La canzone si muove in quel vuoto fertile capace di trasformare l’imprevisto in un nuovo scenario
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Mi chiamo Sarah Fornito, in arte Cenere. Sono di Bologna e da più di 25 anni calco palchi con la stessa grinta e lo stesso entusiasmo che mi hanno spinta a scrivere la mia prima canzone. Dopo tre dischi pubblicati (dal panorama anni ’90 vissuto con le Diva Scarlet alla maturità compositiva di Decana) oggi apro un nuovo capitolo con l’ep GAME (L)OVER in uscita a gennaio 2026 con l’etichetta Overdub Recordings. Il primo singolo si chiama Isole ed è nato in un tempo sospeso, in bilico tra ombra e luce. Un momento in cui ho scelto di non voler più fuggire dal dolore, ma di restare in quel vuoto fertile capace di trasformare l’imprevisto in un nuovo scenario. È uno spazio interiore senza contaminazioni, né rumori, che richiede pazienza e coraggio, per questo ho immaginato due isole deserte, come due identità che devono fare i conti con un cambio di stato a fronte di uno strappo netto tra la condivisione di tutto a uno stato di solitudine. Sono certa che in quel momento possa nascere qualcosa di autentico. Viviamo in una società frenetica che ci allontana ogni giorno di più dal nostro sentire e scardina quelli che sono i nostri processi naturali. Una vera e propria horror vacui, in una realtà bulimica e impaziente, dove l’attenzione dura il tempo di un respiro.
Isole nasce come risposta a tutto questo: un invito a rallentare, ad ascoltarsi. Ho scritto il testo in una sorta di trance tra veglia e sonno alle 4 del mattino in flusso unico. In seguito con Rebecca Dallolio (violinista e co-compositrice) abbiamo esplorato diverse sonorità e stesure, la svolta però è arrivata con la produzione artistica di Renato D’Amico, che ha saputo dare voce alle immagini che abitavano le mie parole. Il suo lavoro ha trasformato il brano in un viaggio ipnotico, una ballata crepuscolare che parte in punta di piedi, quasi chiedendo permesso, fino a crescere in un groove incessante, tra delay e synth che si intrecciano a un grido malinconico sospeso tra due mondi. Il video di Isole, creato da Giancarlo Morieri, è un racconto visivo potente, ambientato in una realtà distopica. I protagonisti abitano paesaggi interiori che alternano deserti e isole a scenari urbani: immagini che riflettono stati d’animo, spazi vuoti e rifugi che sento profondamente vicini al mio vissuto. Ogni istante è intimo, breve, ripetuto, ma mai uguale. Sono soli, ma presenti. Ascoltano, come noi, quando smettiamo di correre e iniziamo a sentire. Lentamente il loop si incrina, si dissolve, liberando nuove prospettive. È qui che il video rivela la sua essenza più intima: un cambio improvviso, nato dall’introspezione, riflesso di un’evoluzione personale. Le inquadrature condensano significati profondi; i cromatismi passano da tonalità fredde a improvvisi bagliori, mentre i contrasti visivi traducono in maniera immediata il dualismo tra chiusura e rinascita. Il video è un viaggio visivo e sensoriale, dove il tempo si piega e l’identità si ricompone. Spero che sia un’esperienza che inviti a fermarsi e ad accogliere le proprie fragilità con cura e senza giudizio.