Nove: "Quando voglio stare con me stessa vado Sottovuoto"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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L'artista genovese pubblica il singolo che avvia il suo nuovo percorso artistico che sfocerà in un album dopo l'estate e al quale sta lavorando insieme a Zibba. L'INTERVISTA

Nove torna con Sottovuoto, il singolo che anticipa il suo nuovissimo progetto. Un brano pop ma, anche cantautorale, costruito su un mix di influenze elettroniche e parti suonate. In Nove, che è il nome artistico della genovese Roberta Guerra, scorre la musica dei cantautori della sua regione, delle hit degli anni Novanta, delle ore passate in sala prove e della curiosità verso qualsiasi strumento musicale. Sottovuoto è un barattolo pieno, di vissuto, di ogni emozione. Un posto dove rifugiarsi quando si ha bisogno di stare in compagnia solo di sé stessi. E’ il primo tassello di un disco introspettivo, caldo, libero, senza schemi.

Roberta partiamo dalla fine: in cosa Sottovuoto rappresenta il tuo nuovo viaggio artistico?
E’ un barattolo, un posto dove quando entri puoi andare sottovuoto e stai in pace, ti puoi fermare a pensare e stare bene con te stesso. Mi capita di essere satura, di correre sempre e dunque diventa un bisogno. Sottovuoto è il mio mondo quando sto con me stessa.

Leggendo il testo trovo una persona che ha paura del mondo e, credo, dei giudizi: perché andare sottovuoto e non affrontarli in modo più diretto?
E’ molto importante il confronto e il non nascondersi. Il mio sottovuoto è più una valvola di sfogo. E’ il momento prima di affrontare i problemi non è la paura.

“Ogni tanto vorrei essere di più” è una riflessione su una società che ci vuole sempre iper performanti?
E’ giusto essere ambiziosi ed alzare sempre l’asticella, fa parte del gioco, ma viviamo in una società dove la perfezione non ha un limite.

In Anselmo parli dei vicoli di Genova ed è naturale andare alla Città Vecchia di Fabrizio de André: cosa rappresenta per te Faber e quanto sei legata a Genova?
La canzone l'ho scritta immaginata nei vicoli, non amo solo Faber ma tutti i cantautori genovesi sono stati la colonna sonora dei viaggi in macchina con i miei quando ero piccola. Non li ascolto spesso oggi ma li ho dentro. Sono legatissima a Genova anche se ormai sono residente a Milano: Genova è casa.

Restando su Faber ti chiedo se c’è un legame con l’Anselmo che appare nella canzone Dolcenera.
Nessuna correlazione, semplicemente Anselmo è il nome di mio papà che non c’è più. E’ un omaggio a lui e alla sua Genova.

Mai mai mai malinconia: ci riesci?
Sono super melanconica e me lo sono ripetuto tre volte il mai nella canzone. Non mi ci faccio mangiare ma fa parte di me.

A proposito di melanconia mi viene in mente Vocabolario: quanto è difficile in amore decidere da che parte stare?
Tanto, ma nel senso ampio dell’amore. Comunque più che difficile bisogna trovare un giusto equilibrio. E’ un gioco di parti e di equilibri.

In Numeri Pari dici che “è finito il tempo della comprensione”: oggi lo hai ritrovato oppure per te la parola fine non ha ritorno?
Lo ho ritrovato. E’ stato impegnativo, in amore serve una reciproca voglia di costruzione. Non è stato facile ma poi è diventato naturale.

In Cosa Dicono di Me uno dei temi trainanti è il giudizio: hai fatto pace con te stessa? Sei superiore ai leoni da tastiera?
E’ sempre un po’ presente quella parte del giudizio. Non sono una che si fa scivolare le cose addosso. A volte vorrei essere meno precisa ed essere un po’ più leggera. Ma non ci riesco. Ma quello stato d’animo lo gestisco e ci convivo.

Ti senti più te stessa in forma e chic o se bevi indossando i jeans?
In entrambi i modi. Dipende dal contesto ma vanno bene entrambi.

A proposito di jeans: il tuo armadio è in ordine? E quale è il capo di abbigliamento cui non sai dire no?
L’armadio è in ordine perché sono precisa. Mi piacciono le giacche tipo trench e i top.

Qualunque Alba è un testo molto doloroso: come nasce? E c’è qualcosa che vuoi ricordare o è meglio dimenticare?
Tendo a ricordare anche perché sono melanconica. Era il periodo del lockdown ed ero sul letto, non vedevo i miei da mesi e ho ripercorso il viaggio con loro da Genova per andare nelle Marche: si partiva all’alba per non trovare traffico e siccome tutti la pensavano allo stesso modo Bologna era un ingorgo. Dal finestrino vedevo i campi di girasoli, che erano più alti di me, ed era un’alba bellissima insieme ai genitori.

Cosa mi puoi dire della tua estate artistica?
Il 31 maggio esce Sottovuoto come singolo e il disco uscirà entro l’anno, ci sto lavorando insieme a Zibba. Vorrei fare dei live in estate, nulla ancora di strutturato ma capiamo che opportunità ci saranno. Poi con l’uscita dell’album farò altri ragionamenti.

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