione – spiega il direttore artistico della scuola Alexander Lonquich - I suoni sono in relazione tra di loro ma anche con il mondo e con le altre arti. E questa è un po' un'idea di base anche di una scuola di musica più allargata. La relazione credo sia la parola magica di oggi. E può sanare anche delle discrepanze e dei problemi della società in cui viviamo”.

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Chiara Ribichini