Iran: liberta' vigilata per il cantante Yarrahi sostenitore delle donne

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Foto da Wikipedia (By Tasnim News Agency, CC BY 4.0)

L'artista era stato arrestato nell'agosto del 2023 a causa del brani  "Rosarito",, una  canzone in cui invitava le donne a togliersi il velo. "La pena detentiva di un anno di  è stata commutata  commutata in monitoraggio elettronico - con braccialetto alla caviglia con limitazione di movimento in un raggio di 1.000 metri

 Dopo una pena detentiva di un anno, è tornato libero il cantante iraniano Mehdi Yarrahi,  condannato per una sua canzone in cui invitava le donne a togliersi il velo. "La pena detentiva di un anno di Mehdi Yarrahi, che è stata commutata in una cavigliera elettronica, è terminata ed è stato rilasciato", ha riferito su X il suo avvocato Zahra Minui. Secondo l'avvocato, nei confronti del musicista c’è ancora una condanna a 74 frustate e il pagamento di una 'cauzione' di circa 187mila dollari. Yarrahi è stato condannato all'inizio di gennaio a due anni e otto mesi di prigione, di cui ha dovuto scontare almeno un anno, oltre a 74 frustate, per "la pubblicazione di una canzone illegale che sfida i costumi e la morale della società islamica", secondo quanto aveva affermato Mizan, l'agenzia della magistratura. A febbraio, la pena è stata commutata in monitoraggio elettronico - con braccialetto alla caviglia con limitazione di movimento in un raggio di 1.000 metri - a causa del suo stato di salute e per ricevere cure mediche, ha poi annunciato la sua difesa, senza specificare i problemi di cui soffre l'artista.

Imprigionato per un canzone intitolata Rosarito

La canzone che ha portato l'artista in prigione è intitolata "Roosarito", che significa "il tuo velo" in persiano, con la quale invitava le donne iraniane a togliersi l'hijab e a mostrare il loro sostegno alle proteste che hanno scosso il Paese nel 2022. Nel video della canzone appaiono donne che ballano senza veli con le parole "donna, vita, libertà", motto delle proteste scatenate per l'uccisione di Mahsa Amini per mano della Polizia Morale dell'Iran, che l'aveva arrestata per non aver indossato adeguatamente il velo islamico, il 16 settembre 2022. La sua morte ha scatenato forti proteste al grido di "donne, vita, libertà", che da mesi chiedevano la fine della Repubblica islamica e che si sono spente dopo una dura repressione che ha causato 500 morti, migliaia di arresti e nella quale sono stati giustiziati otto manifestanti, di cui uno in pubblico. Oltre a Yarrahi, anche altri artisti sono stati condannati al carcere, tra cui il rapper Toomaj Salehi, sempre per aver sostenuto le proteste delle donne; è stato rilasciato il 1° dicembre dopo aver scontato un anno di carcere e dopo che la Corte Suprema aveva annullato la sua condanna a morte a giugno.

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