Tony Iommi compie 75 anni, la storia del chitarrista e fondatore dei Black Sabbath

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Nato a Birmingham, nel Regno Unito, il 19 febbraio 1948, è un vero e proprio maestro dello strumento. Nonostante, giovanissimo, abbia perso le falangi superiori di due dita della mano destra, ha saputo fare del suo deficit un punto di forza, non scoraggiandosi, ma credendo nel suo talento e nel suo sogno

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Compie 75 anni uno dei chitarristi più famosi della storia della musica: Tony Iommi. Maestro dello strumento, senza due dita, ha saputo fare del proprio deficit un punto di forza, non scoraggiandosi, ma credendo nel suo talento e nel suo sogno. Nato a Birmingham, nel Regno Unito, il 19 febbraio 1948, fin da bambino si è appassionato alla musica: dagli inizi, fino ai successi con i Black Sabbath, ecco le tappe principali della sua fantastica carriera.

L'infortunio alla mano 

Prima di essere un musicista, Iommi lavorava in un'officina. E lì, ad appena 17 anni, perse le falangi superiori del medio e dell’anulare della mano destra a causa di una pressa. L’incidente lo fece cadere in una profonda depressione perché mise a rischio il suo grande sogno, quello di diventare un musicista professionista. In un’intervista per Kaaos TV, molti anni dopo, lui stesso ha raccontato: “Quando ho avuto quell’incidente ho capito di dover fare qualcosa perché mi era stato detto che non avrei potuto suonare mai più, ho consultato vari dottori e tutti mi hanno detto ‘Faresti meglio a lasciar perdere’. Ma io non potevo accettarlo, dovevo trovare una soluzione per continuare a suonare. Così ho iniziato a costruire delle punte da una bottiglia di plastica. Ho fuso la plastica e ho fatto un buco nel mezzo, poi l’ho modellata sulle mie dita e in seguito ho continuato a perfezionarla per settimane, per fare in modo che coprisse le dita nel modo giusto”. Per suonare meglio decise anche di accordare la chitarra un semitono sotto rispetto allo standard, per rendere più morbide le corde. Questo particolare accorgimento, che diede vita a una musica dai toni 'cupi', sarà uno dei tratti distintivi dei Black Sabbath.

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Il successo con i Black  Sabbath

Superata la crisi, arrivano i primi successi per la band di Iommi, i Black Sabbath, veri e propri pionieri dell’heavy metal. Il gruppo, nella versione originale, si è formato a Birmingham, nel 1968, con l’unione del bassista Geezer Butler, dello stesso Tony Iommi, del cantante Ozzy Osbourne e del batterista Bill Ward. Il successo dei primi album della band - Black Sabbath e Paranoid - segnerà un cambio di paradigma nel mondo del rock. Con Butler in qualità di paroliere principale e Iommi come architetto musicale, i Black Sabbath hanno cantato temi come la guerra, il caos sociale, il soprannaturale, l'aldilà e il conflitto tra il bene e il male. Nata negli anni Sessanta, la band ebbe grande successo nel decennio successivo. Al termine del tour di Technical Ecstasy, Osbourne però abbandonò il gruppo, per via di vicende personali  e di problemi dati dalla sua dipendenza da alcool e droghe. A sostituirlo fu Ronnie James Dio e questo passaggio di testimone generò il successo - disco di platino - intitolato Heaven and Hell.

L'ultimo disco e la "reunion" finale

Iommi è l'unico membro dei Black Sabbath a non aver mai abbandonato il gruppo dal lontano 1968. L'ultimo disco in studio della band è 13. Pubblicato il 10 giugno 2013 dalla Vertigo Records e dalla Republic Records, il disco segna l’importante ritorno di Ozzy Osbourne in studio, assente da Never Say Die! del 1978, e di Geezer Butler che in un disco dei Sabbath mancava da Cross Purposes del 1994. Va poi ricordato che il quartetto originale si è riunito in una manciata di occasioni. Su tutte, quella finale del 2017: il 4 febbraio di quell'anno la band ha tenuto l'ultimo concerto nella città natale dei membri fondatori del gruppo (escluso Ward), alla Genting Arena di Birmingham. Quell'anno è uscito anche l'ultimo album dal vivo The End: Live in Birmingham che documenta proprio  l'ultima esibizione del gruppo.

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Iommi e la sua autobiografia

Il racconto delle "imprese" di Tony Iommi, è contenuto non solo nella sua musica, ma anche nella sua autobiografia che porta il titolo di: Iron Man: My Journey through Heaven and Hell with Black Sabbath. Racconta la storia del gruppo che Rolling Stone ha definito "i Beatles dell'heavy metal" e svela i segreti dell'uomo che sta dietro l'icona rock. Tony non risparmia i dettagli della sua concitata infanzia, dei matrimoni falliti, delle tragedie personali, dei compagni di band, con tutti gli alti e bassi della vita di un artista. Il libro è del 2011, un anno prima che al musicista venisse diagnosticato un linfoma, che ha poi sconfitto. Nel 2017, in un'intervista, parlando della sua malattia Iommi ha spiegato: "Vivo alla giornata, e ogni giorno è una vittoria. Spero che il cancro sia battuto definitivamente, ma non si può dire con certezza."

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