Marco Di Noia, il giornalista milanese e cantante dalla voce di quasi quattro ottave di estensione vocale, racconta Parigi 1911 e la sua passione personale per il Maestro del Rinascimento italiano in una breve intervista
È online il video del singolo Parigi 1911, il nuovo singolo del cantautore milanese Marco Di Noia, terzo brano estratto da Leonardo Da Vinci in Pop, il suo ultimo EP interamente dedicato alla vita e alle opere di Leonardo da Vinci. Questo album è stato inciso grazie anche all’uso di strumenti particolari, come la viola organista, la piva a vento e l’organo di carta, progettati da Leonardo da Vinci e riprodotti da Michele Sangineto. I testi di Leonardo Da Vinci in Pop si basano sulla vita dell'artista italiano, e ci sono riferimenti ai codici leonardeschi, alla deriva pop dei suoi lavori, al volo come concetto esistenzialista e al furto della Gioconda, avvenuto nel 1911 a opera di Vincenzo Peruggia.
Nel videoclip, interamente ideato e realizzato “home made” dal cantautore durante il lockdown, sono state inserite diverse citazioni e suggestioni artistiche e cinematografiche, tra cui le ballerine di Degas, i quadri e le immagini animate di Harry Potter, documenti storici dell’epoca e, naturalmente, le opere di Leonardo da Vinci.
Con la realizzazione di questo album Marco Di Noia si è letteralmente tuffato in libri, articoli, documentari, mostre e musei per capire sia i successi che i fallimenti di Da Vinci, scrivendo tutti i testi dei suoi pezzi, mentre le musiche sono composte e arrangiate da Stefano Cucchi e Alberto Cutolo. L’intervista
Quando è avvenuta la svolta nella musica?
Ho iniziato a cantare intorno ai vent’anni, a livello amatoriale inizialmente, in una band formata da me. Il chitarrista del gruppo di allora è l’attuale produttore nonché compositore di Irama, e il batterista è il direttore artistico di X Factor Simone Ferrari. Poi sono passato a fare cover e qualche anno più tardi c’è stata la “svolta” nel passare da cantautore ironico quale ero a cantante con una particolarità vocale.
Le manca far parte di una band?
Sono un solista con dei compagni di viaggio che possono essere considerati molto più di una band.
Come è nato il video di Parigi 1911?
È stato realizzato durante il lockdown, ho sfruttato questo tempo per migliorare l’idea, affinarla e alzare l’asticella dove possibile. Non essendo il mio mestiere, ci ho messo tutta la mia creatività. Mestiere.
È stato impegnativo durante la pandemia far conciliare tutto?
Sono abbastanza abituato a lavorare da casa, tuttavia il non poter uscire mi ha dato molto più tempo, quello che solitamente investivo nel fare prove l’ho rigirato in parte su questo video. Nessuna difficoltà in particolare.
Da dove nasce il grande amore per Da Vinci?
Sono Milanese e qui Da Vinci è ovunque. Dal Castello Sforzesco al Cenacolo, tutto intorno a me mi parlava del Maestro del Rinascimento ed essendo io, nel mio piccolo, un personaggio abbastanza eclettico sono cresciuto con una forte in stima nei confronti nei confronti del grande Maestro.
Ci racconta qualche aneddoto?
Essendo nato in un ex-ospedale milanese affacciato su Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo vinciano, il mio primo ricordo è legato a mia madre, che mi raccontò di avermi portato, neonato, alla finestra dell’edificio per spiegarmi che lì vicino c’era l’opera di un grande artista.
Passiamo ad altri idoli, questa volta musicali. Chi la ispira?
Da piccolino sono stato un grande amante dei Queen e poi Beatles, apprezzando di più la seconda metà della loro produzione ovvero quella più sperimentale. A livello di cantautori ne ho tre su tutti: Fabrizio De André per i testi, Franco Battiato per lo spirito innovativo e Lucio Dalla, il mio cantautore italiano preferito.