Tom Smith debutta da solista: "Le canzoni non si fermano mai, cambiano sempre"

La voce pacata. L’attenzione alle parole, alla tonalità, ai respiri. Tom Smith è così, e di riflesso anche la sua musica. Lo incontriamo a Milano in occasione di alcuni momenti dedicati alla stampa in cui il frontman degli Editors presenta il suo primo album da solista, "There Is Nothing In The Dark That Isn’t There In The Light": “Come mi sento all’idea di presentare qualcosa di mio? Bene, ho delle belle sensazioni. Ovviamente si tratta di una creazione molto personale, in cui ci non ci sono collaborazioni ma soprattutto non c’è condivisione di molte idee. Un disco solista non è mai stato qualcosa che ho sempre desiderato fare, ma è un pensiero nato una decina di anni fa che poi è cresciuto giorno dopo giorno. Ed eccomi qui, con 'There Is Nothing In The Dark That Isn’t There In The Light'”, racconta Tom Smith. "Un album in cui guardo al mio passato, che racconta l'arte del meravigliarsi ancora" C’è una canzone di questo disco, "Lights Of New York City", che mi ricorda tantissimi momenti trascorsi nella Big Apple: appena l’ho sentita ho chiuso gli occhi e mi sono immaginata a camminare tra le strade di Manhattan. Ne parlo con Tom e gli chiedo quando l’ha scritta: “Questo brano è parte di una versione ben più giovane di me, un ventenne che si meraviglia e vive di meraviglia nell’affrontare la vita. Scrivere una canzone come questa, vent’anni dopo, mi ha fatto provare un po’ di nostalgia ma allo stesso tempo mi ha fatto riflettere su quello che è accaduto in questo periodo di tempo. È un brano dalle melodie newyorkesi anche per gli strumenti che abbiamo usato, e mi sono immaginato qualcuno pronto a suonarla, all’angolo di una strada, con una tromba”, aggiunge. Un album di riflessione Malinconico, nostalgico: come si sente Tom Smith, oggi, con questo disco? Gli chiedo. Il cantautore si ferma un istante e dice: “Aver pubblicato questo album mi ha fatto riflettere molto sulla vita trascorsa, sul viaggio che mi ha portato a scegliere questa professione. Non avrei mai potuto scrivere un disco come questo a trent’anni, cosa a cui peraltro non pensavo affatto in quel periodo. Avevo bisogno di far passare un bel po’ di acqua sotto i ponti prima di dedicarmi a qualcosa di solo mio. E poi ho scritto canzoni malinconiche per vent’anni… la malinconia non è mai troppo lontana!” Un album molto personale In questi brani c’è un po’ di nostalgia, ma non solo. Chiedo a Tom quanti ricordi ha unito e collezionato prima di metterli nero su bianco e poi trovare una melodia: “Sicuramente c’è molto di personale, ma cerco di raccontare storie dallo spettro più ampio e generale. Nel disco racconto il mio rapporto con mia moglie e i miei figli, i miei amici: quelle persone che ti aiutano ad affrontare i momenti difficili. Quando stai affrontando qualcosa di complicato, quanto è importante e forte poterlo condividere? È proprio lì che trovi la forza. Nelle mie canzoni cerco di non essere troppo specifico, ma di scrivere testi ampi, con esperienze personali ma mai con troppi dettagli, ecco”. "I brani non si fermano mai, si evolvono sempre" Parliamo del viaggio che fanno le canzoni, che di fatto si evolvono sempre: “Sì, esatto. I brani non si fermano mai: sono costantemente in viaggio. C’è la parte melodica fatta in studio, e poi suonata dal vivo. Ma c’è soprattutto il lato dei testi, che ognuno di noi interpreta a modo proprio: è il potere della musica, che regala a tutti emozioni e significati diversi. Per questa mia prima avventura da solista volevo che le canzoni finite fossero più simili possibile al processo di creazione iniziale: volevo che ci fosse un po’ di acustico. Il risultato finale è quello che avevo in mente all’inizio. È pur vero che quando scegli di fare un disco da solista, beh… non sei mai veramente da solo. Ed è quello che è accaduto anche a me”. "Con gli Editors non abbiamo mai seguito le mode" Un solo record che va contro le mode del momento, un po’ come la musica degli Editors, che non ha mai seguito i trend: “Come Editors abbiamo sempre fatto la musica che ci piaceva, e che soprattutto ci rappresentava. L’abbiamo fatto in questi vent’anni e continueremo a farlo, come del resto sta accadendo a me con le canzoni di questo disco. Non abbiamo mai seguito le mode: non ci interessa ma soprattutto non è qualcosa che riusciamo a fare: la musica ha un valore molto importante, e fingere qualcosa che non è non fa per noi”. Il ruolo centrale della famiglia La famiglia, gli amici più vicini sono le persone con cui Tom Smith condivide ogni passaggio delle canzoni che scrive, come è accaduto per il suo primo disco da solista. Gli chiedo se i suoi figli suonano i suoi brani. Lui sorride e mi racconta di uno dei due: “Conosce quello che faccio e suona la batteria, ma si dedica alle canzoni dei Green Day, degli Arctic Monkeys… è molto bravo! Non sono dei fanatici: sono prima di tutto il loro papà, non danno troppo peso al fatto che sono un cantautore. Sì, sono semplicemente un papà”, dice arrossendo. "Felice di questo disco, sì. Per un nuovo album degli Editors serve un po' di pazienza, ma arriverà" Chiedo a Tom se è soddisfatto del risultato finale di questo disco. Lui si ferma un attimo e dice: “Felice sì, soddisfatto non riesco ancora a dirlo. Sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, sono un perfezionista. Sono felice di quello che ho scritto e di aver fatto un disco tutto mio. Per un nuovo album con gli Editors serve un po’ di pazienza ma arriverà, intanto godiamoci questo. Vedremo dove ci porterà questo viaggio”. Un viaggio pacato, romantico e con un pizzico di malinconia, che rende tutto più speciale. Sempre. Tracklist Deep Dive How Many Times Endings Are Breaking My Heart Life Is For Living Broken Time Lights Of New York City Souls Northern Line Leave Saturday

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Valentina Clemente