
Niccolò Contessa riporta in scena i suoi “cani” con un nuovo disco non atteso (come del resto tutti gli album di Contessa). Un ritorno che spiazza e sorprende, un gesto artistico che irrompe nel silenzio a nove anni di distanza dall’ultima uscita discografica. Questa nuova fatica discografica è disponibile su tutte le piattaforme digitali. In controtendenza, l’opera non è stata anticipata da nessuna strategia promozionale e da nessun tipo di comunicazione. E la scelta sembra vincente: il disco è già cult
Grande ritorno per I Cani: nelle scorse ore è uscito a sorpresa il nuovo album, intitolato Post mortem.
Niccolò Contessa riporta così in scena i suoi “cani”, regalando ai fan un nuovo disco che non era atteso. Un ritorno che spiazza e sorprende, un gesto artistico che irrompe nel silenzio a nove anni di distanza dall’ultima uscita discografica. Questa nuova fatica discografica è disponibile su tutte le piattaforme digitali e, assolutamente in controtendenza, l’opera non è stata anticipata da nessuna strategia promozionale e da nessun tipo di comunicazione. E la scelta sembra vincente: il disco è già cult.
La strategia del progetto nato nell’ombra e del riemergere nel silenzio pare aver fatto breccia nei cuori di quei musicofili che alla forma preferiscono la sostanza, che al merchandising e alla comunicazione social antepongono "lei", la prima donna di quest'arte: la musica.
Niccolò Contessa ha scelto il silenzio come preludio al ritorno: nella notte tra il 9 e il 10 aprile 2025, il nuovo lavoro ha fatto la sua comparsa in rete. Il disco è stato realizzato dall’artista romano presso il Pot Pot Studio, dunque Post mortem è un album interamente firmato da Contessa, sia per ciò che concerne la musica sia lato testi, mentre in fase di produzione, mix e master c’è lo zampino di Andrea Suriani.
Un viaggio tra tredici tracce e molteplici atmosfere
L’album Post mortem si compone di tredici brani inediti, ognuno con una propria identità stilistica e temporale. La title track, Post mortem, è la canzone che apre il disco con il suono funereo di una campana. Un’introduzione che dura meno di due minuti, seguita da composizioni più estese come Felice, brano che della durata di ben quattro minuti e mezzo.
Tra minimalismo lo-fi e suggestioni elettroniche, Post mortem è un crogiuolo di arte, artigianato, lirica, malinconia e, dulcis in fundo, quella ciliegina sulla torta che è la cifra stilistica di Contessa, ossia l’ironia ai massimi livelli.

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Dall’indie romano all’eco nazionale: l’eredità de I Cani
Nel panorama musicale italiano degli ultimi quindici anni, il nome di Niccolò Contessa e del suo progetto i cani (che scriviamo qui in minuscolo perché così vorrebbe Contessa stesso) rappresenta una pietra miliare.
All'inizio degli anni Dieci del Duemila due canzoni approdate in rete, I pariolini di 18 anni e Wes Anderson, hanno incominciato la parabola de I Cani. Di lì a poco, nel 2011, è uscito Il sorprendente album d’esordio de I Cani, una vera e propria Bibbia per chi vuole intraprendere la strada nella musica indipendente italiana, un’opera da cui imparare a raccontare la realtà urbana e le generazioni con un tono, un taglio e un punto di vista sempre assolutamente originali.
Ciò che fece la fortuna de I Cani fu una ricetta vincente di stile naïf connotato da suoni casalinghi, parole pungenti che richiamano testi molto tosti e anche l'immagine del cantautore Niccolò Contessa che sul palco si esibiva con una busta di carta in testa. Tutto ciò è stato la scuola gli artisti che sono venuti dopo, come Calcutta, Gazzelle e Thegiornalisti.

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Una voce generazionale che non ha mai smesso di risuonare
Anche se le atmosfere iniziali sembravano riferirsi esclusivamente a quella Roma borghese e intellettuale, il linguaggio di Contessa si è presto trasformato in patrimonio comune di una generazione intera, valido per tutto il Paese, da Nord a Sud (e isole comprese).
Le storie, i personaggi e i messaggi che emergono dai suoi testi, infatti, riescono mirabilmente a oltrepassare i confini geografici e sociali, mettendo radici ovunque, trovando riscontro in ogni dove. Per questo motivo, la pubblicazione di un nuovo disco de i cani non è solo un ritorno musicale, ma un evento culturale che riporta in primo piano una delle voci più significative della musica italiana contemporanea.

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Dall'anonimato al culto generazionale: l’ascesa de i cani
Il progetto musicale i cani nasce nel cuore pulsante di Roma per mano di Niccolò Contessa, classe 1986, cantautore e produttore che ha saputo trasformare l’assenza di volto in una potente cifra stilistica.
Dopo un passato come bassista della band La Routine e come parte del duo elettronico Tavrvs, Contessa approda nel 2010 sul web caricando in forma anonima due brani, I pariolini di 18 anni e Wes Anderson, sulla piattaforma SoundCloud. Il successo è immediato, virale, e arriva ancor prima che si possa parlare di un album o di un’esibizione dal vivo.
Dietro il nome volutamente vago I Cani, si nasconde un’intuizione mediatica e poetica: evitare l’inflazione iconografica tipica delle band contemporanee. Contessa rifiuta i ritratti promozionali tradizionali, preferendo promuovere la sua musica con fotografie di cani di razze diverse, sottolineando il valore di una comunicazione estetica sottratta all’egocentrismo.
Nel maggio 2011, ancora nell’anonimato, si presenta in acustico a Piazza Vittorio per la web tv del Circolo Degli Artisti, segnando simbolicamente l’ingresso del progetto nella dimensione pubblica. Nei primi anni, durante le esibizioni live, Contessa è affiancato da musicisti come Gino Maglio e Marco “Supermarket” Daretti, per poi collaborare dal 2013 con figure chiave della scena indipendente come Andrea Suriani, Valerio Bulla e Simone Ciarocchi. Nel tempo, il collettivo cresce e si evolve, ma l’anima autoriale resta saldamente nelle mani di Contessa.
Con quattro album in studio - da Il sorprendente album d’esordio de I Cani del 2011 fino al recentissimo Post mortem del 2025 - e diverse collaborazioni, tra cui quelle con i Gazebo Penguins e i Baustelle, i cani si è affermato come un punto di riferimento imprescindibile della musica indipendente italiana. Un progetto che, senza cercare l’esposizione, è diventato simbolo di una generazione.