Il grande hype intorno al ritorno di Sade Adu (fake news comprese)

Se siete appassionati di musica, probabilmente nell'ultimo anno sulla vostra timeline di Instagram o TikTok vi sarà capitato di vedere vecchi video ed esibizioni live degli Sade, band pop-soul anni '80 '90, incarnata dalla cantante e leader indiscussa Sade Adu. Anzi, sarà ancora più probabile che abbiate incrociato qualche inmmagine relativa a un fantomatico tour mondiale dal chilometrico titolo “Sade Adu Echoes in the Dark World Tour 2026” seguito da commenti colmi di entusiasmo per il ritorno della cantante soul britannico-nigeriana in città come Londra, New York, Lagos e Sydney, anche da parte di chi non era ancora nato quando “Your love is king” e “The Sweetest Taboo” raggiungevano le classifiche di mezzo mondo. Peccato però che questa notizia non sia confermata né da Sade né dal suo management. Perché sta avvenendo tutto questo, e perché dopo l'ultimo suo tour del 2011 c'è questo hype altissimo intorno alla figura di Sade Adu? Proviamo a spiegarlo in questo articolo, non prima però di raccontare brevemente cosa hanno rappresentato gli Sade e, soprattutto, la figura della cantante Sade Adu. Sade: la storia Il gruppo dei Sade è formato dal tastierista Andrew Hale, il bassista Paul Spencer Denman e il sassofonista Stuart Matthewman, ma soprattutto dalla cantante Sade Adu che con il suo fascino ruba la scena e le copertine dei dischi. Figlia di un accademico nigeriano e di un'infermiera inglese, Helen Folasade Adu nasce a Ibadan in Nigeria nel 1959, ma quattro anni dopo si trasferisce nell'Essex in Inghilterra a seguito della separazione dei genitori. I suoi ascolti nell'infanzia e adolescenza sono Marvin Gaye, Donny Hathaway, Nina Simone, Curtis Mayfield e Bill Withers. Dopo aver militato in varie formazioni, e guadagnando qualche soldo come modella part-time, riesce a crearsi un gruppo tutto suo - Sade, appunto. Debutta nel 1984 con “Diamond Life” facendo parte di quella scena tutta inglese di pop cool e sofisticato mescolato a soft jazz che vede anche gli Everything But the Girl, The Style Council, Carmel e The Working Week. “Diamond Life” è un successo clamoroso che vende oltre 6 milioni di copie in tutto il mondo. Per anni la stampa si è concentrata sulla bellezza di Sade – la sua "pelle chiara color cacao, la fronte ampia e leggermente curva e gli occhi distanti" erano una descrizione atipica – sostenendo che il suo bell'aspetto da cittadina del mondo fosse una delle ragioni principali del successo del gruppo. Ma non era solo questo. Un soul britannico moderno e originale Nel corso del tempo i Sade riuscirono a costruire un soul britannico moderno davvero originale, un suono che ha continuato a mutare nei 36 anni trascorsi da quel primo disco, con altri cinque album sempre più distanziati tra loro: dopo "Promise" del 1985, arrivarono "Stronger Than Pride" , "Love Deluxe" , "Lovers Rock" e "Soldier of Love" . Rimangono uno dei gruppi britannici di maggior successo degli ultimi quarant'anni, con oltre 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e cinque dei loro sei album in studio certificati tre volte disco di platino negli Stati Uniti. Ma nella testa restano soprattutto le canzoni: "Smooth Operator", "Your Love Is King", "By Your Side","No Ordinary Love", "The Sweetest Taboo", "Paradise", "Is It A Crime", "Love Is Stronger Than Pride" solo per citare le più celebri e la sua voce ricca, profonda e sensuale. Nel corso del tempo le interviste, le foto e le esibizioni live si fanno però sempre più rare e centellinate. Dopo 14 anni di silenzio, lo scorso anno Sade Adu è tornata con una canzone dal titolo “Young Lion” contenuta nel ricco progetto musicale TRAИƧA, di cui abbiamo già parlato qui, dedicato al figlio Isaac che sta attraversando una transizione di genere. I motivi dell'hype odierno Questo ritorno di interesse nei confronti di Sade ha poco a che vedere con la Retromania per gli anni '80 e '90, ma mette in campo una serie di temi piuttosto peculiari. Innanzitutto Sade e le canzoni della sua band sono da sempre una grande fonte di ispirazione per tutta la scena r&b e hip-hop, dalle leggende come Rakim e Missy Elliott fino a Beyoncé, FKA Twigs, Kanye West e Drake . Inoltre artisti come Frank Ocean, Lauryn Hill e Herbie Hancock, ma anche i 1975, hanno interpretato i suoi brani. Ma c'è di più. In un mondo musicale dove vige l'iper-esposizione mediatica in cui emergono solo coloro che urlano e la sparano più forte, il ritorno di un'artista i cui valori sono da sempre understatement e raffinatezza è, molto probabilmente, qualcosa che il grande pubblico va ricercando. In particolare per le donne nere, Sade è un simbolo di grazia, abilità artistica e controllo in un settore che spesso richiede sovraesposizione e sessualità palese. La cantante di origine nigeriana è riuscita a mantenere una carriera alle sue condizioni, dimostrando che la longevità può essere costruita sulla selettività. In un'epoca in cui i poster generati dall'intelligenza artificiale e le fughe di notizie inventate sono quasi indistinguibili dal marketing ufficiale, il confine tra voci e realtà si è assottigliato, rendendo più facile creare miti e più difficile verificarli. Finché non verrà annunciato ufficialmente, il "Sade Adu Echoes in the Dark World Tour" si troverà in uno spazio liminale, a metà strada tra i sogni dei fan e la realtà. Il che, in un certo senso, potrebbe essere appropriato: per un'artista la cui presenza è sempre stata definita dall'assenza, un tour che potrebbe non esistere è perfettamente in linea con il personaggio. Che sia reale o meno, la frenesia di questi ultimi tempi dimostra una cosa: dopo quattro decenni, Sade Adu rimane uno delle poche artiste in grado di affascinare il mondo senza pronunciare una sola nota.

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Michele Boroni