The Clash, 45 anni fa usciva il primo album: tutto quello che c’è da sapere sul disco

Approfondimenti
©Getty

L’8 aprile 1977 veniva pubblicato per il mercato britannico il disco d’esordio della band che ha rivoluzionato il punk contaminandolo con rock e reggae. Dalla track-list alla copertina, fino al successo di pubblico e critica: ecco la storia e le curiosità su questo capolavoro

Sono passati 45 anni dall’uscita di The Clash, omonimo album d’esordio della band che ha riscritto la storia del punk, dandogli una dimensione molto più ampia, tra contaminazioni, messaggi sociali e consenso di critica e pubblico. L’8 aprile 1977, solo nel mercato britannico, viene pubblicato un album diventato iconico per tanti aspetti, capace di interpretare forse senza eguali l’insofferenza e le tensioni sociali della Gran Bretagna, una miscela esplosiva che stava per sfociare nell’era thatcheriana. I testi di Joe Strummer e Mick Jones, quel suono sporco ma allo stesso tempo impeccabile, una track-list indimenticabile. Ecco tutto quello che ha reso The Clash una pietra miliare.

La genesi del disco

I Clash nascono a Londra nel 1976, nella dilagante ondata punk britannica. Il chitarrista Mick Jones forma il gruppo London SS e conosce Bernie Rhodes che diventa il manager della band. La ricerca per un nuovo membro porta a provinare Paul Simonon, fascinoso rude boy senza esperienza musicale. Jones gli insegna a suonare il basso mentre l’altra chitarra è affidata a Keith Levene. Come cantante (e terza chitarra) viene reclutato Joe Strummer dai 101’ers mentre il batterista è Terry Chimes. Il nome Clash viene ideato da Simonon che lo leggeva dappertutto nei giornali di quel periodo. Suonano per la prima volta su un palco il 4 luglio a Sheffield come spalla dei Sex Pistols. La band a settembre si esibisce con grande successo al Punk Rock Festival di Londra ma Levene abbandona il gruppo. Si pensa al primo disco nonostante una iniziale sessione di registrazione non porti a risultati convincenti. Nel gennaio 1977 i Clash firmano un contratto con la Cbs Records per la cifra di 100mila sterline. Vengono composti brani come What's My Name, prima canzone del gruppo, 48 Hours e I’m So Bored with the U.S.A.

approfondimento

Sex Pistols, la storia del gruppo punk rock britannico. FOTO

Il lancio del disco d’esordio

Il disco viene registrato al CBS Studio 3 della capitale britannica tra febbraio e marzo del 1977. In 3 settimane e con un costo di 4mila sterline, la band sforna le 14 tracce dell’album d’esordio, che ha una lunghezza totale di poco più di 35 minuti. Il primo singolo, White Riot, viene lanciato a marzo, mentre il disco esce l’8 aprile 1977, nella sola Gran Bretagna. L’etichetta CBS inizialmente rifiuta di pubblicare l’album anche negli Usa, motivando la decisione con la convinzione che il suono fosse troppo rozzo.

La copertina

La cover dell’album, disegnata dall'artista artista polacco Rosław Szaybo, è una foto di Strummer, Jones e Simonon appoggiati a un muro. Non c’è invece il batterista Terry Chimes, che dopo le registrazioni in studio ha lasciato la band. Il suo posto viene preso alla fine da Topper Headon, che diventerà il definitivo e storico padrone della batteria del gruppo, che così raggiunge il suo quartetto fisso. Per il retro della copertina viene scelta invece un'immagine degli scontri al carnevale di Notting Hill del ’76 tra polizia e comunità giamaicana. Si tratta dell’episodio che ha ispirato il brano White Riot. Infine, una curiosità riguarda i credits, dove Terry Chimes viene chiamato “Tory Crimes”, traducibile come "i crimini dei Tory", cioè il partito conservatore in Uk.

vedi anche

Rock Legends, la serie che racconta la storia di mostri sacri musicali

Le canzoni

Il disco si apre con i fulminanti 2 minuti e 8 secondi di Janie Jones, canzone dedicata a una cantante pop inglese negli anni '60 che scandalizzò la nazione nel 1973 quando fu condannata per aver gestito un giro di prostituzione. Segue Remote Control, scritta da Mick Jones contro oppressione, conformismo, forze dell’ordine, istituzioni e case discografiche. La terza canzone del disco è I’m So Bored with the U.S.A., che inizialmente parlava di una storia d’amore ma venne stravolta in un attacco “al tentativo di americanizzazione culturale” del Regno Unito. Il tutto per un errore di Strummer in sala prove che cambiò l’iniziale parola You presente nel titolo con USA. Il brano successivo è White Riot, primo singolo estratto, influenzato dallo stile dei Ramones. Della canzone esiste una seconda versione pubblicata nel 1979 con intro diversa. Dopo Hate & War c’è What’s My Name, unico brano firmato anche dal fuoriuscito chitarrista Keith Levene. Seguono Deny e poi un altro classico della band, London’s Burning, che a dispetto del titolo racconta del traffico nelle città inglesi. Il lato B dell’lp si apre con Career Opportunities, che attacca la situazione politica ed economica dell'Inghilterra dell'epoca, citando la mancanza di posti di lavoro disponibili. Tra i brani del secondo lato del disco c’è la cover di Police and Thieves, riadattamento del pezzo di Junior Murvin e Lee Scratch Perry. I Clash saranno profondamente legati e influenzati dalla musica reggae in tutta la loro carriera. Infine il disco si chiude con Garageland, scritto in risposta a una recensione che li aveva criticati.

vedi anche

Kyiv Calling, band punk ucraina riscrive London Calling dei Clash

Il successo

L’album, come tutta la produzione dei Clash è ampiamente caratterizzato da una connotazione politica. La band si rivolgeva all’identità proletaria (solo Strummer veniva da una famiglia benestante) mirando alla presa di coscienza dei giovani, con una critica feroce al sistema e una rabbia positiva molto diversa da quella più “anarchica” dei Pistols. Il disco ha ottenuto da subito un grande successo nel Regno Unito, sia di critica che di vendite, arrivando alla dodicesima posizione degli album più venduti. Dopo due anni di ottimi risultati del disco inglese nel mercato americano, l’etichetta Epic decide di pubblicare nel 1979 una versione apposita per gli Usa. La cover è leggermente diversa, alcune tracce vengono tolte, altre aggiunte, come I Fought the Law, (White Man) In Hammersmith Palais e Complete Control. Quest’ultima, scritta da Strummer, è una critica alle scorrettezze delle case discografiche. Inoltre, nella versione statunitense, il brano I'm So Bored With The U.S.A. è censurato. Negli anni il disco è stato inserito in numerose classifiche dei migliori album d’esordio (e album in generale), entrando di diritto nella storia della musica.

approfondimento

Joey Ramone, 20 anni fa la scomparsa: chi era l'icona del punk rock

Spettacolo: Per te