Zucchero, i concerti alla Royal Albert Hall di Londra danno il via al tour mondiale 2024

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I tre concerti londinesi segnano l'avvio dell'Overdose d'amore World Wild Tour. Proprio dalla Royal Albert Hall, Zucchero ha lanciato la sua carriera internazionale negli anni Novanta, aprendo i concerti di Eric Clapton

Zucchero è tornato a casa. O meglio: è tornato nella sua casa internazionale. Il tour mondiale Overdose d'amore World Wild Tour è partito infatti dalla Royal Albert Hall di Londra laddove, nel 1990, aprì i concerti di Eric Clapton dando via alla sua carriera fuori dall'Italia.

Londra è casa

Con i tre concerti londinesi (il 30 e il 31 marzo, e l'1 aprile), Zucchero ha dato il via al suo nuovo tour mondiale. Per oltre due ore ha intrattenuto il pubblico, accompagnandolo in un suggestivo e coinvolgente viaggio attraverso la sua carriera. Con lui, sul palco, il coro gospel L J Singers e la super band internazionale che da tempo lo accompagna: Polo Jones, Kat Dyson, Peter Vettese, Mario Schilirò, Phil Mer, Nicola Peruch, Monica Mz Carter, James Thompson, Lazaro Amauri Oviedo Dilout, Carlos Minoso e Oma Jali. Ma perché, per Zucchero, la Royal Albert Hall è tanto importante? Non solo per l'apertura dei concerti di Eric Clapton, nel lontano 1990. Ma anche perché più volte nel corso degli anni è tornato qui, raggiungendo il record di esibizioni per un artista italiano non lirico. E dormendo sempre nello stesso hotel, e nella stessa stanza, ma con pensieri più felici. 

Il duetto con Jack Savoretti

In scaletta alla Royal Albert Hall, Zucchero ha portato i capisaldi sulla carriera. E ha scelto di accogliere un solo ospite, per un solo duetto: Jack Savoretti. Perché di ospitate ne ha fatte tante, nel passato. E, ora, molti degli artisti con cui avrebbe voluto esibirsi non ci sono più (Amy Winehouse su tutti). Con Savoretti ha duettato sulle note di Senza una donna, un brano che l'artista britannico ama, e che gli ha chiesto di poter eseguire insieme a lui. "Non so se ci saranno altri ospiti durante il tour, ma se potessi scegliere mi piacerebbe avere Mark Knopfler e Cat Stevens", ha poi detto. Perché, degli artisti di oggi, rocker compresi, non ama troppo il politicamente corretto. Nessuno ci va giù pesante, e spesso le battaglie sciali somigliano a un tirassegno. Ama la scrittura di Salmo, Marracash e Blanco, Zucchero. E non sposa la posizione del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi vorrebbe, che vorrebbe combattere con un protocollo d'intesa i contenuti violenti e sessisti delle canzoni. "Non lo sottoscriverei", ha detto. Sebbene il suo mantra, oggi, sia quello di divertirsi e di far divertire.

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