Elnoir: "Con l'album Alias ho smesso di sopravvivere, ora vivo"
MusicaAttraverso otto canzoni questa artista ha fatto pace con le sue mille sfaccettature e ha superato i traumi del passato. L'INTERVISTA
Elnoir combina elementi di trip-hop e cinematografici nella sua musica. Il suo album Alias esplora temi legati al fallimento, all'autoriflessione, alla crescita personale e al rinnovamento. Attraverso otto tracce uniche, Eleonora Tillier, questo il suo nome anagrafico, condivide il suo percorso di sopravvivenza in brani come Hades e Abyss, con importanti contributi del produttore Pierre Baudin.
Eleonora partiamo da Alias, un album identitario, sia umanamente che artisticamente: come è nato e dove è oggi la tua alias?
E’ un po’ un concetto, c’è sempre stata nella mia persona; c’è stato un periodo post trauma dove vivevo come una persona che andava con l’autopilota: sopravvivevo ma non vivevo. Scrivevo già prima dei pezzi di pensieri ma mai li avevo messi in ordine. Sono entrata in studio a settembre 2022, non avevo ancora l’idea di cosa sarebbero diventati ma ho intuito che quei flussi di pensieri erano l’anima dell’album.
Hades si sviluppa su un doppio livello: da una parte l’aspetto mitologico, quello che ospitava il regno delle anime. E da lì arriva a te, a un confronto interiore: quale è la nuova direzione verso la quale stai camminando e quale è la nuova ossessione che hai svegliato?
E’ all’inizio dell’album perché contiene rancore e rabbia. Replica quello stato d’animo, affronto in modo cruento i miei step emotivi. Si tende a dimenticare, si tende a mostrarsi eroi. Ogni tanto sei anche tu il cattivo. Le difficoltà non vanno demonizzate ma attraversate. L’ossessione era inseguire un qualcosa per non pensare ed alterare lo stato mentale.
In Who needs a Hero dici “late at night, I watch my life burn and I dream of what I need”: i desideri si realizzano solo nei sogni?
Non credo, anche negli obiettivi reali. Ogni tanto si rivelano…dipende da come si interpretano e da come si reagisce alla scoperta.
Questa epoca ha ancora bisogno di eroi?
Credo di no, siamo in un’epoca individualista. Sii ogni giorno il tuo stesso eroe, deve essere in te non negli altri.
Rape me è la tua versione dell’iconico pezzo dei Nirvana: perché lo hai scelto e in cosa rappresenta Alias. Inoltre qui c’è l’unico feat dell’album con Holy Mantra. Perché?
Eravamo indecisi se metterla nell’album. Nasce da un trauma che è stata una violenza sessuale. Interpretato da me aveva un significato, cantato da una donna che ci è passata è una rivalsa. La voce maschile sovrasta un po’ quella femminile e a livello concettuale volevo il senso del sovrastare. Ma si può trovare un punto di incontro e collaborazione nell’affrontare emozioni dure.
Alias’ Lullaby è una canzone di resistenza e resilienza: quando dici “oh sweet girl don' t fight this world alone” è la formula magica per lasciare fluire i sentimenti?
Nasce da un discorso che mi sono immaginata, rappresenta il parlare e dunque non tenere tutto dentro. Oggi ho più esperienza per affrontare le situazioni.
Lullaby significa ninna nanna: da bambina ne avevi una preferita?
No.
High Road sembra il brano della liberazione: parti e inviti qualcuno o qualcosa a “stay in the past”. Ti senti più Thelma e Louise oppure il Jack Kerouac di On The Road?
Più le due in questo caso, un po’ per la loro sfacciataggine.
Che vendetta cerchi in Dystopian Rhapsody?
Nasce per un video gioco, Cyberpunk 2077 e si adattava a quel mondo distopico. Siamo in un mondo consumista e capitalista che ci rende numeri. Agli artisti chiedono più numeri che arte e dunque è una rivalsa.
Possiamo considerare Abyss il brano della consapevolezza? Quello dove hai vinto la battaglia con la vecchia te e puoi respirare?
E’ la risalita, la rinascita.
Collision è la tua idea di amore e passione?
E’ venuto all’improvviso durante una relazione romantica. E’ come lo vedo oggi libera e senza negatività. Rappresenta una ripresa della mia sessualità e sensualità.
Se è un album di rinascita perché nella cover hai gli occhi chiusi e i colori sono scuri? E’ così la parte resiliente della tua vita che hai preso per mano?
La rinascita e la guarigione non sono mai lineari. Resteranno sempre ombre e cicatrici. La copertina è anche una ripresa di fiato, un sospiro di sollievo.
Alla fine possiamo dire che oggi sei tu e nessuna Alias a viaggiare sulla high road, sulla strada maestra? I finally can breath.
Ci sono sempre molte sfaccettature nella mia personalità, cerco di convivere con loro e siamo tutte in viaggio sulla high road.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Sono in studio a fare nuovi pezzi, come live si parte a giugno con un concerto a Berlino; poi c’è l’uscita del video ufficiale di Hades. Stiamo cercando date in Italia ma è difficile.