Shablo porta a teatro soul e R&B: "I tempi sono maturi. All’Arcimboldi sarà una festa"

Tra i tanti talenti che ha Shablo, ce n’è uno che mi colpisce ogni volta che lo incontro: rende tutto facile. Soprattutto quello che facile proprio non è. È una caratteristica che soltanto i grandi artisti hanno, quelli che sanno essere di ispirazione anche per chi non fa la stessa professione. Shablo non solo è un punto di riferimento per tanti cantautori, a cui sa sempre dare il giusto consiglio nel momento più opportuno, ma è soprattutto un innovatore. È curioso, guarda con attenzione a ciò che lo circonda, ma allo stesso tempo ha delle radici molto solide su cui costruisce. E ciò che crea è a sua volta di ispirazione per tanti cantautori, ma non solo. L’abbiamo visto sul palco del Festival di Sanremo 2025 insieme a Gué, Tormento e Joshua con un brano, La mia parola, che sulla carta poteva sembrare quasi fuori contesto. E invece no: mai canzone fu più giusta, perché ha risvegliato in moltissimi la curiosità su quelle origini R&B di cui Shablo si è sempre nutrito. Un genere musicale che in Italia ha spesso fatto fatica ad emergere, ma che sta arrivando. Anche grazie a lui, il Re Mida della musica, che non ha mai dimenticato le sue fonti di ispirazione e oggi, finalmente, riesce a portarle anche a teatro. Shablo all'Arcimboldi: "Una scommessa nata con l'album 'Manifesto'" Portare un concerto come questo al Teatro Arcimboldi di Milano è una scommessa, ma mai così bella e arricchente: il concerto è stasera, ma già sappiamo che sarà indelebile per tutti. “Portare questo concerto a teatro è la conclusione perfetta di un percorso iniziato a Sanremo, proseguito con l’album 'Manifesto' e poi con gli appuntamenti in giro per l’Italia. Volevo concludere questo viaggio a Milano, che è un po’ la mia seconda casa, in uno spazio come il Teatro Arcimboldi, un tempio della musica con un’acustica incredibile. Non ho mai suonato in uno spazio come questo: sono più abituato ai palazzetti e club, ma pensare a uno spettacolo in un teatro ti permette di pensare qualcosa di diverso. Sono molto felice di chiudere questo viaggio qui, ma chissà… forse ne inizia uno nuovo”, racconta Shablo. Tanti gli artisti sul palco con Shablo, da Gué a Mimì e Joshua Parliamo di chi lo accompagnerà sul palco: da Mimì a Joshua, ma anche voci storiche dell’hip hop italiano e l’amico e collaboratore di sempre, Gué, che forse non è molto abituato ai teatri: “Ma non pensare sai! Gué ha un’immagine che non sempre racconta chi è veramente. È una persona molto colta, interessata: va nei teatri di tutto il mondo per ascoltare artisti di ogni genere, e qualche giorno fa era a Parigi al concerto dei Clipse, un gruppo incredibile per chi ascolta rap anni Novanta. Gué è molto attento: forse sul palco del Teatro Arcimboldi sarà fuori dalla sua comfort zone, ma abbiamo fatto le prove e sappiamo che lo spazio con lui sarà molto bello. Faremo anche dei classici suoi, proprio dei suoi inizi, in una nuova versione, in chiave soul jazz. Oltre a Gué ci saranno tutti gli artisti che hanno partecipato a Manifesto: faremo i brani del disco, ma ci saranno anche degli omaggi alla musica del passato. Mi piace ricordare che ha influenzato quella che è la musica del presente e gli ascolti che mi hanno formato: credo sia quasi doveroso, e poterlo fare a teatro è ancora più speciale”, aggiunge. Omaggiare il passato per comprendere il presente Omaggiare il passato per comprendere e vivere meglio nel presente: con Shablo parliamo di questa voglia di tornare alle origini, che quasi è diventata una necessità, oggi più che mai: “Inventarsi nuovi generi è sempre più complicato. Si dice che il tempo sia ciclico, e che tutto torna: la musica del passato è molto ricca, ha sempre avuto tanto da dire, anche da un punto di vista concettuale. Oggi siamo in una fase in cui è tutto molto omologato: credo che tornare a fare una ricerca di quello che succedeva prima può veramente arricchire gli artisti, che magari possono trovare nuove ispirazioni. Riprendere la musica del passato è uno stimolo per i cantautori ma anche per il pubblico, per un ascolto più ricercato che un po’ si è perso ultimamente”. "Il pubblico ha un ascolto molto attento. E sente la necessità di tornare alle origini della musica" Un ascolto più ricercato e attento: sì, il pubblico ne sente sempre più la necessità. È uno dei motivi per cui il progetto "Manifesto" è stato ben accolto, proprio perché la gente stessa chiedeva della musica così. In un mondo in cui ogni giorno vengono pubblicate centinaia di migliaia di canzoni che suonano tutte allo stesso modo, trovare qualcuno con la volontà di osare è molto importante. Shablo è uno di questi artisti: “Bisogna osare, o almeno provarci sempre. E non pensare di fare musica solo per le classifiche. Deve esserci la voglia di fare ricerca, di fare cose diverse o anche fuori da ciò che anche il pubblico si aspetta dal periodo. Sono comunque convinto che se la gente è stimolata nel modo giusto, reagisce bene. La musica è una parte molto importante della vita delle persone, ed è giusto proporre stili e generi diversi. Con 'Manifesto' ho capito che un’ampia fetta di pubblico non si accontentava del mainstream: un pubblico più adulto cresciuto con un altro tipo di musica, che con difficoltà si trova in digitale. Dall’altro lato, però, ho notato un pubblico più giovane molto curioso e interessato al passato, che anche grazie al mio album ha iniziato a leggere, studiare e ricercare. I feedback di 'Manifesto' sono molto positivi: è un ottimo inizio, ma so anche che è un seme che deve essere innaffiato. Sono convinto sia solo una questione di tempo: presto ci saranno molti più artisti che si dedicheranno a soul, R&B e molto altro ancora”. "I tempi sono maturi. R&B e soul stanno trovando spazio anche in Italia" Chiedo a Shablo perché gli artisti R&B non hanno mai avuto molto spazio in Italia: “Certo, il passato non è mai stato semplice, ma le cose stanno cambiando. C’è chi ha la fortuna di avere genitori che passano la passione, ma c’è anche il digitale che, per la scoperta, è molto importante. I tempi sono maturi, ma credo anche sia essenziale la presenza di artisti forti, autoctoni, italiani in grado di proporre brani R&B. E ci sono! Joshua e Mimì sono due esempi perfetti: hanno vocalità, sono cresciuti ascoltando cantautori soul del passato, e hanno talento. Serve solo un po’ di tempo, ma l’onda è giusta”. "Un capitolo due di 'Manifesto'? Chissà..." "Manifesto" arriva a teatro, ma ci sarà magari un capitolo 2 di questo album? “Sicuramente 'Manifesto' ha risvegliato la voglia di fare musica per me. Negli ultimi anni mi sono dedicato a progetti di altri artisti, e sentivo la necessità di riequilibrarmi. L’album è stato fatto in modo molto naturale, senza troppi ragionamenti: mi piacerebbe continuare in questa direzione, e associare Shablo come artista a questo mondo musicale. Si può sviluppare ancora tantissimo, vorrei portare queste sonorità fuori dall’Italia, e lavorare con tanti artisti europei. Chissà, vedremo. Magari ripartiremo con un tour nei teatri!”.

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Shablo porta a teatro soul e R&B: "I tempi sono maturi. All’Arcimboldi sarà una festa"

Valentina Clemente