Tommy Kuti, l'album Community: "Basta individualismo, ora racconto una storia collettiva"
Musica
Il progetto è la dichiarazione d’amore dell'artista a tutte le comunità di cui ha fatto parte. L'INTERVISTA
Community è il nuovo Ep del pioniere dell’afrobeats in italiano, autore, attore e speaker Tommy Kuti. Con Community, Tommy Kuti firma il suo progetto più maturo e personale. Un Ep che racconta il percorso di riscatto, appartenenza e ambizione di un’intera generazione che cresce nell’italia del 2025, fatta da mille sfaccettature colorate con radici altrove. L'album è un mosaico di sonorità afrobeats, rap ed Amapiano con influenze urban internazionali, in cui convivono storytelling crudo e good vibes contagiose.
Tommy partiamo dalla storia del progetto Community: quando lo hai pensato e come ci hai lavorato?
Normalmente si fanno canzoni e io ne ho a centinaia. Poi comprendi che alcune si parlano tra loro come si trovassero in un album fotografico. Le canzoni accolte in questo album parlano di un momento della mia vita.
Non trovi che un titolo così di appartenenza sia quasi un atto eretico nella stagione dell'individualismo?
Ero assorbito dall'individualismo ed era necessario raccontare una storia di gruppo e non individuale. Nonostante l'ego quando qualcosa di bello è accaduto è stato perché c'era una community.
Ti sembra un azzardo parlare della tua combriccola milanese di sognatori in un'epoca in cui i sognatori sono in estinzione?
Siamo gli ultimi rimasti di una grande specie. Esce questo album in un mio momento felice, ho aiutato tante persona a realizzare i loro sogni artistici e creativi: così è nata la combriccola dei sogni.
In Eldorado tu dissacri quello che nella storia è un luogo di ricchezza, credo sia anche un messaggio sociale: la ricerca di giustizia è la tua intifada?
Sono molto legato al libro Il Piccolo Principe, in quelle pagine ci sono analogie con le nostre battaglie personali. Non sono né il tempo né i soldi la missione, ma il conseguimento della nostra felicità, quello dovrebbe essere l'obiettivo nel mondo.
Una persona che sta con la mente ai domiciliari è chi fugge dal mondo o chi il mondo non lo riconosce come suo e studia come poter dire I'm feeling good?
È più legata a chi sta nella grotta e non si adegua a come va il mondo e a come cambia l'universo. Un po' mi dispiace ma soprattutto mi rattrista come le istituzioni non intervengano, anzi restano indietro di cento anni usando una terminologia che spinge all'ignoranza.
"Via dalla provincia lì ci tarpano le ali": eppure c'è chi dopo anni di city torna in provincia perché l'ispirazione è più libera. Tu come la pensi?
Magari un giorno farò così anche io se mi sentirò risolto finanziariamente e artisticamente. Ma... magari un giorno. Per me Milano è stato conoscere persone pazze, categoria che in provincia scarseggia.
"Ho tradito donne ma mai un mio fra": c'è qualche fra che ha tradito te?
La canzone nasce da un sentimento di solitudine quando sono arrivato a Milano poiché mi sono sempre attenuto a certi valori e a una certa integrità. Io mai ho tradito ma molti hanno tradito me: ma, come sai, in questi casi ognuno ha la sua versione della storia. Sono un buono e non mi spiego la cattiveria di certe persone.
Citi la 90 che è una linea epica di Milano, quella dove trovi l'umanità più varia. Ma c'è chi la teme. Può essere il ritratto di una umanità contemporanea che non conosce barriere razziali?
No. La 90 è il disagio che unifica le persone a prescindere dalla classe sociale e dal guadagno.
"Nella vita serve culo, te la prendi col destino perché lui ti da le carte": sei un fatalista oppure credi che il destino ognuno se lo costruisce con l'ausilio di un pizzico di fortuna?
Non credo nella fortuna, non mi so immaginare una cosa nella mia vita che sia avvenuta per fortuna. Il destino le carte le distribuisce ma la differenza la fa come ce le giochiamo. La mia vita è così, ogni piccolo guadagno è una conquista. Bisogna sempre scavare.
"Ciak si gira sai la vita è un film": chi vorresti come regista della tua vita? E faresti anche lo stuntman di te stesso o accetteresti una controfigura?
La controfigura la accetterei per le riprese di me da giovane e in un mondo ideale il regista sarebbe Spike Lee. Mi immagino una commedia moderna che narra veramente cosa accade nell'Italia del 2025. In ogni città c'è un bar gestito da cinesi che ha soci italiani e lavoratori che provengono dell'india ma che lavorano con altri italiani. Ma i media questo non la raccontano, preferisco il cinepanettone e cliché di 20 anni.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Rimando ogni cosa a settembre, tranne qualche data sporadica, ora tutti vanno in ferie. Persino l'ambiente musicale si ferma e va in vacanza ad agosto come fosse un impiegato. Io vado in vacanza per incontrare nuovi musicisti, andrò in Puglia, poi in Nigeria in cerca di collaborazioni.