Gli OneRepublic tornano con Beautiful Colors, sigla dell’anime Kaiju No. 8
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Un brano tra pop-rock ed epica orchestrale che unisce la voce di Ryan Tedder a uno degli universi narrativi più seguiti del momento. Ecco cosa racconta, perché è importante e come segna un nuovo capitolo per la band
Cosa ci fanno gli OneRepublic tra i mostri giganti di un anime giapponese?
La risposta è Beautiful Colors, il nuovo singolo della band americana pubblicato oggi, che accompagna i titoli di coda della seconda stagione di Kaiju No. 8, uno degli anime più seguiti al mondo. Ma non è solo una sigla: è una dichiarazione d’intenti, una ballata epica che intreccia chitarre, cori e archi per raccontare la bellezza che nasce dalla lotta. Per la terza volta, gli OneRepublic prestano la loro voce all’universo narrativo creato da Naoya Matsumoto, e lo fanno nel momento in cui la musica pop internazionale abbraccia sempre più l’estetica e i linguaggi dell’animazione giapponese. Una scelta culturale, prima ancora che commerciale.
Il suono di Beautiful Colors, tra epica e intimità
Beautiful Colors (from Kaiju No. 8) è un brano che vibra tra le radici pop-rock del gruppo e un nuovo respiro orchestrale. Archi sospesi, cori cinematografici, elettricità compressa e aperture melodiche tipiche della scrittura di Ryan Tedder costruiscono una tensione emotiva che accompagna perfettamente il mondo narrativo dell’anime. Se Nobody (sigla della prima stagione) era più minimale, qui la band si concede un crescendo drammatico, con echi da Artificial Paradise (2024) e rimandi a brani come Counting Stars e Secrets.
Una ballata per anime e cuori umani
Nella seconda stagione di Kaiju No. 8, la storia si spinge oltre la lotta ai mostri, esplorando paure interiori, doppie identità, vulnerabilità. Il testo di Beautiful Colors – “We paint the sky in beautiful colors / Even if the world breaks our wings” ("Dipingeremo il cielo con colori meravigliosi / Anche se il mondo ci spezza le ali") – sembra rispecchiare proprio questo: il tentativo di restare fedeli a se stessi mentre tutto intorno cambia. Il brano funziona così su due livelli: chiude narrativamente l’episodio, ma apre emotivamente allo spettatore uno spazio di riflessione. È musica che accompagna la fine, ma suggerisce un nuovo inizio.
Il video: fusione tra immaginario e sound
Il visual ufficiale, rilasciato sul canale YouTube degli OneRepublic, fonde scene dell’anime con nuovi frame che dialogano con le parole e le armonie del brano. L’effetto è quello di un mini-AMV di lusso, pronto per diventare virale tra fan dell’animazione e amanti del pop melodico. È anche un segnale: il videoclip non è solo promozione, ma estensione narrativa. Un frammento che unisce fandom e ascoltatori casuali in una cornice visiva immediatamente riconoscibile.
Questa è la terza collaborazione ufficiale degli OneRepublic con Kaiju No. 8. Nel 2024, infatti, avevano firmato Nobody, diventata l’ending theme più apprezzata della stagione d’esordio e ad aprile 2025, il brano Invincible aveva accompagnato il mini-film Mission Recon. Con Beautiful Colors, la band chiude una vera e propria trilogia sonora, dimostrando un coinvolgimento autentico, non occasionale, in una delle saghe animate più seguite degli ultimi anni.
Una nuova fase discografica: da Interscope a BMG
Oltre all’anime, Beautiful Colors segna il primo singolo degli OneRepublic con BMG, dopo anni di carriera sotto Interscope. È il primo passo di un nuovo ciclo artistico, in attesa del prossimo album.
Dopo Artificial Paradise, pubblicato nel 2024, la band si sta riassestando su un suono più maturo, meno orientato alla hit da classifica e più alla narrazione emozionale. Anche questo è un segnale chiaro: gli OneRepublic stanno scegliendo progetti che contano. Beautiful Colors non è un singolo usa e getta. È una riflessione in musica sull’identità, sulla fragilità e sul desiderio di bellezza, anche nei momenti più duri. In un mondo in cui pop e anime si fondono sempre di più, la band di Ryan Tedder ha trovato un terreno nuovo dove esprimersi, senza rinunciare alla propria cifra melodica. E oggi, anche chi non ha mai visto un episodio di Kaiju No. 8, può sentire la verità di una canzone che, nel suo piccolo, prova a colorare il cielo sopra le nostre cicatrici.