Esce venerdì 19 marzo il nuovo progetto discografico di Ghemon, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato CD e LP. Nell'album sarà presente anche “Momento Perfetto”, brano con il quale l'artista parteciperà alla 71ma edizione del Festival di Sanremo nella categoria CAMPIONI
“E vissero feriti e contenti” è il settimo album di Ghemon, pseudonimo di Giovanni Luca Picariello, un disco in cui mostra tutte le sue anime. L’artista spazia infatti tra tanti generi diversi, cercando di costituire l’elemento di unione. “E vissero feriti e contenti” è il primo album in cui Ghemon si esprime non solo come cantante e autore dei testi, ma anche nella produzione e nella supervisione artistica: “Al mio settimo disco sono finalmente io, al completo. È musica in italiano ma che parla internazionale, una cosa in cui ho sempre creduto per poter essere unico nel nostro panorama”.
A neanche un anno dal lavoro precedente e in un momento in cui il mondo stava per fermarsi, Ghemon produce un disco per l'esigenza di creare, la voglia di comunicare ma soprattutto per amore della musica, in cui si è rifugiato e grazie alla quale ha tirato fuori tutto quello che aveva dentro. Nell’album è presente anche il brano con il quale l’artista parteciperà alla 71° edizione del Festival di Sanremo nella categoria CAMPIONI. L’intervista a Ghemon.
Cosa rappresenta per te questo album?
Sicuramente una fase molto viva e creativa del mio percorso musicale. È il primo album in cui metto musica, parole e la voglia di prendere il meglio dal presente e aprirsi alla vita, in qualsiasi momento ci si trovi.
“E vissero feriti e contenti” è un titolo che arriva subito. Cosa ti ha ispirato?
Ero sul ballatoio di un palazzo e guardando fuori è arrivata questa frase, così, senza pensarci troppo. Una frase che riguarda me e in generale il mondo che stavo osservando in quel momento. È un titolo che parla di ciò che siamo stati, quindi passato ma anche e soprattutto futuro.
Momento perfetto è stato definito un brano esistenzialista. Ti ci ritrovi?
Si ci sta. Io lo trovo molto realista. Non è un brano che entra in punta di piedi, metto subito le cose in chiaro. Credo sia, oltre che realista, anche molto ottimista.
L’album segue lo stesso mood del brano che porterai a Sanremo?
Io direi di sì. Penso che è un disco che dentro ha vita, anima e linfa vitale. Non si tratta di un’allegria immotivata e neanche di un disco triste, non me lo sentivo nel cuore, c’era già tanta pesantezza fuori. Con questo album ho voluto dare una mia reazione alla situazione che stiamo vivendo.
Nella categoria Nuove Proposte di Sanremo, per chi fai il tifo?
Per un giovane molto bravo, si chiama Ghemon. No scherzi a parte, ho davvero tanti amici che partecipano e non saprei davvero chi scegliere. Credo che il livello medio delle Nuove Proposte quest’anno sia davvero alto.
La voce narrante che apre il disco è un’attrice molto brava. Come è nata questa idea?
Questo disco per me ha un doppia lettura artistica. Non ci sono solo i pezzi staccati e inseriti nell’album. Ad un certo punto li ho immaginati in sequenza, uniti, e ho capito in corso d’opera che andavano in un certo senso introdotti. Ho immaginato questo viaggio come le favole di una volta, anche se tocca diversi argomenti, ho voluto dare un tocco cinematico all’album con la voce narrante di Chiara Francese.