La canzone parla di quelle persone che, per abitudine o convenienza, preferiscono acconsentire a tutto piuttosto che esporsi o assumersi responsabilità reali
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Questa canzone, come tutte le mie, nasce da una storia di vita vissuta, qualcosa che mi appartiene profondamente e che, in modo naturale, finisce per appartenere anche a chi la ascolta. L’uomo del Sì è nato da un’esperienza ricorrente: l’incontro con quelle persone che rispondono sempre sì, con un sorriso impeccabile, ma che dietro quel sì nascondono dei fragorosi, sonorissimi no. Sono persone che, per abitudine o convenienza, preferiscono acconsentire a tutto piuttosto che esporsi o assumersi responsabilità reali.
Una mattina mi sono svegliata con questa figura ben stampata nella mente e, parlando con il mio pianista – che è anche mio marito e il mio cuoco personale – gli ho detto: “Ti va di fare una radiografia di questa affascinante tipologia umana?”. Da quella semplice domanda il titolo è sbocciato immediatamente, chiaro come un lampo: L’uomo del Sì. Da lì in poi, un fiume di parole, versi, immagini e ironia ha preso forma quasi da solo, come se la canzone avesse già voglia di esistere.
Grazie alla collaborazione di Mimmo Cappuccio, amico, produttore, arrangiatore e chitarrista di Caserta, il brano si è trasformato in un vestito sonoro dalle tinte balcaniche e folkloristiche, insolito per il mio solito swing ma perfetto per raccontare il carattere vivace, teatrale e un po’ surreale dell’Uomo del Sì. È un’atmosfera che profuma di Sud, di piazze di paese, di feste estive e di comunità. Dalla provincia alla grande città, questa figura resiste nel tempo come un evergreen tipicamente italiano. Lo si può incontrare ovunque: nei bar, negli uffici, nelle cerimonie, nelle istituzioni. L’Uomo del Sì dice sì a tutto, sempre, comunque. Ma non è un sì generoso: è un sì strategico, conveniente, calcolato. È il sì di chi annuisce per evitare problemi, di chi sottoscrive promesse che sa già di non poter mantenere, di chi scarica ogni responsabilità al primo intoppo. Per lui, qualunque cosa vada male ha una sola spiegazione possibile: “È colpa del sistema!”.
Chi non ha mai incontrato un Uomo del Sì? Io sì, fin troppe volte. Anzi, proprio questi incontri mi hanno convinta che fosse necessario raccontarlo in musica. Per farlo serviva una voce capace di essere autentica, poetica, ironica e allo stesso tempo indignata. Una voce vera, che sapesse essere gentile e graffiante insieme. Per questo ho scelto la straordinaria Petra Magoni, che con la sua interpretazione intensa e teatrale aggiunge al brano una forza irresistibile. Ecco alcuni segnali infallibili per riconoscere un Uomo del Sì: indossa giacca e cravatta impeccabili durante la settimana, mentre per le occasioni non ufficiali preferisce pullover dai colori smorti; ti saluta con una stretta di mano calorosa, come se foste amici di vecchia data, anche se probabilmente non ricorda il tuo nome; la sua camminata è ampia e importante, salvo trasformarsi in un passo traballante quando arriva la stagione delle immancabili infradito. Il videoclip del brano nasceva con grandi promesse: fuochi d’artificio, tecnologie avveniristiche, un vero set cinematografico. Peccato che fossero tutte idee suggerite dall’ennesimo Uomo del Sì.