Sanremo 2025, chi sono i cantanti Big al loro primo Festival

Sono otto i debuttanti di Sanremo 2025. Mettersi in gioco all'Ariston non è da tutti e dunque la sfida si fa ancora più interessante. C'è un comun denominatore che unisce tutti i "deb": orientarsi su un brano più fruibile senza snaturare la propria identità artistica. Perché il pubblico del Festival non è onnivoro ma è ricettivo dunque pronto ad ascoltare anche chi, in vita sua, non ha mai intercettato. Partiamo dal calabrese Dario Brunori che approda all'Ariston con L'Albero delle Noci. E' uno straordinario narratore, Dario, e stavolta ci insegna quanto è importante, nella stagione dei sentimenti che corrono sui social, scrivere canzoni d'amore per cercare "un porto sicuro". Se il messaggio sarà salvifico salvifico a oggi è un mistero ma possiamo dire che è vero che le persone buone "portano in testa corone di spine". Con Dario non serve una bussola per trovare una nuova stella polare, basta sentire il respiro delle sue parole e anche dei suoi silenzi. Sarah Toscano, tra le protagoniste di Apple Music e vincitrice dell'ultima edizione di Amici, porta la freschezza e il disincanto dei suoi 18 anni. Con brano Amarcord si preannuncia come la Mary Poppins del Festival, sospinta da un vento lieve ma costante che ne valorizza la sua eterogeneità. E' il futuro della musica, è una donna che vive il presente guardando il futuro senza dimenticare il passato "perché noi siamo la sua somma". Joan Thiele farà la rivoluzione. Perché il suo brano, che si intitola Eco, risuona fin nel profondo della nostra anima. Finalmente all'Ariston una artista che fa della sua cifra stilistica identità, una persona che traccia da sola "le scelte che faccio" e segue quello che il cuore le sussurra. Parole conturbanti, le sue, una esplosione di suoni come un improvviso temporale estivo per urlare solo le idee che contano. La missione? che le sue idee si riflettano negli occhi della gente. E' tra i favoriti Bresh con La Tana del Granchio, le sue chele si aggrappano alle coscienze ma non portano olore, stimolano il pensiero. Il brano è gitano e western, fonde il surrealismo di Juan Rulfo e il realismo di Gabriel Garcia Marquez. La magia di questo brano è che trasforma un monolocale in una prateria e un lago in un Oceano. Dritto sulla tolda osserva l'orizzonte. Polemiche, invettive ed esorcismi e poi eccoti, inatteso , il Tony Effe romantico, quello che porta nel tempio della canzone italiana un afflato da stornellatore. Il suo bramo si intitola Damme 'na mano e ricorda molto, come intuizione immaginifica Bartolomeo Pinelli, un artista tra Settecento e Ottocento ha raccontato Roma e i suoi castelli. E' una stornellata rap che invita l'Urbe a non fare la stupida stasera. Una bella spallata al superuomo nietzchiano e un ritratto delle debolezze di un innamorato. Ancora Genova, dopo Bresh, con la Balorda Nostalgia di Olly . Le ultime due parole del brano sono "tutta vita" che è il titolo del suo album, uno dei più stupefacenti del 2024. La sua ballad sanremese è un azzardo, devi padroneggiarla e sapere gestire quella "balorda nostalgia". Federico ha dimostrato che la sua cifra stilistica è ritrarre la generazione dei ventenni senza il timore di sedurre i genitori e i nonni...dunque attenzione alla classifica. Ridere, piangere e fare l'amore sono sentimenti universali e senza tempo e lui sa poetizzarli. Il titolo è Volevo Essere un Duro ma nella realtà vuole essere se stesso, ovvero Lucio Corsi. I cantautore toscano sarà una delle soprese di questo Sanremo numero 75. Col suo look maremmano e con la complicità di Topo Gigio, che ha voluto al suo fianco nella serata dei duetti, si conferma delicato e suadente nel raccontare incertezze generazionali. La sua è una favola moderna, una ventata d'aria fresca. Una miscellanea di identità e di stili per raccontare la Mia Parola, il brano portato all'Ariston da Shablo con la complicità di Gué, Joshua e Tormento: spiazzante fin dall'incipit con un attacco che ricorda un po' i canti gregoriani poi si entra nell'autostrada urban col rap in corsia di sorpasso. C'è un lavoro certosino, a proposito di conventuale, di mescolanza di generi in quella che nel testo è definita come una street song.

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