L'artista mette in musica una riflessione su quanto sia importante essere sé stessi nonostante le imposizioni date dalla società.
LA PERFORMANCE E' STATA FATTA APPOSITAMENTE PER LA SEZIONE SPETTACOLO DI SKY TG24
Tuffo ad Angelo, il nuovo singolo di Giuliettacome, è un’energica ballad che affronta con poesia e lucidità la distanza tra il nostro "io" interiore e l'immagine e le aspettative che gli altri proiettano su di noi. Un sound sospeso tra delicatezza e impatto, dove drum machine incisive e synth stratificati creano un'atmosfera magnetica, perfetta per chi ama il pop sofisticato con un’anima urban. Un brano profondo a livello contenutistico, ma allo stesso tempo accessibile e catchy. Il singolo, in lingua italiana e spagnola, presenta una citazione coltaal mondo del cinema, al celebre cineasta cinese Wong Kar-wai, regista del film Angeli Perduti del 1995.
Il brano racconta di come in una relazione a volte non sia facile mostrare da subito tutti i lati della propria personalità, soprattutto quelli più oscuri, irrequieti e legati all’inconscio. Non solo per la paura di farli vedere agli altri, ma anche per la mancanza, da parte altrui, di saperli riconoscere, accettare e amare. L’artista infatti pone l’attenzione su quanto venga richiesto alle donne di essere sempre rassicuranti e accomodanti, senza poter essere semplicemente loro stesse, anche riflessive, malinconiche, o sfidanti.
Come racconta Giuliettacome: "’Tuffo ad Angelo è ispirato alla frase di Virginia Woolf: il dovere di una scrittrice è quello di uccidere l’angelo del focolare. È un brano che parla di come soprattutto noi donne siamo educate a diventare il più rassicuranti possibili. Nella canzone dico io sono altro, non sono un mare calmo. Sono una persona che vuole essere libera da obblighi e da imposizioni. L’immagine del tuffo esprime la paura ma anche la voglia di buttarsi e andare oltre, stare fuori in mare aperto al di là di ogni costrutto o pregiudizio".