Bad Bunny headliner al Super Bowl 2026: lo spirito di Porto Rico arriva negli USA di Trump

This is for my people, my culture, and our history: per la mia gente, per la mia cultura, per la nostra storia. Il messaggio di Bad Bunny, nell’annunciare che sarà lui l’artefice della fiesta all’Halftime Show 2026, va dritto al punto: questa non è una vittoria per me, ma per tutti. Il primo Super Bowl di un portoricano. Che ha da poco concluso una residency nella sua isola, al Coliseo de Puerto Rico: trentuno date, circa 500 mila fan da tutto il mondo e 400 milioni di dollari di ricavi solo per l’isola. Che all’attivo ha tre Grammy Awards, dodici Latin Grammys vinti e altrettante candidature alla prossima edizione. E che continua a mandare in frantumi record musicali: il suo ultimo album, DeBÍ TiRAR MáS FOToS, è il primo progetto a superare 7 miliardi di stream su Spotify. Il viaggio di Bad Bunny è iniziato a Porto Rico, ma sta conquistando il mondo. Prossimo stop: Levi’s Stadium di San Clara in California, con gli occhi del mondo puntati su di lui. È l’unica data live che Benito Antonio Martínez Ocasio farà negli Stati Uniti, e la ragione è principalmente politica. Il 2025 è stato l’anno di Bad Bunny, il 2026 anche. L’artista portoricano può veramente essere artefice di un cambiamento. Anzi: lo sta già facendo. "Sono il primo, ma non sarò l'ultimo" “Sono il primo artista portoricano e latino a salire su questo palco, ma non sarò l’ultimo”. È il 14 aprile 2023, dal Main Stage le parole di Bad Bunny fanno eco alle dichiarazioni di Kamala Harris di appena qualche anno prima, dopo essere stata eletta la prima VP donna. Anche lei aveva detto di essere the first, but not the last. L’artista portoricano sa di essere artefice di un cambiamento, partito da lontano, da una terra martoriata dagli uragani, ma così ricca di cultura e musica. Coachella è un punto di svolta per la cultura latina, ma è anche un’altra America: alla guida del Paese c’è Joe Biden, accanto a lui Kamala Harris, prima donna di colore nel ruolo di vicepresidente. Bad Bunny si colloca perfettamente negli Stati Uniti di quel momento, e lo sa bene. Nel suo show a Indio, in una California di cui i latinos sono il cuore pulsante, parla la sua lingua, e non solo nella musica. Quel concerto segna uno spartiacque nella storia di Bad Bunny ma anche del Festival, che nel 2026 avrà la prima latina headliner della sua storia: Karol G, colombiana, regina delle classifiche mondiali. La forza di Bad Bunny, non solo nella musica Dal 2023 per Bad Bunny inizia un momento molto positivo: il 13 ottobre pubblica l’album Nadie sabe lo que va a pasar mañana, che debutta al primo posto della classifica di Billboard. Disco che rompe ogni record di Spotify: è il più ascoltato al mondo in un solo giorno, e supera 5 milioni di stream sulla piattaforma. Poi è il momento di DeBÍ TiRAR MáS FOToS pubblicato il 5 gennaio 2025: questo album è importante per i numeri e i risultati raggiunti, ma soprattutto per le sonorità inserite. Bad Bunny torna alle origini, alle liriche di Porto Rico. Esplora temi come la nostalgia, l’amore, la perdita e l’impatto della gentrificazione e del turismo sull’isola. Bad Bunny Benito torna a casa, nella sua Puerto Rico, il centro di tutto. L'impatto su Porto Rico della Residency No Me Quiero Ir de Aquí Non è un caso che l’artista scelga di fare trenta concerti a El Choli, uno degli spazi più grandi del Paese, e di dedicarne alcuni solo ai cittadini dell’isola: sì, ad alcuni live sono ammessi sono portoricani. Una serie di live volutamente creati per portare fan da tutto il mondo su un'isola ancora sofferente per le perdite dell'uragano Maria, che ha causato danni ingenti. Una residency che Bad Bunny chiama No Me Quiero Ir de Aquí, non voglio andarmene da qui, tanto da aggiungere un ultimo concerto, trasmesso in diretta su Amazon, che diventa la performance più vista nella storia della piattaforma con 11,2 milioni di spettatori. "Ecco perché ho scelto di non fare concerti negli Stati Uniti" Concerti che sono delle feste, e che Bad Bunny volutamente non porta negli Stati Uniti, “perché non vuole che fuori dai live ci siano i funzionari ICE, incaricati di fermare cittadini illegali e arrestarli”. Una posizione forte e dura nei confronti dell’amministrazione Trump, che Benito difende come artista e cittadino. Bad Bunny Benito è un simbolo dell’isola latina, e porta avanti il suo orgoglio: nella musica, prima di tutto. Ma soprattutto tra la sua gente, che si sentirà rappresentata allo show più importante d’America da uno di loro. Orgoglioso di essere latino. E che porta in alto i valori di una cultura che, per la prima volta, può farsi sentire senza paura.

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Valentina Clemente