Germano Parisi mette il senso di appartenenza in Noi: il video

Musica

Il mare è l'elemento centrale sia nel sound che nel testo, un mare che rappresenta  l’esistenza stessa, quella sensazione di navigare, di andare alla deriva o addirittura di sprofondare

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

Sono Germano Parisi, un cantautore e vocal coach salernitano, e Noi è una canzone che è nata quasi di getto, un po’ come succede a volte quando la musica trova la sua strada da sola, senza troppi fronzoli. Ricordo il momento in cui ho definito la struttura del brano e il suo arrangiamento, con mio cugino Max Parisi, un giovane produttore dal talento e dal gusto straordinari. La voglia di rendere questa canzone “suonata” il più possibile è stata una delle prime idee che ho avuto, perché, se c’è una cosa che sento profondamente, è che la musica ha bisogno di corpo, di fisicità, di uno strumento che risuoni e arrivi a chi l’ascolta. E quando si tratta di chitarre, c’è un nome che non posso non pensare: Antonio Onorato, un musicista incredibile che ha collaborato con leggende come Pino Daniele. Quando gli ho chiesto di partecipare al progetto, ha accolto la mia richiesta con entusiasmo, facendo quello che sa fare meglio: emozionare con la sua arte.

Il mio desiderio era che riflettesse il senso di comunità, di appartenenza. Così ho chiamato David Blamires, polistrumentista e vocalist del Pat Metheny Group, con cui avevo già collaborato in passato. David ha adattato la seconda strofa in inglese, aggiungendo una dimensione internazionale al brano. Ben presto il resto della band si è formata: Gino Ariano al basso, Carlo Salentino alla batteria e Antonella Cimino ai cori. Il passo successivo è stato creare il video. Con Massimo Mercurio, regista dei miei video da anni e amico di lunga data, abbiamo iniziato a costruirlo, cercando di tradurre in immagini le sensazioni che la canzone evoca. Utilizzando scene generate con l’intelligenza artificiale, il video diventa un abbraccio visivo alle sonorità profonde e ipnotiche della traccia. Il mare, elemento centrale sia nel sound che nel testo, non poteva che essere il simbolo di tutto questo: un mare che rappresenta l’esistenza stessa, quella sensazione di navigare, di andare alla deriva o addirittura di sprofondare.

Le immagini raccontano la condizione umana in tutta la sua tragica bellezza: “Noi”, sospesi, senza risposte, immersi nel mistero che ci circonda. Ma “Noi” anche nella ricerca, nella volontà di trovare un orizzonte, una soluzione, in un pellegrinaggio collettivo, dove c’è tutto o forse nulla. In un certo senso, l’intelligenza artificiale si è rivelata lo strumento perfetto per questa visione, proprio per la sua imprecisione, la sua natura caotica e al contempo fredda, che ci permette di cogliere l’assurdità del nostro tentativo di comprendere l’incomprensibile.

Nel ringraziare tutti quelli che hanno partecipato a questa produzione – Andrea D’Amato per il mix e il master, Mario Tortoriello, produttore discografico, e Lorenzo Maffia, pianista straordinario che è stato al mio fianco anche nel mio precedente singolo “Perderci” – sento di appartenere a una famiglia musicale che mi sostiene e mi ispira. Ogni nota, ogni parola di “Noi” è il frutto di un lavoro collettivo che, spero, possa arrivare a toccare chiunque abbia bisogno di sentire che, nonostante tutto, siamo sempre “Noi”.

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