A Toys Orchestra, l'album Midnight Again ci restituisce l'umanesimo e la mezzanotte

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Beatrice Belletti
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Le diverse storie di vita vissuta vengono raccontate tramite ballate evocative, accenni di soul e brani blues-rock, mantenendo nei propri testi un approccio velatamente ironico e restituendo un quadro sonoro dalle atmosfere universali. L'INTERVISTA A ILARIA D'ANGELIS

Tornano, finalmente, A Toys Orchestra. L'album si intitola Midnight Again e arriva a distanza di sei anni dall’ultima pubblicazione Lub Dub (2018). Gruppo iconico del rock alternativo italiano del nuovo millennio, Enzo Moretto, Ilaria D’Angelis, Raffaele Benevento e Alessandro Baris si riprendono, e in un certo senso ci restituiscono, la magia della mezzanotte. Ho pre-ascoltato Midnight Again e ne ho parlato con Ilaria, che del gruppo è voce, chitarra, piano e tastiere.

Ilaria partiamo dalla storia di Midnight Again: come è nato e cosa è successo in questi sei anni di assenza che sono trascorsi da Lub Dub? Assenza almeno per il pubblico perché immagino che voi abbiate comunque lavorato.
La gestazione non è stata molto lunga, la pandemia ci ha portati a fare un altro disco. Ci siamo ritrovati con i pezzi in mano, la scrittura era la nostra ma indossavano un abito diverso e dunque lo abbiamo completato con registrazioni ad hoc per ogni singolo pezzo. La registrazione è durata quattro mesi e hanno partecipato tanti musicisti. Le parti sono state scritte a casa e poi assegnate in studio a strumenti d’orchestra, un’altra parte invece la abbiamo scritta in studio insieme agli altri musicisti e dunque i pezzi hanno preso una luce diversa rispetto a quella dei Toys, anche perché i musicisti arrivavano da altri mondi e gli abbiamo lasciato libertà.

La cover affronta uno dei temi più delicati di questa epoca, quello del tempo: lo stiamo perdendo o ce ne stiamo riappropriando, come si diceva durante la pandemia?
Non mi sembra che il mondo sia migliorato in attenzione né verso il prossimo e né verso le piccole cose, non mi sembra che la percezione del tempo dell’essere umano sia cambiata in meglio. La vita va sempre più veloce e non ci si sofferma sulle piccole cose.

Qual è il tuo rapporto con la mezzanotte? La vivi più come la fine di un giorno o come l’inizio di un altro?
Per il lavoro che faccio è un orario lavorativo, o sono in sala di registrazione o ne sono appena uscita; oppure sono sul palco o anche da lì appena scesa. È l’orario dei musicisti, abbiamo percezione diversa. A volte gli impegni sono finiti e si fa festa.

Aprite l’album con una preghiera laica, Hallelujah: il testo ricorda sì le notti trascorse a ridere ma soprattutto rivendica la necessità di avere qualcuno a fianco per trovare il nostro posto nell’universo: I need what you need to find my place in the universe. Connessi ma soli, social ma soli: è questo il dramma di questa epoca?
Essendo stati scritti e arrangiati durante il lockdown, la percezione era di perdizione, di spaesamento. È l’anima che non trova il suo posto e non è in pace da nessuna parte.

Il tema della solitudine per altro torna in Take Me Home quando dite "sono stanco di restare solo tra migliaia di persone e cattive promesse": cosa significa oggi casa?
Per me che sono sempre stata in tour è difficile da definire e poi ne ho cambiate tante nella vita. Bisognerebbe trovare quella della mente dove ci si sente in pace e in equilibrio insieme alle persone giuste. Occorre trovare nella vita quel poco che dà un equilibrio, il resto ben venga ma non si chiama casa.

Tutta la musica rock italiana vi fa ammalare, come dite in un verso?
Non tutta. È un accenno ironico più che alla musica a un atteggiamento rock italiano che sembra un po’ forzato: non c’è personalità ma un abito sbandierato e poco credibile.

"Someone needs to taste the fear with no ice and lemon": e dopo che succede? La canzone dice odia chi ama e ama chi odia come se non esistesse un equilibrio affettivo umano.
È difficile trovare il modo di comunicarsi emozioni e sentimenti, sia tra amici che tra parenti, tra marito e moglie, tra genitori e figli. E sono le persone che più ami, figurati gli altri capire se li ami, odi o nessuno dei due, non c’è una bilancia.

On the goodbye day sembra una festa, tra champagne rosa e Talisker mentre Miss U racconta un abbandono più tragico, vissuto sul divano e con le camicie stirate: la soluzione migliore per risorgere è “took all the batteries out my alarm clocks” ovvero uscire dalla dimensione temporale almeno per un po’?
È una canzone eterea, più che un abbandono descrive uno stato di abbandono delle decisioni che vanno per inerzia a ripetersi e ci sente meno padroni del proprio destino anche se facciamo quello che dovrebbe essere giusto. Gli arrangiamenti vanno in contraddizione col pezzo: cerco con l’arrangiamento di metterlo in discussione per poi tornare sui miei passi, arrangiare un pezzo è una discussione con lui, a volte devo concedergli varie strade. A volte sono tante, altre meno e spontanee.

Il “We are made tu be us” di Whatever you Are sembra una dissonanza in un disco che parla di smarrimento: c’è un momento che si capisce che tu fa rima con me?
Non credo. È molto difficile, non c’è un momento esatto nella vita: più tempo si passa insieme e più è facile rimare.

In quasi tutti i brani c’è il gioco tu ed io, cito per tutte “voglio salvare la tua anima, vuoi salvare la mia?”. C’è un qualcosa di psicanalitico in questo: è solo una mia percezione?
Lo siamo parecchio. Siamo tutte persone che cercano di psicanalizzarsi a vicenda e ciò significa che nessuno sta veramente bene e non dovrebbe dare consigli al prossimo. Ma anche se entri in una strada sbagliata, apprezziamo lo sforzo.

Chi è il tuo eroe che ti risponde al telefono?
Non lo so, lo devo trovare!

Chiudiamo con Life Stars Tomorrow: è una speranza o una realtà? Se non ricordo male già otto anni va cantavate Wake Me Up… quasi fosse un presagio di smarrimento. E nel video le persone urlano: verso chi e cosa?
Il pezzo descrive un'idea della scansione del tempo nella vita che a volte facciamo in maniera sbagliata. Affronta il procrastinare che corrisponde al non prendere mai le redini della nostra vita; poi diventa un invito a scegliere senza pensare che ci sia un domani, a ragionare che il domani sia una conseguenza della scelta di oggi.

Cosa mi puoi anticipare dei concerti annunciati e di quelli che arriveranno?
Siamo via dai palchi da tanto, alcuni membri sono cambiati. C’è stato un lavoro lungo anche sul live, ci sono tanti strumenti difficili da riportare, c’è un lavoro certosino e ansiogeno. Poi salirò sul palco e magari sarà come ne fossi scesa la sera prima. Suoniamo tutto e speriamo in autunno di allestire una data con tutti, un allestimento globale: i musicisti che hanno collaborato a Midnight Again hanno vite, lavori ed età diversi. Ci sarebbe piaciuto fare questa operazione sulla data zero ma era impossibile, ora proviamo a identificarla e intanto ci facciamo una estate in tour.

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