La voce graffiante dei Kaleo apre il cuore della Cavea
MusicaUn live con due protagoniste: la voce ruvida e intensa del frontman JJ Julius Son e le note dell’armonica del compositore Thorleifur Davidsson, che insieme hanno fatto vibrare così forte le fondamenta della Cavea che nessuno tra il pubblico è riuscito a restare seduto, neanche due membri dei Måneskin, arrivati a pochi istanti dal primo assolo di chitarra
Dalla capitale islandese Reykjavík al successo internazionale, la band Kaleo ha alle spalle diversi successi in oltre dieci anni di attività ed è tornata, dopo l’esibizione al Colosseo del 2024, scegliendo la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per l’unica data italiana del Mixed Emotions Tour il 25 giungo.
Nel pubblico tanti musicisti, tra giovani emergenti e artisti affermati, come Thomas Raggi ed Ethan Torchio, membri dei Måneskin, arrivati a pochi istanti dall’inizio per godersi il live tra le prime file. Con Bloodline, l’intro del nuovo album Mixed Emotions, che racchiude perfettamente le sfumature blues-rock della band, viene aperta una serata fatta di crescendo e pause cariche di profondità emotiva.
In pochi secondi, l’atmosfera era piena della voce ruvida e intensa del frontman JJ Julius Son. La carica del pubblico era palpabile ma ancora acerba, velata da un’apparente e tenera timidezza. I fan dovevano fidarsi e la band sapeva bene quali corde toccare.
L’armonica che ha fatto esplodere la Cavea
Sono bastati il riff di chitarra del singolo Break My Baby per far muovere la testa a tempo, il ritmo magnetico di Broken Bones per iniziare a battere le mani, ma il momento che ha trasformato la serata è stata la sesta traccia, Hey Gringo, accompagnata da un lungo assolo di armonica del compositore Thorleifur Davidsson, che da tempo accompagna la band e che è stato di fatto la seconda voce della serata.
Alcuni fan sono saltati in piedi invitando gli altri a seguirli. In pochi secondi, quello che sembrava un live a metà si è trasformato in un vero concerto rock, tra sudore, spinte e urla di incitamento agli assoli del chitarrista Rubin Pollock.
I Kaleo si mettono a nudo con Vor í Vaglaskógi
Sul palco, il gruppo mostra sempre una sinergia unica e il pubblico riconosce le tracce nel giro di un accordo. Brividi per il range dinamico incredibile di JJ Julius Son, capace di passare dal falsetto dolce di All The Pretty Girls, al graffiante urlo di Skinny. Il completo bianco scelto per il live brillava sotto l’unico faro puntato su di lui, rendendo l’atmosfera avvolgente quando è arrivato il momento di Vor í Vaglaskógi, una canzone molto significativa per la band, la prima a raggiungere il successo in Islanda nel 2013. Scritta ed eseguita nella loro lingua madre, è stato il momento più emozionante del live, in cui il gruppo si è messo a nudo davanti a un pubblico che non è rimasto in silenzio, molti hanno mostrato di conoscere bene le parole della traccia ispirata dalla foresta islandese di Vagla.
JJ saluta Roma - “Una delle mie città preferite” - ricordando la performance dello scorso anno al Colosseo e, con la complicità dell’armonica e degli altri membri della band (Rubin Pollock alla chitarra, Daniel Kristjansson al basso e David Antonsson alla batteria), raccoglie tutta l’elettricità nell’aria in alcuni dei più grandi successi della storia del gruppo: Way Down We Go e No Good, canzone nominata ai Grammy, le più attese dal pubblico.
Rose per il pubblico
L’entusiasmo si espande a tal punto che qualcuno allunga le mani per toccare il palco e incontra lo sguardo meravigliato di Rubin Pollock durante gli assoli di chitarra e il sorriso complice di Thorleifur Davidsson, che inizia a lanciare plettri ai fan.
Tocca a Back Door e Rock N Roller chiudere la serata, brani del nuovo album ma già conosciutissimi visto che sono stati per lungo tempo portati in tour senza essere incisi. Con un gesto romantico, JJ saluta il pubblico distribuendo rose ai fan emozionati, stanchissimi e felici, e nei suoi occhi si ritrova una confessione fatta qualche mese fa alla rivista Forbes: “Non sono sicuro che esista una droga in grado di battere quella sensazione”.