De Gregori compie 73 anni: da "Rimmel" ad "Alice", le frasi più belle delle sue canzoni

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Oltre mezzo secolo di musica durante il quale l'artista romano ha dato alla canzone un valore nuovo, culturalmente elevato, una forma di espressione identitaria. Tra i suoi brani entrati nell’Olimpo della musica cantautorale italiana ci sono Rimmel, Alice, da La leva calcistica del ’68, Buonanotte fiorellino...ecco alcuni suoi versi che hanno attraversato il tempo

Francesco De Gregori oggi 4 aprile 2024 compie 73 anni. Voltandosi indietro ci accorgiamo che il suo viaggio nella musica è iniziato oltre 50 anni fa, nel leggedario Folkstudio di Roma dove ha conosciuto, tra gli altri, Antonello Venditti e dove è nata quella Scuola Romana che resta una delle pietre angolari della musica italiana d'autore: è proprio riferendosi a questa nuova generazione di autori che Vincenzo Micocci, il discografico che per primo li mise sotto contratto, coniò il termine cantautori. Francesco De Gregori peraltro ha sempre preferito essere definito artista. Mezzo secolo di musica vissuto con coerenza in cui ha contribuito a dare alla canzone un valore nuovo e più culturalmente elevato, come forma di espressione autonoma, la canzone d'autore, appunto, che resta uno dei prodotti più originali e fruttuosi della cultura del secolo scorso.

"Alice non lo sa"

"Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole | Mentre il mondo sta girando senza fretta" ("Alice")

 

“E il mendicante arabo | ha qualcosa nel cappello, | ma è convinto che sia un portafortuna. | Non ti chiede mai pane o carità, | e un posto per dormire non ce l'ha, | ma tutto questo Alice non lo sa” (“Alice”)

 

Ma io non ci sto più | Gridò lo sposo e poi | Tutti pensarono dietro ai cappelli | "Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto" | Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa | Non è così che se ne andrà ("Alice")

 

“Al di là delle bottiglie che ti portano lontano, | al di là della pazienza che ti fa morire piano, | al di là dei pomeriggi in cui fabbrichi il tuo mondo, | che ti tradirà, | nasceranno bambini vestiti di cielo, | suonatori di flauto” (“Suonatori di flauto”)

 

Ho dormito troppo a lungo: | la montagna era stregata | da un poeta che suonava il pianoforte. | Ho sognato le mie mani che sparivano nel buio | mentre Dio me le stringeva un po' più forte (“Marianna al bivio”)

 

"Francesco De Gregori"

 

“E intanto conto i denti, però il conto non mi torna: | ce ne è uno che mi manca, e forse tu mi puoi aiutare: | per caso, non l'hai mica ritrovato a casa tua? | Ero così distratto, amore mio, | quando ti ho morso il cuore” (“Souvenir”)

 

“Non c'è nessun motivo di essere nervosi, | ti dicono agitando i loro sfollagente” (“Cercando un altro Egitto”)

 

"Rimmel"

 

“E qualcosa rimane | fra le pagine chiare e le pagine scure | e cancello il tuo nome dalla mia facciata | e confondo i miei alibi e le tue ragioni | i miei alibi e le tue ragioni (“Rimmel”)

 

“Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo | e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro. | Ho ancora i tuoi quattro assi, | bada bene di un colore solo: | li puoi nascondere o giocare con chi vuoi, | o farli rimanere buoni amici come noi”  (“Rimmel”)

 

“Buonanotte, buonanotte fiorellino, | buonanotte tra le stelle e la stanza. | Per sognarti devo averti vicino, | e vicino non è ancora abbastanza” (“Buonanotte fiorellino”)

 

“E il treno io l'ho preso e ho fatto bene. | Spago sulla mia valigia non ce n'era: | solo un po' d'amore la teneva insieme, | solo un po' di rancore la teneva insieme” (“Pablo”)

 

“Il signor Hood era un galantuomo | sempre ispirato dal sole, | con due pistole caricate a salve | ed un canestro di parole” (“Il signor Hood”)

 

“Non conosce paura | l'uomo che salta e vince sui vetri | e spezza bottiglie, ride e sorride | perché ferirsi non è possibile, | morire meno che mai e poi mai (“Pezzi di vetro”)

 

"Bufalo Bill"

 

“Il paese era molto giovane, | i soldati a cavallo era la sua difesa. | Il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l'esistenza di Dio, | del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia” (“Bufalo Bill”)

 

“Rubatele pure i soldi, | rubatele anche i ricordi, | ma lasciatele per sempre la sua dolce curiosità. | Ditele che l'ho perduta quando l'ho capita, | ditele che la perdono per averla tradita” (“Atlantide”)

 

“La notte che presero le sue mani | e le usarono per un applauso più forte, | chi ha ucciso il piccolo principe | che non credeva nella morte?” (“Festival”)

 

"De Gregori"

 

“Generale, dietro la collina | ci sta la notte crucca e assassina | e in mezzo al prato c'è una contadina | curva sul tramonto: sembra una bambina | di cinquant'anni e di cinque figli | venuti al mondo come conigli, | partiti al mondo come soldati | e non ancora tornati” (“Generale”)

 

“Generale, queste cinque stelle, | queste cinque lacrime sulla mia pelle | che senso hanno dentro al rumore | di questo treno, | che è mezzo vuoto e mezzo pieno | e va veloce verso il ritorno? | Tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa | è quasi amore” (“Generale”)

 

"Viva l’Italia"

 

“Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre, | l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre; | l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste. | Viva l'Italia, l'Italia che resiste” (“Viva l’Italia”)

 

“Viva l'Italia, l'Italia che lavora, | l'Italia che si dispera e l'Italia che si innamora; | l'Italia metà dovere e metà fortuna. | Viva l'Italia, l'Italia sulla luna” (“Viva l’Italia”)

 

"Titanic"

 

“Sole sul tetto dei palazzi in costruzione, | sole che batte sul campo di pallone | e terra e polvere ché tira vento, | e poi magari piove. | Nino cammina che sembra un uomo, | con le scarpette di gomma dura: | dodic'anni e il cuore pieno di paura. | Ma, Nino, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore: | non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore; | un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia” (“La leva calcistica della classe ’68”)

 

“E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai | di giocatori tristi che non hanno vinto mai | ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro | e adesso ridono dentro al bar. | E sono innamorati da dieci anni | con una donna che non hanno amato mai. | Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai (“La leva calcistica della classe ’68”)

 

“La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento | e puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto. | Sior capitano mi stia a sentire | ho belle pronte le mille lire | in prima classe voglio viaggiare | su questo splendido mare” (“Titanic”)

 

"La donna cannone"

 

“Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno | – giuro che lo farò –, | e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò. | Quando la donna cannone d'oro e d'argento diventerà | senza passare dalla stazione l'ultimo treno prenderà” (“La donna cannone”)

 

“E con le mani, amore, per le mani ti prenderò | e senza dire parole nel mio cuore ti porterò; | e non avrò paura se non sarò bella come dici tu, | ma voleremo in cielo in carne e ossa, non torneremo più. | E senza fame e senza sete | e senza ali e senza rete | voleremo via” (“La donna cannone”)

 

“Così la donna cannone | quell'enorme mistero volò | tutta sola verso un cielo nero nero s'incamminò. | Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui sparì | altri giurarono e spergiurarono che non erano mai stati lì” (“La donna cannone”)

 

"Scacchi e tarocchi"

 

“La storia siamo noi, nessuno si senta offeso; | siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. | La storia siamo noi, attenzione!, | nessuno si senta escluso. | La storia siamo noi; | siamo noi queste onde nel mare, | questo rumore che rompe il silenzio, | questo silenzio così duro da masticare” (“La storia”)

 

“Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone: | la storia entra dentro le stanze, le brucia. | La storia dà torto e dà ragione” (“La storia”)

 

"Terra di nessuno"

 

“Ci sta una terra di nessuno | da qualche parte nel cuore, | come un miraggio incastrato | tra la noia e il dolore” (“Pane e castagne”)

 

“I matti vanno contenti sull'orlo della normalità, | come stelle cadenti nel mare della tranquillità, | trasportando grandi buste di plastica del peso totale del cuore, | piene di spazzature e di silenzio, piene di freddo e rumore” (“I matti”)

 

"Canzoni d’amore"

 

“Babbo, c'è un assassino: | non lo fare bussare. | Babbo, c'è un indovino: | non lo fare parlare. | Babbo, c'è un imbianchino | vestito di nuovo, | c'è la pelle di un vecchio serpente | appena uscita da un uovo | e c'è un forte rumore di niente” (“Rumore di niente”)

 

"Prendere e lasciare"

 

“Due buoni compagni di viaggio | non dovrebbero lasciarsi mai. | Potranno scegliere imbarchi diversi, | saranno sempre due marinai” (“Compagni di viaggio”)

 

“Ecco l'Agnello di Dio | all'uscita della scuola: | ha gli occhi come due monete, | il sorriso come una tagliola. | Ti dice che cosa ti costa, | ti dice che cosa ti piace; | prima ancora della tua risposta | ti dà un segno di pace” (“L'Agnello di Dio”)

 

"Amore nel pomeriggio"

 

“Tu non credere | se qualcuno ti dirà | che non sono più lo stesso ormai. | Pioggia e sole abbaiano e mordono, | ma lasciano, | lasciano il tempo che trovano. | E il vero amore può | nascondersi, | confondersi, | ma non può perdersi mai. | Sempre e per sempre | dalla stessa parte mi troverai” (“Sempre e per sempre”)

de regibus de gregori

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