Sandro Giacomelli di Leg: "I concerti non sono solo business, devono scatenare emozioni"
Musica
Live Emotion Group è attiva nel mondo della musica e dello spettacolo dal 2001 e dal 2004 opera anche nell'universo Comics. Tra rischio di impresa, senso di responsabilità e ricerca di bellezza ci avviciniamo al quarto di secolo di attività. L'INTERVISTA
Quando, nel 2001, Sandro Giacomelli, Tania Ferri ed Elisabetta De Luca hanno dato vita a LEG ovvero Live Emotion Group (associato ad Assomusica), avevano ben chiara la vision di quello che volevano creare: un mondo dove know-how e umanità potessero muoversi in sinergia creando così meraviglia. Con il passare degli anni e l’aumentare dei progetti, la squadra si è arricchita di professionisti e figure specializzate che collaborano in armonia in una danza di strategia e creatività. L'approccio integrato è stato la chiave vincente per stringere legami autentici con i clienti, di cui si ascoltano le idee e le esigenze per superare ogni loro aspettativa, per costruire eventi che da ricordare. In un secondo tempo è nato il Comics Festival Community, una piattaforma operativa nata per sviluppare eventi nel mondo della cultura POP in chiave moderna. Con una particolare attenzione alle variazioni del mercato e ai filoni culturali in continuo mutamento, fonda il suo credo operativo sulla conoscenza e la valorizzazione del territorio in cui i festival nascono e si sviluppano. Da un’idea di Gianluca Del Carlo, creatore e coordinatore dal 2004 dell’area Music & Cosplay di Lucca Comics & Games, CFC nasce come nuovo ramo d’azienda di Live Emotion Group con lo scopo di raccogliere e ottimizzare le energie creative di festival quali San Marino, Falconara, Pescara e la Sagra dei Fumetti che hanno deciso di condividere il proprio know-how e la possibilità di sviluppare nuove idee e progetti, convinti che sinergia e impegno siano le chiavi del successo.
Sandro partiamo dalla tua estate in musica che so molto ricca, vero?
In estate solo quest'anno passano dalla mia agenzia 182, tra quelli a rischio di impresa, quelli gestiti da consulenti cui vanno aggiunti quelli invernali che sono circa un centinaia. Poi c'è la parte Comics dove la pre-produzione è più impattante poiché l'organizzazione deve essere perfetta in quanto se capita un problema last minute devi compensare e non giocando in casa diventa tutto più complesso.
Quando hai scelto di diventare un organizzatore di concerti?
Tutto nasce un po' per gioco in quanto vengo da una carriera da ciclista, ho sulle spalle 23 anni da professionista. Poi ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie, Tania Ferri, che era una modella. A un certo momento con gli scandali legati al doping mi sono stufato della caccia alle streghe. Certo, in alcuni casi erano giusti i controlli ma non era giusto essere trattati da delinquenti. Mi sono arrivati i controlli a casa all'alba con la bimba piccola che dormiva. Avevo ancora 3, 4 anni da professionista ma col desiderio di essere genitori ho deciso di smettere col ciclismo. Con Tania siamo entrati nel mondo dell'organizzazione di veneti come freelance, poi abbiamo acquisito e rilevato quote - con noi c'è anche Elisabetta De Luca - e siamo partiti con un percorso più continuo dai 15 spettacoli l'anno cui ci dedicavamo in origine.
Ricordi il tuo debutto?
Gianni Morandi al teatro Verdi di Pisa. Era il 2003 o il 2004. Una mini rassegna di due eventi, l'altro era con Roberto vecchioni. Morandi seguiva un progetto con bimbi disabili e al maestro Vecchioni regalammo un violino fatto da quei bambini.
Poi siete cresciuti, ci sono stati il Covid e una nuova partenza.
L'offerta si è elevata per la domanda, all'origine c'era meno offerta e pure gli artisti erano meno; nel periodo del Covid abbiamo messo gas integrando i sussidi delle persone che lavoravano con noi e fidelizzando su alcune professionalità che oggi significa poter gestire tanti festival. Siamo circa 35 persone come staff e se ti fermi un anno fai danni e io devo essere garantista.
Il Covid quanto ha impattato sul tuo lavoro?
Abbiamo fatto 97 per cento in meno nell'anno della pandemia. Qualcosa abbiamo comunque fatto col distanziamento, non tanto per fare profitto ma per non stare fermi. E' stata una palestra e dunque la ripartenza nel 2021 è stata potente, una ripresa forte, la gente voleva riemozionarsi, consolidare i rapporti e vivere emozioni in maniera diversa. Dall'ultimo anno e mezzo c'è una scelta infinita, io cerco l'esclusività, magari spendendo un po' di più. Chi è sempre in tour ha un decremento. Dobbiamo rendercene conto noi che ci assumiamo il rischio di impresa.
Perché ci sono location che funzionano sempre e altre studiate ad hoc come la RCF Arena non decollano?
Abbiamo rapporti consolidati con i management chiedono determinate location, per lo più storiche e non prati. Poi bisogna calcolare le amministrazioni locali o regionali e i privati che fanno investimenti. Se le numeriche sono importanti si può considerare di concedere gratis venue, allestimento e ospitalità, tutti elementi che posso spostare il bilancino delle preferenze.
Con quanto tempo di anticipo contatti gli artisti?
Con gli internazionali di media e alta fascia si lavora un anno e mezzo prima, sto trattando il 2026. Per la fascia alta e altissima si ragiona sul 2027.
I costi?
Dipende. I big prendono in media il 95 per cento dell'incasso. Renato Zero si auto-produce, chiama la location, gli fai una schedule e ti approva sui servizi. Prima hai citato la RCF Arena: è bella ma per averla c'è un costo, mentre magari lo stadio di Livorno ti costa meno perché ci sono contributi locali. È una questione di convenienze.
Hai un sogno?
Non è il grande concerto perché lì sei un prestatore di eventi. Io vorrei un grande artista in acustico, devo fare impresa ma servono anche soddisfazioni. Questo è il motivo per cui con la famiglia facciamo vacanze frammentate. Oggi ti dico che il top sarebbe Sting in acustico, sarebbe bellissimo. Lui non è inavvicinabile.