I Kingfishr alla conquista del mondo: "E pensare che dovevamo fare gli ingegneri"

L’appuntamento è al Circolo Magnolia, dopo il soundcheck del concerto previsto in serata. Appena arrivata trovo strumenti e tre ragazzi che mi salutano e abbracciano: sono i Kingfishr, trio tutto irlandese che sta conquistando l’Europa . Mi sento a casa, tanto che poi salgo sul loro tour bus per l’intervista. O meglio: mi sento come in Erasmus, quando finisci alla festa di qualcuno che non conosci, per poi trovarti a chiacchierare sul divano con degli sconosciuti che ti sembra di frequentare da una vita. Ecco: la sensazione che si ha appena si inizia a parlare con Eddie, Eoghan "McGoo" McGrath e Eoin "Fitz" è proprio questa. Sensazione di casa, di accoglienza. La stessa che sento e vivo nel loro live, appena qualche ora dopo. Dall'università di Limerick ai palchi di tutto il mondo Tre ragazzi che si sono conosciuti all’università di Limerick, in Irlanda: "Anche i Cranberries si sono formati a Limerick…ma noi inizialmente non dovevamo fare i musicisti. Abbiamo iniziato con le prime canzoni durante di corsi di ingegneria informatica: sì, il piano iniziale era proprio questa professione. I nostri genitori in quel periodo ci dicevano di tenere la musica come passione, e di pensare a un lavoro "vero". Ma alla fine non è andata proprio come previsto" mi raccontano sorridendo. Sì, i Kingfishr sono tre ingegneri informatici mancati. "E meno male che abbiamo scelto la musica, altrimenti sai che disastro" dicono in coro ridendo ancora di più. Chiedo subito cosa pensano ora i loro genitori, visto che la musica dei Kingfishr sta conquistando il mondo: "Sono molto felici, e ancora quasi non ci credono. È stato tutto un po’ inaspettato. E poi, quando sono venuti a vederci ai primi concerti, erano convinti di trovare poche persone, invece era tutto pieno. Ci sostengono e vogliono solo il meglio per noi. Sì, tutto assurdo in positivo!" aggiungono. "E pensare che dovevamo fare gli ingegneri..." I tre ragazzi dell’indie-folk irlandese mi raccontano che sono in tour da quasi due anni, e anche questo è un aspetto che mai avrebbero immaginato di realizzare. Date su date, anche in Australia a marzo 2026, per poi proseguire il tour per quattro show in Irlanda, a giugno dell’anno prossimo, in luoghi magici, tra cui il Malahide Caste: "Tutto incredibile, veramente. Questo per noi non è un lavoro, è qualcosa di bellissimo. Abbiamo amici che fanno gli assicuratori, gli ingegneri…noi abbiamo scelto questo, meraviglioso. Però, attenzione: noi non ci consideriamo dei musicisti. C’è una parola in Irlanda, Spoofers, che ci descrive al meglio: gli spoofers sono quelli che fanno finta di essere qualcuno…noi siamo questo" . Le radici irlandesi nella musica dei Kingfishr Cresciuti con la musica di Bruce Springsteen, The Killers e di tutto quello che ascoltavano nei pub irlandesi, i Kingfishr uniscono l’indie alla musica di tradizione irlandese, e queste radici si sentono moltissimo: "Siamo cresciuti ascoltando musica di casa nostra, certo. Ma quando abbiamo iniziato a lavorare alla nostra non abbiamo pensato: deve per forza esserci qualcosa di Irish. È venuto tutto naturalmente. Crediamo che sia molto bello poter condividere chi siamo culturalmente, come e dove siamo cresciuti: ci sono tante band irlandesi che non dimenticano mai dove sono nate. È un tema molto presente nella musica di oggi, qualcosa di cui alcuni anni fa non si parlava molto. Un esempio perfetto di questo orgoglio delle proprie radici è Bad Bunny: è uno degli artisti più importanti al mondo e fa moltissimo per il suo paese, Porto Rico. È un bel periodo anche per questo" spiegano. L'università, il lockdown, i social media L’università, la musica, il lockdown: "Eravamo all’università, era iniziata la pandemia e noi eravamo particolarmente annoiati. Abbiamo iniziato a suonare un po’, prima in cucina, così per piacere. Ci siamo resi conto che quello che stavamo facendo non era così male. Anche grazie ai social, Instagram e Tik Tok, ci siamo fatti conoscere..ed eccoci qua oggi. Lo ripetiamo: siamo ancora stupiti di tutto questo affetto, e del fatto che la nostra musica sia così amata ed ascoltata da tanta gente". "Nuova musica? Se fate i bravi, arriva a ridosso del Natale..." A proposito di musica, dopo l’album Halcyon, chiedo ai Kingfishr se ci saranno altre canzoni: “Probabilmente se fate i bravi, verso Natale potrebbe arrivare un regalo…o forse due, chissà” mi dicono sibillini. Non lo sono, però, quando chiedo loro se hanno qualche storia divertente accaduta in tour, o proprio nel tour bus dove ci troviamo: “Ce ne sono, ma alcune meglio non raccontarle!” dicono ridendo di gusto. Prima di salutarci, però, aggiungono un dettaglio: “Se tutto questo ci fosse successo a vent’anni sarebbe stato peggio. O meglio: adesso, quando finiamo un concerto, ci fermiamo a chiacchierare con chi è venuto, ci beviamo una birra o un the, giochiamo alla Playstation…altro che rockstar! Se avessimo iniziato prima le cose sarebbero andate diversamente!” aggiungono ridendo. Ci salutiamo, e ci vediamo dopo il live. Spoiler: è stato divertentissimo!

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I Kingfishr alla conquista del mondo: "E pensare che dovevamo fare gli ingegneri"

Valentina Clemente